Un prepotente bussare riportò crudelmente Eirlys alla realtà.
La ragazza era inginocchiata ancora sul pavimento, le mani completamente sporche di sangue e la boccetta stretta nel pugno destro. Presa dal panico, sentì il respiro farsi più difficoltoso e si impose di tranquillizzarsi. "Ragiona Eirlys!", si ordinò mentre un'altra serie di colpi contro la porta la fecero sobbalzare.
Si tirò su con le poche forze che le rimanevano e nascose il lenzuolo macchiato e la boccetta sotto il pagliericcio che le faceva da letto. Gettò uno sguardo alla gonna del suo vestito, anch'essa orrendamente macchiata di rosso, e cercò di pulire la bocca e il corpetto dai residui di vomito. Il suo aspetto era quasi grottesco così sudata, sporca e rossa in viso per il pianto e per il caldo asfissiante che permaneva in quella camera. Stringendo ancora il pugno, si accorse di avere delle schegge di legno conficcate nel palmo e con un gemito di dolore sentì il sangue scorrerle copioso lungo il braccio. Stava quasi per decidere di ignorare il continuo bussare alla porta, fingendo di non essere in camera o di non desiderare visite, quando sentì lo stipite di legno tremare e l'uscio aprirsi di colpo.
Colta di sorpresa, non riuscì a reprimere un grido di allarme e indietreggiò di alcuni passi, in modo da potersi riparare dietro il pagliericcio. Sentì l'acido risalirle la gola, come se si aspettasse che ad entrare nella stanza fosse una creatura demoniaca o lo strano messaggero che l'aveva sottilmente convinta a compiere un gesto senza via di ritorno.
In realtà, e forse dal suo punto di vista era una realtà ancora più spaventosa dell'essere demoniaco, in piedi sull'uscio della porta comparve Ivar, imponente in tutta la sua mole. Era anch'egli sudato, rosso per le quantità spropositate di alcol bevuto e per l'attività fisica svolta, e reggeva in una mano la sua retina per capelli, la stessa che Eirlys aveva perso poco prima danzando.
<< Principessa ...>>
Eirlys vide per un attimo Ivar guardarla orripilato e sorpreso. Strinse nel palmo la retina e fece per dirle qualcosa ma le parole gli morirono in gola nel momento in cui vide il sangue inzuppare le maniche del vestito della sua promessa sposa. Chiuse le labbra, riacquistando all'istante il suo aspetto composto, e il suo volto smise di tradire qualsiasi emozione. Eirlys poté osservare i suoi caldi occhi castani raggelarsi e l'espressione del suo viso indurirsi.
<< Venite con me.>> le ordinò, e fece per incamminarsi nel corridoio, sicuro di essere obbedito senza nessuna obiezione.
La giovane principessa invece rimase pietrificata al suo posto, senza alcuna intenzione di seguire quell'uomo. Lo vide girarsi di nuovo a guardarla, un'espressione indecifrabile stampata sul viso.
<< Non ho nessuna intenzione di seguirvi.>> affermò lei, senza tremori alla voce.
Ivar sospirò pesantemente ed Eirlys, quasi sul punto di piangere di nuovo, ebbe l'assoluta certezza che il suo unico desiderio in quel momento fosse di percuoterla. Ma come aveva osato rispondergli in quel modo? Ivar sarebbe stato suo marito tra meno di una settimana e, beh, anche lei sapeva perfettamente che una donna era assoluta proprietà del suo sposo. Ivar avrebbe potuto ben presto far di lei tutto ciò che desiderava. Quella consapevolezza bastò per farle tremare convulsamente le mani.
L'uomo spalancò il palmo che reggeva la retina e la lasciò cadere sul pavimento con una sorta di disprezzo mal celato.
In poche semplici falcate fu ad un passo di distanza dalla giovane principessa. Le afferrò i polsi, impedendo alla ragazza di opporre alcuna resistenza, ed esaminò scrupolosamente i palmi delle mani sfregiati.
<< Cosa avete combinato?>> le domandò in tono quasi sconvolto.
La ragazza cercò di divincolarsi, lottando con tutte le sue forze contro la stretta ferrea dell'uomo, e cominciò a piangere per la frustrazione.
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La dama rossa
Historical Fiction[COMPLETO] Carlyon, 1094. Eirlys Ffelig viene accolta nella capitale Carlyon solo dal freddo e dal silenzio. Nata e cresciuta prigioniera nella fredda fortezza di Scilly, é conosciuta solamente come la figlia del deposto re di Lyonesse Tristan VII e...