Settembre 2010
Dire che oggi è una giornata di quelle che quando iniziano male possono continuare solo in modo peggiore è solo un eufemismo. Proprio di quelli belli e buoni.
Se avessi potuto, sarei rimasta sicuramente rintanata sotto le mie coperte, calde ed accoglienti.
E giuro che stavo anche per attuare il mio piano.
Era appena suonata la sveglia, e dopo averla spenta mi ero semplicemente rigirata sull'altro fianco aspettando che il sonno si rimpossessasse del mio corpo.Ma quando finalmente ero riuscita a chiudere gli occhi e tornare al mondo dei sogni, un brutto presentimento mi aveva investita.
Mi ero immediatamente messa a sedere tra le coperte, cercando di mettere a fuoco il più velocemente possibile il piccolo calendario appoggiato sul comodino.Le croci rosse sopra i numeri che segnano i giorni di settembre spiccavano sulla carta bianca. E la prima cosa che ero riuscita a notare era che il primo giorno non contrassegnato con esse, ovvero oggi, riportava però a lato una scritta.
Avevo preso in mano quel prezzo di carta per leggere la scritta sopra meglio.
Tutto quello che è successo dopo, è stato troppo frettoloso e incomprensibile fino in fondo.
I miei occhi si sono spalancati e ho sentito il mondo crollarmi addosso.
Quello doveva essere il primo giorno di scuola e sarebbe sicuramente stato un completo disastro.Tutti i miei programmi iniziali erano andati in fumo quando, alzandomi dal letto, mi ero accorta che non avrei avuto nessuna possibilità di rendermi più che presentabile data l'ora.
Mi sarei dovuta presentare al primo giorno del liceo come se mi fossi solo appena alzata dal letto.
Ed era proprio così.
Mentre mi vestivo e preparavo per uscire in tutta fretta non potevo fare altro se non pensare a come sarei apparsa agli occhi di tutti i presenti.
Sembrava che qualcuno mi stesse guardando e mi stesse chiedendo di fare una scelta: fare una buona impressione alle persone con cui avrei trascorso i cinque anni che stanno per iniziare oppure interessarmi a cosa avrebbero subito pensato i professori a causa del mio ritardo.
Non serve davvero che io spieghi realmente cosa ho preferito fare, vero?
Non avevo certamente voglia di inimicarmi già il primo giorno i professori. Non ho intenzione di rovinarmi irrimediabilmente cinque anni della mia vita, già dal primo giorno soprattutto.
Sono arrivata davanti all'edificio in cui passerò la maggior parte, e già ad una prima occhiata non posso dire di sentirmi la persona più felice e positiva che ci possa essere.
L'edificio è completamente grigio, e sono certa che renderà tali anche le mie giornate.
L'unico pensiero che mi fa nascere un piccolo sorriso sulle labbra è quello che mi fa pensare che sto conquistando il mio sogno.
Ho passato anni a immaginare come sarebbe stato questo giorno.
Ripensandoci ora è tutto così futile, inutile e stupido. Ma una parte di me non può negare di conoscere i veri motivi per cui passavo ore ed ore, fino a volte ad addormentarmi senza rendermene conto, a pensare a cosa sarebbe successo, a come sarebbe stato magnifico circondarmi di persone completamente sconosciute che non avrebbero avuto nessun pregiudizio su di me.
Non posso dire di aver mai avuto una vita che non mi soddisfacesse. Tutt'altro invece.Sono sempre stata circondata da tutto l'amore che potessi desiderare. Ma sento di dover cambiare, sento che è il momento per me di cercare il mio posto.

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Lacrime & Diamanti
Literatura KobiecaFederica: una ragazza che si trasferisce a New York per iniziare una nuova vita, e lasciarsi alle spalle tutto ciò che conosce. Ma il fato per lei ha predetto diversamente. William: il peggior incubo di Federica. Cosa ha in serbo la vita pe...