CAPITOLO DICIANNOVE

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Appena sono tornata a casa ieri sera ho ricevuto un messaggio da Kev in cui mi diceva che aveva organizzato l'uscita per questa sera. Quel ragazzo deve proprio odiare il suo appartamento per volerci passare così poco tempo. Ma sono troppo curiosa di conoscere il ragazzo con cui esce. Da quello che ho capito per lui non è affatto facile riuscire ad avere una storia stabile. E credo che sia proprio per questo che sembra un ragazzino al primo amore. Devo ammettere che forse la mia è anche un po' invidia, ma solo forse. In tutto questo l'importante è che il mio amico stia bene.

Il messaggio terminava con una minaccia. Si riferiva al mio abbigliamento. Non capisco perché odi così tanto la mia passione per i jeans e le scarpe basse. Prima o poi dovrò chiederglielo. Per oggi però decido di accontentarlo. In fondo è la sua serata, e non voglio essere io a rovinargliela in nessun modo. È stato più complicato convincere Bea a vestirsi da donna e non da uomo. Ha passato l'intero pomeriggio a sbuffare e a cercare di convincermi in qualsiasi modo. È arrivata addirittura al punto di supplicarmi. Ma io sono stata irremovibile. O meglio Kev lo è stato e io facevo solo il passaparola.

Quindi ora sono qui dopo un'intera giornata di lavoro a dovermi impegnare per vestirmi e truccarmi quando io in realtà vorrei solo potermi sdraiare sul divano a guardare le serie tv che ho trascurato e mangiare schifezze. Oggi è stato meno complicato. L'aria tra me e William era meno tesa. E purtroppo se ne sono accorti tutti, ma veramente tutti. Addirittura la direttrice è arrivata a chiedermi il motivo di questo cambiamento.

È entrata nel mio ufficio questa mattina mentre William  era a sistemare degli affari presso al sua azienda.

"Sai che ritengo una buona complicità tra colleghi un elemento indispensabile per la riuscita ottimale del nostro lavoro. E ho notato con piacere che tu e il signor Villa riuscite a collaborare in maniera impeccabile. Non ripiango per alcun motivo la mia scelta di averti affidato questo incarico." Parla con un tono tranquillo e cortese che allo stesso tempo mostra tutta la sicurezza che questa donna ha di sé. Non posso fare altro che stimarla per le sue capacità. Naturalmente sorrido fiera dei complimenti appena ricevuti. Tuttavia la mia gola e la mia bocca sono riarse peggio del deserto del Sahara. In qualche modo mi fa male sentire parlare di me e William e della nostra collaborazione. È una strana sensazione, che non ho mai provato prima. Dopo questo incontro con il capo devo dire che la giornata è proceduta al meglio.

Quando William è rientrato mi ha portato un caffè bollente. Gliene sono stata grata. Ma subito dopo mi sono paralizzata. Ho sentito la schiena gelarmi di paura. No, non può succedere di nuovo. Devo evitare che chiunque si faccia male ancora una volta. Ho mantenuto un atteggiamento cortese, ma sono diventata molto più fredda e distaccata durante tutto il pranzo e il pomeriggio. Ha notato il mio sbalzo d'umore, ma non si è comportato come al solito. Di solito appena io diventavo distante, lui si innervosiva e iniziava a stuzzicarmi. Invece oggi mi è sembrato molto più tranquillo. Per fortuna Bea non ha ancora scoperto nulla. E spero non lo farà mai.

Ora sono in bagno che cerco di allacciarmi la cerniera posta sulla schiena. Saltello nel tentativo di riuscirci meglio. Penso che da fuori mi potrebbero paragonare a un cane che si attorciglia rincorrendosi la coda. E in effetti sto avendo il suo stesso risultato. Perché non riesco a chiudere completamente il vestito finché non arriva la mia amica in mio soccorso. La ringrazio di cuore, e continuo a prepararmi. Indosso una collanina leggera che termina in un punto luce. Bea mi fissa stranita.

"La hai ancora? E soprattutto la indossi?" In tutta risposta la guardo allibita attraverso lo specchio sopra la mia spalla.

"Perché ti sembra così strano? È un semplice ciondolo..."

"No, non lo è. È il regalo del tuo ultimo compleanno che abbiamo trascorso insieme, tutti insieme." Calca la parola tutti e deve trattenersi dal non alzare il tono di alcune ottave. "E il regalo era nostro, non solo mio."

Lacrime & DiamantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora