Un altro bacio

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Sembrava che gli anni non fossero passati tra loro, vi era la solita sintonia della giornata che avevano passato insieme molti anni prima. Quella sera non erano i due adulti colleghi, quella sera erano un uomo ed una donna complici e desiderosi di stare insieme.

«Va benissimo la tua birra se per te non è un problema, vado a ordinare il panino e torno». Si alzò ed andò ad ordinare con il cuore leggero e con sempre meno autocontrollo.
Stefania si schiarì la voce per attirare l'attenzione di Mia, che seguiva Teo con lo sguardo adorante.
«Mia qui la situazione è chiarissima, quel figaccione ti muore dietro e noi adesso andiamo via. Non ti lasciar sfuggire l'occasione. Vorrei essere te» disse quasi piagnucolando. «Il musicista-barista manco mi ha degnato di uno sguardo, mi sento uno schifo... ma sì... mi rifarò con Luca, tanto lui è sempre pronto,è un ragazzo generoso» terminò la frase facendo le spallucce.
«Ma non è vero, è una tua impressione... tu adesso vedi Teo così con me, tra poco potresti vederlo cambiare completamente atteggiamento.Non so che fare».
«Segui il mio consiglio... è un uomo tormentato, lenisci il suo dolore,comunque stanotte ne parliamo. Ti dispiace se andiamo? Ti lascio un segnale se dovessi essere con Luca, ok?».
Stefania non era certo una ragazza dalle mezze misure: voleva divertirsi e non ne faceva segreto. Mia la ammirava per quella sicurezza, le piaceva tantissimo condividere l'appartamento con lei.

Teo tornò con il panino, non riusciva a distogliere lo sguardo da quelle labbra e si sentiva un cretino: sedette nella sedia e cercò di avvicinarsi a Mia quanto più possibile.
«Mia noi andiamo, siamo stanchi. Teo, piacere di averti conosciuto... l'accompagni tu Mia a casa?». Domandò Stefania a Teo già sicura della risposta.
«Certo,non ci sono problemi, per te va bene Mia?» e la guardava con desiderio mentre pronunciava quella domanda, sperava dicesse "sì". «Sì, per me va bene. Possiamo fare una passeggiata se non è troppo tardi» risponde Mia guardandolo con aria interrogativa.
«Tranquilla, Stefania: ci penso io a Mia».
I ragazzi della compagnia si alzarono e salutarono Mia e Teo allegramente, con la promessa di rivedersi presto.

Luca non esagerò con gli abbracci per non ridestare problemi. Il cantautore andava avanti a cantare i suoi pezzi, era un ottimo sottofondo. Stefania salutò strizzando l'occhio a Mia e dando una pacca sulla spalla a Teo. «Mi fido di te». Era una frase sibillina, Teo ne aveva colto il significato ed aveva risposto prontamente: « Fai bene».

Mia era abbastanza imbarazzata: divenne rossa in viso e fece un sorriso di cortesia. I ragazzi se ne andarono e Teo e Mia rimasero "soli".
Si divisero il panino e come al solito Teo le lasciò la parte più grande.
«Teo, stai tranquillo. Non muoio di fame, ti ringrazio. Se vuoi la birra prendila».
«Grazie, ne ho proprio voglia» e calcò con la voce l'ultima parola senza volerlo: Mia sentì delle piccole scosse in tutto il corpo.
Mangiavano e si osservavano, Mia a quel punto capì che era arrivata l'occasione di parlare con lui del loro primo incontro, non resisteva più, si sentiva come se gli stesse mentendo.
«Teo... posso dirti una cosa alla quale penso da quando ti ho visto?».
Teo capì immediatamente di cosa stava parlando e continuava a guardarla aspettando.
«Certo, dimmi».
«Tu non ti ricordi davvero di me?» disse imbarazzata, con una paura pazzesca della risposta. Ma lei era fatta così, non poteva continuare il teatrino.
Teo si schiarì la voce anche lui imbarazzato: «Mia, mi ricordo benissimo di te, ho aspettato per anni la tua telefonata. L'altro giorno non volevo metterti in imbarazzo...sai, ho un certo ruolo. Non potevo rischiare...». Non riusciva ad andare avanti. Arrancava.

Mia lo guardava attenta, lo sguardo fisso era sulla sue labbra così invitanti, voleva farlo smettere di parlare e non voleva vederlo così imbarazzato. Del resto anche lei aveva fatto finta di non riconoscerlo.

Si mosse per prima, gli accostò l'indice sulla labbra per farlo smettere di parlare, si stavano pian piano avvicinando ma si fermò ad un passo dal suo viso. La tensione era forte.
«Ho capito, Teo:hai fatto bene, ti capisco. Apprezzo la tua sincerità. Sai, quel giorno rimarrà impresso nella mia mente per sempre. Quel ricordo mi ha tenuto compagnia per molto tempo».

Non è poi così maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora