Lo "schermo"

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Mia si sentiva rigenerata, le faceva sempre bene passare tempo - anche se poco - con persone che sentiva affini. Aveva la capacità di aprirsi completamente anche solo dopo pochi minuti di conversazione: era un libro aperto. Aveva provato, con il tempo, a cambiare atteggiamento, a cambiare il suo essere: spesso questo modo di fare le aveva dato delusioni, si fidava, riponeva se stessa negli altri, non ne poteva fare a meno, era più forte di lei. Dopo diverse riflessioni era arrivata alla conclusione che non avrebbe permesso a nessuno di cambiare il suo modo di essere: non era una stupida, neppure una scellerata, no.

Quella era la sua terapia personale: l'aveva calibrata, studiata nei dettagli. Sapeva benissimo che aprirsi troppo con le persone l'avrebbe resa anche indifesa ai loro occhi, le sarebbe mancato lo "schermo" ma a lei non importava: avrebbe pagato il prezzo, quello che riusciva a trarne era sicuramente superiore e sfogarsi con gli altri la faceva stare bene, la rendeva felice. E poi si rendeva conto che molte delle persone che conosceva avevano il suo stesso bisogno: erano, forse, solo più timorose, ma lei gettava il cuore oltre l'ostacolo sempre. E andava dritta come un fuso.




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