Aldo conosce Mia

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Uscita dal bar si incamminò verso la redazione, lo stabile da fuori la impressionava: quanta vita c'era in quel grande palazzo, lo paragonava ad un grande motore sempre in movimento.

Salì al piano facendo le scale, entrò e vide fermo, vicino alla sua scrivania, un uomo che le dava le spalle: "chi poteva essere?" si domandava, sperava di essere stata la prima ad arrivare.

L'uomo non si era accorto della presenza di Mia: sembrava fosse in attesa di qualcuno, intanto curiosava tranquillo.

Miasi schiarì la voce, giusto per far sentire la sua presenza, l'uomo si girò ed incontrò i suoi occhi, le sorrise immediatamente e la chiamò per nome: «Scommetto di avere di fronte a me la nuova arrivata, Mia, è il tuo nome,vero? Mi avevano parlato della tua bellezza, ma sinceramente non avrei mai pensato di trovarmi di fronte un pezzo di donna come te » terminò la frase con un invito per un abbraccio, Mia sembrava frastornata e si chiedeva se i romani fossero davvero tutti così sfrontati o se quelli audaci fino ad allora li avesse incontrati tutti lei. Non era abituata ad apprezzamenti così sbandierati, era una cosa nuova. Con un leggero rossore sul viso ed un timido sorriso, Mia gli rispose cercando di deviare in modo elegante il tentativo di abbracciarla: «Sì, sono Mia. Piacere di conoscerla». Aldo, da vecchio viveur qual era, rimase piacevolmente sorpreso da quel gesto e si presentò: «Cara Mia, è un piacere conoscerti. Non aver paura di me, non mordo. Sono innamorato delle donne, ma con te ho già capito che non attacca e ti giuro me ne farò una ragione» e così le porse la mano.

Mia ebbe modo di osservarlo: era un uomo sulla sessantina, con i capelli argentati, li portava lunghi raccolti in una coda, non era molto alto ma emanava un fascino speciale, i suoi occhi erano accesi, attenti,curiosi, indossava dei semplici jeans che avevano visto tempi migliori, di una taglia o due più grandi, con una giacca verde militare piena di tasche e da una di queste spuntava fuori una rivista arrotolata.

Chissà cosa ci faceva lì, ed in più come faceva a sapere il suo nome e chi gli aveva parlato di lei... erano tutte le domande che le frullavano nella testa, non aveva il coraggio di chiedere: non voleva essere indiscreta.

Aldo dal canto suo non si faceva il benché minimo problema a parlare:amava mettere in imbarazzo ed anche far divertire chi aveva difronte. «Tu dammi comunque del tu, come vedi non sono vecchio:potremmo essere coetanei, non si vede, se poi ti venisse in mente di cenare con me ti lascio il mio numero...» le disse ammiccando. Mia rise di gusto a questa battuta, di sicuro era una persona davvero simpatica, un po' sopra le righe ma simpatica.

Aldo continuava ad osservare Mia con un espressione indecifrabile. Si era messo, nel frattempo, seduto alla postazione di Rossella in attesa dell'arrivo di Teo: la sua riunione stava durando più del previsto.In quei momenti ripensava alla sua vita da giornalista: non avrebbe mai potuto rimanere fermo in una redazione per molto tempo, no, non avrebbe resistito tutti quegli anni, lui doveva muoversi, cambiare rotta di tanto in tanto. Aveva visto tante cose brutte durante la sua carriera, cose che non riusciva neppure a raccontare. "Brutture umane" le chiamava. Lui poteva dirlo di conoscere la vera natura dell'uomo: questa solitamente viene fuori nei momenti di emarginazione, di fame, di vero disagio. Fare l'inviato di guerra lo aveva segnato nel profondo, riconosceva il vero essere della persona che si ritrovava davanti solo con una stretta di mano. L'espressione degli occhi poi non lo tradiva mai: i loro movimenti erano come una carta d'identità.

Nella vita aveva avuto molte avventure, le donne gli piacevano da matti e solo sentendo il loro profumo dimenticava tutti i suoi problemi. Le conquistava con il suo modo di fare con i suoi discorsi. Avrebbe potuto tenere anche dei corsi in proposito.

Mia lo aveva colpito subito e capì immediatamente il motivo dello sbandamento di Teo. Non capita tutti i giorni di ritrovarsi una ragazza così in redazione, una rossa vera. Alta, gambe sode, seno prosperoso, un viso con espressione intensa, le lentiggini a coprirle il naso: sembrava una ragazza semplice e ben educata, rispettosa.

Aldo era consapevole di non presentarsi bene, vestito in quel modo...molte donne lo avrebbero snobbato o guardato dall'alto in basso, ma lei no, non sembrava neppure di aver fatto caso all'esteriorità. Un punto per Mia. Dava l'idea di sapere il fatto suo, lo guardava negli occhi e quello era un buon segno. Sì, se Teo si sentiva come se avesse preso una trave in piena fronte, lo poteva capire, pensava risoluto Aldo.




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