L'infanzia "dorata"

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Quella di Teodoro era stata un'infanzia che dall'esterno poteva sembrare speciale, tutti non facevano che ripetergli sempre che era un bambino fortunato. Lui, però, non ne era mai stato convinto. Non la vedeva mai tutta quella fortuna della quale tutti parlavano.

Spesso, ormai da adulto, mentre gli capitava di rivedere delle foto di lui con la sua famiglia, si fermava a pensare quanto le foto spesso possano essere fuorvianti.Dalle immagini fissate nella carta poteva sembrare tutto bellissimo:lui sulla neve, lui vicino ad alberi di Natale bellissimi con la famiglia tutta riunita, lui con la mamma con il padre vicino a loro.Ma sarebbe bastato poco, anche solo soffermarsi un attimo ad osservare le espressioni dei suoi occhi, sempre malinconici: traspariva il senso di estrema solitudine che provava.

Non aveva memoria di momenti felici con i suoi, genitori sempre troppo spesso presi da loro stessi e dalla corsa per la realizzazione personale.Gli unici momenti felici che ricordava erano legati a quelle giornate passate con i nonni a fare passeggiate nei loro grandi giardini: la nonna lo prendeva sempre con sé, baciando le sue gote paffute e rosee come solo quelle di un bambino possono essere.

Quelli sì erano ricordi felici: in fondo all'anima lui era rimasto il piccolo Teo, quello dei panini con il burro e marmellata che faceva di tutto per attirare un po' di attenzione della mamma e accontentare le aspettative del padre.


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