Teo... doro

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Mia osservò con attenzione il suo nuovo capo: si ritrovava di fronte TEO. Erano immersi nel silenzio, quel silenzio che solitamente è necessario per uno studio reciproco. Si osservavano, si analizzavano. Avevano bisogno di tempo. Era come se fossero stati ambedue catapultati in uno spazio temporale parallelo. L'alchimia tra i due cresceva, nonostante facessero inconsciamente di tutto, entrambi, per sedarla. "La vita... come è strana", pensò Mia: sembra sempre, quando ti ritrovi in certe situazioni, che ci sia un disegno ben preciso e che nulla accada mai veramente per caso. Il fato, lo chiamano. Il destino, la predestinazione, cambiano i termini ma il significato è lo stesso: se una persona è destinata ad un'altra, nulla può davvero dividerle. Né la distanza, né l'età... niente.

Mia osservava Teo: lo trovava cresciuto, era diventato un uomo e... che uomo! La sua bellezza era notevolmente aumentata, i lineamenti da ragazzo avevano lasciato spazio a forme più mature. La barba incolta, le spalle larghe, il ciuffo ribelle sulla fronte che faceva venire voglia di sfiorarglielo per rimetterlo a posto. Gli occhi così intensi, intelligenti, profondi. L'unica cosa che stonava un po' era quella sua espressione illeggibile, statica, fredda. Mia doveva assolutamente darsi un contegno, doveva cambiare rotta, altrimenti avrebbe rischiato di schiantarsi alla velocità della luce.

Non è poi così maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora