Capitolo 18: Misera vita

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Eirlys non riusciva a muoversi. Il dolore al petto era talmente forte che le impediva di pensare, parlare, addirittura respirare. Stava annaspando, come se fosse con la testa sott'acqua e non riuscisse a risalire in superficie. Fissava solamente quella massa informe, carbonizzata, inerme sotto la pioggia inesorabile mentre ogni cosa perdeva qualsiasi importanza. Eoghan non c'era più. Quella frase le rimbombava nel cervello e ogni volta le squarciava il cuore. Il suo bambino, quella creatura tanto indesiderata prima e così amata poi. Lui l'aveva salvata, lui le aveva permesso di guardare alla sua esistenza da tutt'altra prospettiva. Eirlys si sentiva vuota ora, incredula, devastata mentre una furia cieca le cresceva nel cuore. Eoghan era morto per le colpe di altri: colpa sua, una madre assassina in grado di compiere delle azioni atroci, colpa di sua nonna, una puttana disposta a sacrificare qualsiasi cosa per il potere, e colpa di Conall, forse una volta solo una povera vittima ma ora un carnefice esattamene come loro.

Non c'era più bisogno di alcuna parola, non era necessario continuare a fingere e a giocare come avevano fatto in tutti quegli anni. Le carte ora erano tutte scoperte, la verità era venuta a galla, per quanto amara e dolorosa. Eirlys non era una regina, né una principessa e nemmeno più una madre. Conall era un erede al trono martoriato, una forma di vita penosa e raccapricciante. Entrambi non avevano più nulla da perdere, entrambi non vedevano un futuro per loro stessi, entrambi erano arrivati al capolinea. Basta parole, basta segreti, basta giocare.

Eirlys strinse l'elsa del pugnale di Ivar nella mano e si rialzò in piedi. Avrebbe posto fine a tutto questo, alle bugie e alla guerra. Gettò uno sguardo al corpo di suo figlio, a quell'unico germoglio di purezza che per tutto quel tempo l'aveva separata dalla disperazione e dalla follia, e poi si avventò contro Conall con un urlo che le nasceva dal petto.

Il giullare si scansò rapidissimo e il colpo di Eirlys tagliò il vuoto. Scivolò sul pavimento della terrazza pieno d'acqua e si aggrappò alla ringhiera di marmo che la separava dallo strapiombo sul mare. Le onde erano altissime, minacciose, si abbattevano con forza sul lato del palazzo quasi che volessero inghiottirlo e farlo scomparire per sempre dalla faccia della Terra. In quell'attimo di esitazione Eirlys si sentì afferrare per la gola da una morsa ferrea e l'aria le mancò d'improvviso, cominciò ad annaspare e a dibattersi mentre la stretta che le stringeva la gola si faceva sempre più stretta e inesorabile. Lo sentiva il fiato di Conall vicino al suo viso, l'odore ripugnante della sua pelle e il fremito del suo corpo mentre tentava di strangolarla.

<< Stai per morire ...>> le mormorò facendo guizzare la lingua mentre sentiva le proteste di Eirlys farsi sempre più deboli. << Quanti anni ho atteso questo momento.>>

La giovane lo sentì per un attimo allentare la presa, quasi che sognasse a occhi aperti che lei fosse già morta, e ne approfittò per mordergli con forza il braccio. Avvertì l'odore penetrante della sua pelle, il lerciume che lo ricopriva, ma non desistette. Continuò a mordere mentre Conall urlava fin quando non sentì il suo sangue riempirle la bocca. A quel punto mollò la presa e lui la scansò via con uno schiaffo, reggendosi il braccio ferito, strabiliato da quella reazione. Eirlys non temporeggiò: si avventò su di lui con tutta la sua forza e gli piantò il pugnale fino all'elsa nella spalla. Conall non si arrese al dolore, la scansò con un calcio facendola rotolare sul pavimento bagnato. Eirlys batté la testa e per un momento vide tutto nero. Conall le fu subito addosso e le puntò la lama dritta alla gola.

<< Ti sgozzerò ora e porrò fine per sempre a tutta questa storia.>> urlò, folle, disperato, mentre l'odio che covava da decenni minacciava di logorarlo. << Poi finalmente porrò fine anche alla mia di vita. Misera vita!>>

Eirlys fu più rapida. Si sfilò dalla sua presa e lo colpì con un calcio in faccia con tutta la forza che aveva. Conall, tramortito, lasciò cadere il pugnale e in un attimo Eirlys fu di nuovo su di lui. Lo afferrò per la gola, costringendolo a terra, bloccando il corpo di lui che si dimenava con il suo. Le fu subito chiaro che non aveva la forza di ucciderlo in quel modo, così con uno scatto repentino si tirò in piedi e raccolse il pugnale. Il giullare le si avventò contro, le sferrò un pugno, tentò di riafferrarle la gola, ma Eirlys stavolta non si fece trovare impreparata. Gli piantò il pugnale nel petto. Alla prima pugnalata Conall rimase strabiliato e si immobilizzò al suo posto. Alla seconda cadde in ginocchio e cercò in qualche modo di difendersi. Eirlys gli fu addosso immediatamente e lo colpì ancora e ancora e ancora. Le mani si riempirono di sangue, l'acqua sul pavimento si tinse di rosso mentre la sua furia aumentava, mentre il dolore per la perdita di Eoghan la logorava.

<< Eccola la tua fine, fratello!>> urlò e si stupì delle sue parole.

Un'ennesima pugnalata si fermò a mezz'aria, Eirlys si accorse che il corpo sotto di lei era privo di vita, e lasciò cadere il pugnale nella pozza di sangue che si era allargata sotto il corpo di Conall. Si guardò le braccia, zuppe di sangue, e si rese conto di una cosa: l'uomo che aveva appena ucciso era suo fratello, il suo unico fratello, il carnefice del suo bambino. Un'ondata di dolore le riempì il petto, così forte da lasciarla priva di forza, e lei si accasciò sul corpo di Conall e finalmente sentì le lacrime sopraggiungere, crudeli e dolorose.

<< Che misera vita ...>> mormorò all'orecchio di quel cadavere, tra i singhiozzi, e ripensò a tutto ciò che era accaduto, a tutte le bugie, a tutte le sciagure, a tutte le atrocità. Quanto misera era stata la sua vita, quanto miseria aveva portato in quella degli altri.

Si lasciò cadere sul pavimento del terrazzo, nel sangue di suo fratello, e fissò il cielo nero e la pioggia inesorabile.

<< Sommergimi.>> gridò al mare. << Inghiotti me e quest'isola maledetta.>>

Nota autrice

Ok, cari lettori. La storia sta per finire, possiamo cominciare il conto alla rovescia. Dopo questo ci saranno ancora altri due capitoli più l'epilogo. Non so dirvi la felicità che provo di aver quasi concluso questo romanzo, per me è un passo importantissimo. Vi ringrazio di avermi continuato a supportare, di avermi spinto a continuare a scrivere e mi scuso per i tempi di attesa lunghissimi. Senza di voi questa storia non sarei riuscita a concluderla, anzi non sarei arrivata nemmeno a questo punto. Quindi grazie.

Il prossimo capitolo arriverà prestissimo.

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