Consigli

80 20 2
                                    

Mia cambiò espressione, si era rattristata di colpo, si chiedeva il perché di quell'atteggiamento, non riusciva a capire: eppure la sera prima le era sembrato più disponibile, meno rigido nei suoi confronti. Rossella capì al volo che Mia era rimasta offesa da quell'atteggiamento e cercò di rincuorarla: «Senti Mia, Teo non è cattivo, è solo incapace di trattare con le persone, specialmente con le donne, se poi sono carine come te la difficoltà aumenta. E' un ragazzo buonissimo ma si avvicina molto ad un orso come modi di fare, quindi comprendilo. Poi se oggi Aldo è qui significa che Teo ha un problema grosso da risolvere: non è da lui, in effetti è da ieri che lo vedo strano, sembra... non so» e lasciò andare il discorso.

La porta dell'ufficio di Teo si chiuse con forza. Mia e Rossella si scambiarono uno sguardo eloquente. Era meglio tacere, il silenzio incerti casi è necessario. E in questo caso lo era sul serio. Teo non era un uomo iroso ma quel giorno sembrava fuori di sé.

Mia si chiedeva perché l'avesse salutata in quel modo, eppure la sera precedente sembrava che le cose tra i due potessero funzionare. Non si era accorta, Mia, dello sguardo che Teo le aveva lanciato: tendeva a far caso solo a particolari negativi quando si trattava del rapporto con lui. In quei casi prevaleva la sua latente insicurezza .

Si misero ambedue a lavorare, lei e l'amica-collega Rossella. La giornata si preannunciava lunga e faticosa. Stranamente non sentirono nessuna voce provenire dall'ufficio chiuso a dovere. Mia era rimasta con l'orecchio teso per tutto il tempo della permanenza di Aldo. Aveva paura che il suo lavoro non fosse piaciuto a Teo e che lui cercasse un aiuto da parte di Aldo per mandarla via: era questo il motivo per il quale l'aveva salutata con un "ciao"tiratissimo?

La sua fantasia, quando spiccava il volo, raggiungeva vette altissime. Mia non riusciva più a tacere, era carica di cose da dire, di paure da mostrare, altrimenti le si sarebbe corroso lo stomaco. Rivolse lo sguardo verso la collega: «Rossella, scusa se ti disturbo ma avrei bisogno di chiederti una cosa, sai.... pensi che il mio lavoro non sia stato svolto bene? Si è notata la mia inesperienza?» disse questa parole tutte d'un fiato, con le guance che stavano prendendo colore. Ma Rossella sembrò cadere dalle nuvole, cerco di riflettere un attimo sulla domanda fatta e scoppiò a ridere sonoramente: «Cara Mia, perché mi fai questa domanda? Perché hai visto Teo teso in quel modo? O perché non è piaciuto a te, il tuo lavoro?». Rossella non lesinava risposte, amava sviscerare i problemi, per renderli più facilmente risolvibili: «Perché se è per Teo, sei fuori strada. Il suo malumore sicuramente non è legato al tuo rendimento sul lavoro, per di più sei arrivata ieri e il lavoro che hai svolto mi sembra ben fatto, quindi non pensarci neppure. Se invece sei tu quella a cui non è piaciuto, allora il discorso da affrontare è un altro». Non riprendeva neppure fiato,continuava imperterrita: «Ti do un consiglio, Mia, sono più grande di te e ci sono già passata.Non esagerare con le pretese personali. Non essere troppo severa conte stessa, è uno sbaglio che facciamo in tante, noi donne. La perfezione non esiste, ci roviniamo la vita inseguendola». Mia ascoltava, rifletteva e disse: «Sono sincera, ho avuto questo dubbio dopo aver visto Teo, la sua reazione... sembra quasi che la mia presenza lo infastidisca, non so il perché...» e chiuse la frase prendendo un respiro profondo.

Rossella aveva tutta un'altra sensazione, ovviamente l'esperienza la facilitava in questo e mentre radunava le scartoffie sulla scrivania ed accendeva il display del computer, rivolse a Mia queste parole con l'occhio alzato tipico di chi la sa lunga: «Cara Mia, sei un po' ingenua. Teo, sinceramente, più che infastidito dalla tua presenza, sembra esserne attratto. Ti guarda come se tu fossi una coppetta di gelato alla crema con il cioccolato fondente fuso sopra...» e con un espressione ironica continuò il suo discorso: «Ragazzi, qui tira una brutta aria, una tempesta ormonale è all'orizzonte. Ti ho visto,sai, come lo guardavi ieri sera... vabbè ora se non ti dispiace sono indietro con il lavoro. Riprenderemo il discorso davanti ad una bella tazza di caffè». Mia sembrava disorientata, a lei aveva proprio dato un'impressione diversa, totalmente diversa.

Volle smettere di arrovellarsi altrimenti non avrebbe concluso nulla quella mattina, per fare un buon lavoro non poteva permettersi di continuare a pensare a Teo. Anche se sinceramente al solo ascolto di quelle parole il cuore prese a scalpitare; il suono era quasi udibile all'esterno! La mente vagava alla ricerca di momenti nei quali aveva vissuto simili emozioni che non le erano nuove. Infatti le sembrava di essere tornata bambina: si rivedeva con la mamma in macchina,mentre andava dai nonni. Ascoltavano la musica felici, la strada in quel tragitto era intervallata da dossi naturali e la mamma per farla ridere aumentava la velocità ed a lei sembrava di volare e, allo stesso tempo, di essere risucchiata dalla gravità. Era come andare al Luna Park , ed era così che si sentiva in quel momento: Mia si sentiva come in una giostra. Avvolta in un vortice di emozioni, quelle emozioni che accompagnano un amore vero. Le venne in mente d'un tratto che non aveva ancora chiamato casa: si era come risvegliata, prese il telefono che era sulla sua scrivania e digitò il numero. Ottenne una risposta al secondo squillo.



Non è poi così maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora