CAPITOLO TREDICI

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Provo ad aprire il discorso con Alex. Devo raccontarle del mio nuovo vicino.

"Sai quel ragazzo con cui ho parlato quando eravamo a fare colazione l'altro giorno?"

"Certo." Mi fa un sorrisetto complice "Si chiamava William, vero?"

"Già proprio lui..." Questa sua eccitazione mi spaventa. Anzi, a dir poco mi terrorizza.

"Che è successo? Lo hai rivisto?" Alt, alt! Lei come ha fatto a capirlo?

"Sì, e non dovresti esserne felice!" La ammonisco appena noto la sua espressione come di una che ha capito tutto. Così muta ancora atteggiamento, mettendosi nei panni della ragazza maltratta dalla migliore amica. Ma questa volta non cedo a tutte le sue smorfie. Sarò irremovibile.

"Ecco, l'altra sera mentre rientravo a casa dopo l'aperitivo al pub..." Mi imbarazza raccontare il mio incontro-scontro. "Allora, ero sulla porta che cercavo le chiavi. Sai quei maledetti momenti in cui sembra che la borsa non abbia una fine? Tipo quella di Hermione Granger... Ecco.

In quel momento ho sollevato la testa e me lo sono trovata davanti."

"A quanti centimetri? C'era elettricità? Gli hai letto negli occhi desiderio sessuale represso?"

"Desiderio sessuale represso? Ma chi usa queste espressioni? Comunque, no. Ho fatto di tutto per allontanarmi..."

"Ma lui ti ha trattenuta, vero? E poi c'è stato il tanto fatidico bacio davanti alla porta. Dopo tu ti sei scusata e sei entrata in casa con un sorriso che andava da un lato all'altro della faccia..."

"Stop! Mi vuoi fare vomitare? Ma poi, mi chiedo dove te le sogni certe cose: la notte oppure ti escono così senza troppa fatica?"

"Hey! Stai urtando il mio povero cuoricino! Lo senti questo rumore? Ecco è lui che si rompe in mille piccoli pezzettini per colpa tua! E comunque non sono io che sostengo di essere impegnata in una relazione con dei personaggi di fantasia!"

"Tesoro, Alex, io ti adoro. Sai che senza di te la mia vita non è la stessa. Vero? Ma non posso farci niente se il mio futuro marito deve possedere determinate caratteristiche ben precise. Ad esempio deve avere un rigoroso accento inglese..."

"Ti prego, non farmi pensare a tutte le volte che senti un accento inglese che cosa fai! Sei imbarazzante amica mia!"

Le faccio una linguaccia. In fin dei conti non è colpa sua se non sa apprezzare la reale bellezza. E poi non posso negare di amare quell'accento. È la cosa più sexy che esista a questo mondo. Non posso fare nulla per cambiare la situazione, è una mia piccola fissa che non rovina mica il mondo!

"Alex, ora devo andare. Domani devo svegliarmi fresca e riposata. Devo prendere i nuovi incarichi e per di più devo sistemare casa. Tra qualche giorno arriva Bea."

"Tesoro tranquilla. In effetti si è anche fatto tardi. Sarà il caso che anche io vada a letto."

La saluto con un abbraccio di quelli stritolatori. Mi è mancata veramente troppo.

Bea sarebbe arrivata di lì a tre giorni. Dovevo sbrigarmi a svolgere tutte le faccende, e non sapevo ancora quanto tempo mi avrebbe preso il nuovo incarico lavorativo.

Volevo accoglierla nel migliore dei modi. Sapevo altre-sì che qualcosa si era rotto tra di noi qualche tempo addietro.

Alex si è offerta per aiutarmi. A patto che io poi le racconti senza omettere alcun dettaglio il perché del mio rapporto così strano con William. Ho accettato, sperando che se ne dimentichi, il prima possibile. In fondo si dimentica sempre di quello che le si dice.

Lacrime & DiamantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora