L'autografo

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Mia toccava il cielo con un dito, non le sembrava vero: aveva il contratto firmato, la prima vera firma della sua vita. Sembrava un autografo! E pensare che da ragazzina passava interi pomeriggi a firmare pagine di diario, lo sapeva in cuor suo che quel tempo perso le sarebbe tornato comodo. Era pronta, carica per quella nuova avventura! Nessuno la avrebbe fermata, ce l'avrebbe messa tutta: non doveva sbagliare, le sarebbe bastato tenere i piedi ben piantati per terra e non fare i suoi soliti voli pindarici.

C'era un solo problema, che forse aveva sottovalutato, un problema non da poco: lei non era affatto una "nerista". Non sapeva neppure da dove iniziare con la cronaca nera. Confidava nell'altruismo dei colleghi che doveva ancora conoscere, e poi in cuor suo credeva di trovarsi di fronte un capo come quello che aveva lasciato, un capo sulla cinquantina, con la pancia, i capelli bianchi, un uomo con cui parlare, un uomo in pace con se stesso. La realtà era ben lontana dalle sue aspettative, non avrebbe mai potuto immaginare che il destino potesse metterla di fronte al suo passato, ad un episodio mai dimenticato.

Ma la vita è così: ti lascia sempre a bocca aperta. Giriamo tutti intorno allo stesso asse, e se è destino prima o poi ci devi fare i conti. Tutto torna, e lei lo avrebbe sicuramente capito da lì a poco.



Non è poi così maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora