La peggior settimana della mia vita. Ecco come posso definirla.
Essere costretta a lavorare con William. Ormai gli ho rivolto tutti gli insulti presenti sul dizionario.
Non so più come definirlo in effetti.Mi sono rifiutata per l'intero tempo di dividere il mio spazio e la mia aria con lui.
Sono stata chiusa a lavorare nel mio ufficio e gli ho inviato al massimo tre e-mail in tutto quando sono stata costretta a comunicargli i risultati del mio lavoro.
Se dovessimo trovarci contemporaneamente sullo stesso ponte, lo spingerei certamente di sotto in meno di cinque secondi.
Invece Ed è da una settimana che ogni mattina mi viene a chiedere come io stia, e se mi debba portare la colazione.
Ogni volta che Ed mi si avvicina, o che mi avvicino io a lui Alex e Kev sono sempre nelle vicinanze.
Proprio come ora."Hey bellezza!"
Sono concentrata sulla conversazione con Kevin quando sento arrivare l'altro ragazzo alle mie spalle.
Mi volto nella sua direzione sorridendo. E sono certa dello sguardo di Kev che mi perfora il cranio anche se non riesco a vederlo.
Pettegolo.
"Ed! Come va?" Iniziamo a parlare, mentre gli faccio cenno di dover andare nel mio ufficio, e lui mi segue allontanandoci man mano dalla curiosità del mio amico.
Per mia fortuna non ci imbattiamo in Alex. Oramai è diventata una detective, dovrei consigliarle di cambiare lavoro. Sono sicura che riuscirebbe a farsi una fama più che discreta. E anche l'abbigliamento cappello, occhiali da sole addosso perennemente e trench color beige le donerebbe.
Quando arrivo davanti alla porta del mio ufficio noto immediatamente un post-it giallo attaccato vicino alla maniglia. E non ho alcun dubbio su chi possa avercelo messo. L'ho visto attraversare l'ingresso giusto un quarto d'ora prima dell'arrivo di Ed.
Mi chiedo che problem abbia, per quale santissimo motivo non poteva mandarmi una mail che poi avrei letto? No, lui deve essere sempre l'alternativo della situazione.
"Chi ti lascia i post-it attaccati alla porta? Chiunque sia non poteva venirti a cercare o lasciarti un messaggio scritto sulla scrivania e non sulla porta?" Dice il ragazzo al mio fianco tra il divertito e lo scioccato.
In effetti, chiunque altro sarebbe potuto venirmi a cercare per riferirmi ciò che aveva da dirmi. Ma forse c'è un piccolo particolare che mi sono dimenticata di raccontare sia al ragazzo che ai miei amici.
"La porta quando non sono in ufficio la tengo sempre chiusa a chiave, che ho solo io e la direttrice."
"Aspetta... Tu... Tu chiudi la porta a chiave? E per quale motivo? Nessuno ti ruberebbe mai nulla. E poi ci conosciamo tutti in questa redazione." Mi risponde mostrandomi l'ovvietà dell'assurdità del mio gesto.
"Se nessuno usava le chiavi in dotazione per chiudere le porte in questo posto non significa che io non possa decidere in maniera diversa da tutti."
"Non capisco che motivo ne hai... Aspetta, quel tuo amico si intrufola negli uffici degli altri mentre non ci sono?"
"Cosa?" Sta per caso implicitamente dando a William del ladro? o della talpa? Io non ho mai detto nulla del genere, e nemmeno l'ho pensato!
"No, come ti possono venire in mente certe idee? William non farebbe mai nulla del genere. Non è quel tipo di persona!"
"Tu stessa mi hai detto che in passato sei stata delusa spesso dal suo comportamento. Come puoi escludere che faccia una cosa del genere così a prescindere?"
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Lacrime & Diamanti
Chick-LitFederica: una ragazza che si trasferisce a New York per iniziare una nuova vita, e lasciarsi alle spalle tutto ciò che conosce. Ma il fato per lei ha predetto diversamente. William: il peggior incubo di Federica. Cosa ha in serbo la vita pe...