CAPITOLO TRENTANOVE

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Buongiorno a tutti!
E Buon San Valentino (anche se io sono single e va beh...)

Spero che il capitolo possa piacervi! È molto in tema nonostante la storia si stia ancora svolgendo a fine Novembre 2015.

Come al solito, lasciatemi un voto e un commento per farmi sapere cosa ne pensate :)
E se vi va, condividete la storia!

All the Love as Always! Xx
- Fra

L'odore del caffè mi riporta lentamente alla realtà. I ricordi che ho di ieri sera, dopo essermi allontanata da Edward, sono sfuocati a causa della stanchezza. Quando lasciai solo il riccio non dovetti pensare, nemmeno per una minima frazione di secondo, a quale fosse la mia meta.

Le lancette dell'orologio continuavano a scorrere inarrestabili, incuranti delle mie mille preghiere perché rallentassero il loro incessante cammino. Nonostante dopo soli cinque minuti mi trovassi già all'ingresso del palazzo, mi pareva che il viaggio in taxi fosse durato diverse ore.

Pagai l'uomo alla guida in tutta fretta, liquidandolo con un gesto veloce della mano. In quel momento discutere sul resto che mi sarebbe spettato non era nella mia lista di priorità. Entrai nell'atrio del condominio a rotta di collo. Faci parecchia fatica a percorrere in tutta fretta il tragitto fino alle porte dell'ascensore, e in quel momento mi trovai a ringraziare di non dover salire tutte le rampe di scale fino al mio piano con ai piedi quei dannatissimi e mostruosi tacchi. Decisi addirittura di disfarmene in ascensore, percorrendo il corridoio che mi portava davanti alla porta di William scalza e con le scarpe in mano.

Non so dire quanto tempo effettivamente passai a bussare con tutte le forze che avevo in quel momento. Ero completamente esausta, e il solo movimento del braccio mi costava uno sforzo fisico immenso. Ed è per questo motivo che dopo qualche tempo fui costretta a smettere di tirare quei colpi incessanti.

Mi sedetti a terra, strofinando la schiena contro il legno freddo della porta. Non mi aspettavo che mi rispondesse o che accettasse di parlarmi, ma non avrei mai creduto nella capacità di un'indifferenza più assoluta. Avevo immaginato che, stanco del rumore, mi ringhiasse contro dall'altro lato della porta di lasciarlo in pace, di andarmene da lì e di lasciarlo solo, di non farmi più vedere da lui.

Tuttavia non accadde nulla di tutto ciò. Rimasi per diversi minuti completamente in silenzio, in ascolto di qualsiasi rumore giungesse dall'interno dell'appartamento.

Mi pareva di vivere una di quelle scene che vengono prodotte spesso nei film e telefilm: quelle scene in cui i due protagonisti dopo aver litigato, ed essersi allontanati l'uno dall'altra, si ritrovano con le spalle allo sesso muro, talvolta ignorando addirittura la presenza dell'altro. In quei casi di solito è sempre il ragazzo a cercare le parole giuste per scusarsi, per trovare le giuste parole per aprirsi completamente alla ragazza.

Invece in quel preciso momento ero io a trovarmi in quella situazione. Sentii il cuore battere, e il sangue pulsare eccessivamente nelle orecchie. Riuscii a percepire la sua presenza, come se il calore emanato dal suo corpo attraversasse la superficie e si scontrasse contro la mia pelle.

La mia testa si curvò all'indietro, appoggiandosi alla superficie dura e liscia. Chiusi gli occhi cercando di concentrarmi e trovare le parole giuste per iniziare a parlare. Ero certa che mi potesse sentire più che bene, anche se avesse continuato a non fiatare per tutto il tempo.

<<Sto cercando di trovare delle belle parole, sai quelle che trovi nei libri? Quelle che riescono in pochi minuti a cambiare tutto il corso di una storia, la vita di un personaggio. In questo momento sento di essere un personaggio, ma quelle parole meravigliose e spettacolari io non le ho, non le trovo, e non riesco a dirtele.

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