I nuovi amici

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Mia era in strada ad aspettare l'amica Stefania, non faceva che pensare a Teo, ai suoi cambiamenti d'umore ed al fatto che le sarebbe piaciuto passare la serata con lui. Le sarebbe bastato anche solo stargli vicino in silenzio, ad assaporare il suo profumo. Solo a quel pensiero sentì leggere vibrazioni al basso ventre: non riusciva a riconoscersi, non aveva mai provato sensazioni simili. Arrossì persino in solitudine, ma non le dispiaceva affatto quel risveglio che era in atto nel suo corpo.

«Mia, siamo qui... scusa il ritardo, sono una frana. Mi ero fermata a parlare con il regista e avevo perso la connessione con la realtà» esclamò Stefania strizzandole l'occhio.

La conosceva da poco Stefania, ma in quel poco tempo l'amica le aveva fatto capire di essere una ragazza che non restava indifferente al fascino maschile, anzi: cercava di non perdere occasioni. La faceva ridere quel lato di Stefania, sembrava che non se ne facesse scappare uno. «Ciao, non ci sono problemi, sono uscita adesso»: Mia si voltò verso gli altri ragazzi e sorrise. Stefania passò alle presentazioni. «Mia, ti presento Luca, Paolo, Linda e Ilaria: sono alcuni attori che recitano con me, noi ovviamente siamo i "pezzi"migliori della compagnia!» e Stefania terminò la frase con una risata acuta dando delle sonore pacche sulle spalle agli amici.

Sembravano tutti ragazzi simpatici e alla mano e Mia tirò un sospiro di sollievo: un pensiero in meno. «Piacere Mia!» dissero tutti insieme in coro. «Non considerarli, sono una banda di pazzi! Pazzi buoni, però» affermò Stefania, che prese con entusiasmo Mia sottobraccio. «Ho capito dov'è il locale, siamo passati e sentivamo la musica, non mi sembra niente male come posto. E brava la nostra Mia!».

Si avviarono insieme, il ghiaccio era stato rotto: poteva rivelarsi una bella serata, tutto sommato. Aprirono la porta del locale e furono accolti da un "fraseggio" di chitarra niente male. Vi erano diverse persone in piedi al bancone che parlavano fitte fitte tra di loro ed altre sedute, erano tutti molto attenti. Mia riuscì con gli occhi ad individuare un tavolo vuoto, si avviarono allegramente verso il tavolo, scambiandosi battute: presero le due sedie che mancavano e si sedettero. Non erano molto lontano dalla postazione del cantante,lui salutò Mia con un cenno della testa.

Mia ricambiò il saluto con un largo sorriso e con un cenno di mano.L'atmosfera era piacevole, si rilassò e si impose di togliersi dalla testa il volto imbronciato di Teo. Non voleva rovinarsi la serata.
Stefania, curiosa, domandò subito a Mia: «Scusa se sono indiscreta, ma tu conosci il ragazzo che canta?»e con fare guardingo,Mia, annuendo con la testa disse: «Sì,è il ragazzo che mi ha preparato la colazione stamattina» e si voltò per ridargli un'occhiata: "niente male", pensò. Peccato che sentisse una terribile attrazione verso il suo "capo".

Stefania non perdeva tempo e incalzava con le domande: «Ascolta, se non ti interessa, posso chiedergli il numero? Devo essere sincera, non mi permetterei mai di mettermi in mezzo, ma se a te non piace...». Mia rispose in un lampo: «Ero sicura che ti sarebbe piaciuto, fai come vuoi. Io non ho interesse per lui, questo per me è un periodo di transizione. Devo scoprire quello che voglio, anche se temo di saperlo già». Concluse la frase con un'aria triste e sconsolata.
Arrivò la ragazza a chiedere le ordinazioni: «Per me va bene una birra, con un panino cotto e fontina» esordì Mia pensando però che non le sarebbe bastato per riempire il suo stomaco. «Noi prendiamo solo una birra per uno, abbiamo già cenato,grazie» ammise Stefania.

I ragazzi della compagnia erano molto simpatici, si vedeva che avevano un buon feeling: scherzavano e facevano battute a non finire tra di loro, coinvolgendo anche Mia. Luca era particolarmente attento alle esigenze di Mia, cercava il suo sguardo e annuiva e rideva ad ogni cosa che lei diceva. «Non fare caso a Luca, fa il cascamorto con tutte. Basta che respirino» gli sussurrò Linda, all'orecchio affinché nessuno la sentisse.

Miasi fece una grassa risata, aveva già capito il tipo. Rimase comunque lusingata. È strano che quando ti piace una persona più delle altre sembra che gli altri appartenenti allo stesso sesso, nel raggio di un chilometro, lo capiscano e arrivino come calabroni a reclamare attenzione. Non era mai capitato a Mia di poter scegliere tra gli uomini, o forse non se n'era mai accorta. Perché è più facile non vedere la cose che non si vogliono vedere. La serata era appena cominciata e dava l'idea che potesse essere una bella serata. Il cantautore era davvero bravo, aveva una bellissima voce, era un piacere ascoltarlo. Mia era tutta presa dalla musica e dall'atmosfera, a tal punto che non si era accorta che nel locale era presente anche Teo.

«Mia,scusa, ti volevo chiedere una cosa, ma tu non ti girare. Conosci uno strafigo con i capelli color miele, due occhi scuri da far venire i brividi e una bocca da mordere?!?» osservò con fare indagatore Stefania. Il cuore di Mia nel sentire la descrizione fece un capitombolo, iniziò a battere sempre più forte, lo stomaco le si stava contraendo: «Perché mi fai questa domanda, Stefania?» disse con il poco fiato che le era rimasto in gola. «Perché è entrato dieci minuti fa e non mai smesso di divorati con gli occhi» ...il cuore di Mia fece un'altra rincorsa e un doppio salto carpiato. Non riusciva a capire e il respiro era sempre più flebile. Doveva assolutamente girarsi, voleva guardarlo, avrebbe voluto correre da lui. «È Teodoro, il mio capo» asserì Mia con un tono leggero,quasi impercettibile.

Non poteva crederci. «Il tuo capo... ma non è possibile! Ma tutte le fortune a te! Non lo trovo giusto, il barista più che discreto, il capo più strafigo che abbia visto... no, voglio la tua vita»rispose sbuffando con un occhio alzato Stefania.
«E' una storia lunga, quando torniamo a casa ti racconto. Il mio capo fu il mio primo grande amore» e abbassò gli occhi in preda ad una strana agitazione che le faceva contorcere tutte le budella. «Mia a me sembra che sia il tuo capo ad avere una cotta per te! Mamma mia come ti guarda, beata» concluse battendo le mani tutta eccitata per l'amica.
«Cosa pensi che debba fare?» chiese Mia a Stefania.«Fartelo il prima possibile, si sentono le scintille». «Non sono fatta così, io cerco il sentimento. Poi ti assicuro che lui non mi sopporta, mi parla per educazione» rivelò Mia. E Stefania, più convinta che mai: «Secondo me ti sbagli di grosso, mi sembra il contrario. Poverino chiamalo, salutalo, mi sembra così solo».

Mia pensò per pochi attimi a quello che aveva sentito, ragionò sul da farsi e si girò per guardarlo. I loro occhi si cercarono e, nonostante le luci soffuse, erano come incatenati. Mia gli sorrise, si osservarono per un attimo, dopodiché Mia lo invitò, con un cenno della mano, a sedersi con loro.




Non è poi così maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora