Bella figura

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Passarono la prima serata a parlare del più e del meno, Mia accettava consigli utili, immagazzinava il tutto sperando di non dimenticare nulla, si appuntava indirizzi, nomi di strade, numeri delle fermate della metropolitana. Si fece dare l'indirizzo della redazione del quotidiano nazionale con il quale aveva il colloquio organizzato da Alberto.

Si era fatto tardissimo, a forza di parlare le due ragazze avevano perso la cognizione del tempo e a Mia di tempo ne sarebbe rimasto poco per riposare: il colloquio era fissato per le prime ore della mattina, e dalla finestra arrivavano le prime luci dell'alba, le restavano poche ore per dormire e farle passare quel senso di stanchezza; come se non bastasse non era neanche più abituata ad alzarsi presto, i ritmi universitari l'avevano "scombussolata" un po'.

Il momento del suono della sveglia arrivò in un attimo, il caldo tepore del letto quasi le impediva di uscire dalle coperte. Mia amava crogiolarsi il mattino, si riprometteva sempre che le sarebbero bastati cinque minuti, dal primo suono allegro che proveniva dalla radio sveglia,per carburare. Fatto sta che si alzava sempre dopo circa venti minuti dal primo avviso. Per fortuna per quell'occasione aveva preparato, la sera prima, tutto quello che doveva indossare e dopo aver provato diversi completi si era accontentata di mettersi semplici pantaloni neri abbinati ad una camicetta dal colore neutro, che le avrebbe sicuramente permesso di mettere in risalto la sua bella chioma rossa ed il suo sguardo da cerbiatta curiosa. Stefania approvò a pieni voti il completo e il tutto fu aggiudicato con una risata finale.

Niente fu lasciato al caso: il trucco, le scarpe, la borsa e la giacca... doveva fare assolutamente una bella figura, doveva sembrare professionale,semplice e allo stesso tempo non doveva apparire una caricatura di se stessa. La sua altezza non la faceva mai passare inosservata, quindi non poteva esagerare: è triste a dirsi, ma anche l'aspetto fisico ha la sua importanza per un primo incontro di lavoro.

Non è poi così maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora