Tentazioni

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Teo non poteva di certo cedere al suo fascino e avrebbe fatto di tutto per allontanarla da lui. Era consapevole che sarebbe stato difficile non cedere alla tentazioni di appoggiare le sue labbra su quelle di Mia: non era cambiata molto, si era ammorbidita nelle forme: una delle prime cose che era riuscito a notare con gli sguardi fulminei che le aveva rivolto era che i suoi fianchi sì ammorbiditi ed il fondoschiena non aveva perso gravità: era sempre così "pieno". I capelli ribelli, quel viso... no, non poteva permettersi di perdere la testa, aveva impiegato così tanto tempo ad acquistare credibilità agli occhi dei colleghi, si era sforzato tantissimo negli anni per dimostrare la propria serietà e adesso sentiva che era vicino al fuoco e... no, non poteva bruciare.

«Aldo non puoi capire, io non sono come te, cazzo! Tu non ti fermi mai,esci con una donna diversa ogni sera, io no. Io non ci riuscirei, mi conosci. Ho paura di perdere il controllo e non posso permettermelo,ho la mia reputazione. Tu fai presto a dirmi di spassarmerla». La telefonata si concluse così: era al punto di partenza senza sapere cosa fare e come affrontare la situazione. Pensò soltanto che aver fatto finta di non conoscerla si sarebbe rivelata la tattica giusta.Quella era la strada da percorrere: considerarla il meno possibile,fare in modo di non condividere la stessa stanza, destare in lei solo antipatia. Così avrebbero potuto funzionare le cose, sei mesi sarebbero passati in fretta. Doveva resistere, la sua reputazione veniva prima di tutto: non avrebbe di certo rovinato tutto a causa di una donna. E che donna!




Non è poi così maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora