Un'altra possibilità?

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Passarono gli anni dell'università, Mia si era fatta donna. Erano stati anni intensi, ricchi di tante cose belle e brutte.

In quel periodo affrontò molti eventi difficili, quelli che in qualche modo la segnarono e modificarono per i molti anni a venire.

Sentimentalmente non si riprese poi così bene dalla storia con il professore traditore, fece finta di non pensarci mentendo anche a se stessa. Ma il pensiero di loro due insieme le tornava alla mente spesso.

Mia doveva andare avanti e dimenticarsi di lui per il bene di tutti.

Le occasioni di incontrarlo di nuovo non erano mancate: un giorno dovette anche intervistarlo per il giornale in cui lavorava; lui non era cambiato per niente, ci riprovò . Cercò di convincerla in tutti i modi , le disse che non era felice e che non riusciva a rassegnarsi. Mia tenne duro, non voleva ricadere in quella voragine che poteva inghiottirla, se così fosse stato non avrebbe sicuramente più avuto la forza di rialzarsi.

Lo rivide anche con il bambino: lei era fuori, sotto una pensilina ad aspettare l'autobus di linea per tornare a casa tutta infreddolita e persa nei suoi pensieri.

Rimase affascinata da quello che vedeva dall'altro lato della strada: un uomo che riscaldava il proprio bambino tutto intirizzito, l'amore era palpabile.

Non capì subito che era il suo adorato filosofo, ma quando lo riconobbe le scese una lacrima: fu in quel momento che comprese di aver fatto la scelta giusta e abbandonò per sempre l'idea che potesse avere un'altra possibilità con lui.

Non è poi così maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora