Il panino

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Teo tornò in tutta fretta nel suo ufficio per iniziare con il lavoro,Mia era alle prese con un'omissione di soccorso e stava facendo tutte le chiamate.

La giornata proseguiva, incurante degli umori della redazione. Il tempo non si ferma mai. Anche se capita molto spesso che si desideri il contrario, specialmente quando si vivono attimi di felicità... sono piccoli momenti che possono durare come un battito di ciglia. Tornò alla mente di Mia il ricordo della sera precedente, di quando vide arrivare Teo al ristorante con il suo sorriso accattivante, con la sua camminata decisa e distinta, si sentì smuovere tutto dentro, al pensiero che quella bocca, un giorno ormai lontano, l'aveva assaporata.

Teo era indaffaratissimo, o meglio faceva in modo di esserlo per non rimuginare: era combattuto, la ragione voleva predominare sul sentimento. Non era convinto di potercela fare, ma ci metteva tutto se stesso.

Si fecero portare il pranzo in redazione da Mauro che rientrava da una mattinata passata in tribunale. «Lavoratori, è arrivato il pranzo:che faccio, dove l'appoggio? Venite qui al tavolo delle riunioni! Teo, devo portarti il panino nel tuo ufficio?» chiese Mauro con un tono sopra la media "consentita". «Ma come urli... non c'è bisogno, mica sono sordo! Mangerò qui con voi.Grazie del pranzo, a buon rendere» ribatté Teo strizzando l'occhio al collega. Mauro non disse nulla ma guardò Rossella con aria interrogativa. Mia corse verso il tavolo che si trovava in fondo alla stanza, vi erano appoggiati diversi vassoi con le cose più diverse per accontentare tutti i "palati": pizza Margherita, con i funghi, con cipolle, un panino enorme salamino piccante e maionese. Mia mise gli occhi sul panino con il salamino piccante e maionese: come faceva Mauro a sapere che era il suo preferito, si domandò.

«Ragazzi, vi dispiace se prendo il panino? Lascio a voi tutta la pizza... ». A Rossella venne da ridere e con fare scherzoso rispose: «Neppure un camionista mangia come te, Mia! Per me fai pure. Io prendo il trancio con i funghi». Mauro invece, un po' imbarazzato, intervenne: «Di solito il panino lo "ordina" Teo... comunque penso che non ci siano problemi, è un gentiluomo». Mia si girò di scatto verso Teo che nel frattempo li aveva raggiunti. «Scusa, non volevo rubarti il pranzo – disse sorridendo - : non c'è problema, mangerò la pizza con i funghi». Teo si rivolse a Mia guardandola dritto negli occhi: «Mia, risolveremo la questione dividendoci il pranzo, non potrei mai privarti di questa squisitezza». Mia sentì il cuore aumentare i battiti: era stato carino con lei, la stava guardando insistentemente, non distoglieva lo sguardo e questo la rendeva tremendamente nervosa. Era come se non ci fosse  nessuno nella stanza, le girava tutto intorno. Con la voce leggermente tremolante, rispose: «Grazie davvero, non riesco a resistere quando si tratta di cibo grasso e poco salutare, sono i piccoli godimenti della vita. Non potrei mai rifiutare un'offerta simile. Troppo gentile». E, con un sorriso incredulo, aspettava il pranzo.

Teo si avvicinò al tavolo, prese l'incartamento contenente il panino e lo divise in parti uguali: una la diede a Mia e l'altra la tenne per sé.




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