Eirlys urlò con tutte le sue forze. Quel calore insopportabile le stava divorando la faccia.
<< Sei un mostro.>> urlò ancora Tristan, cercando di spingerle ancora di più il viso nelle braci ardenti del caminetto.
Mostro.
Eirlys cominciò a scalciare ma la presa di Tristan sul suo corpo era troppo forte. Le gravava addosso con tutto il suo peso e le permetteva a malapena di respirare. Era in trappola, sola, alla mercé di quell'odio che lei stessa aveva contribuito ad alimentare. Ma non sarebbe morta quel giorno con la pelle squagliata. Non avrebbe rinunciato a tutto ciò per cui aveva lottato.
La mano destra era libera. Tristan le aveva probabilmente rotto il polso costringendola a lasciare la sbarra di ferro ma Eirlys non avvertiva più alcun dolore. Era il fuoco ora il male più grande. Repentinamente e senza un attimo di esitazione, afferrò con la mano i carboni ardenti e li gettò sul viso stravolto dall'odio di Tristan. Il ragazzo urlò di dolore e mollò la presa. Eirlys fu in piedi con uno slancio, sentiva la parte destra del viso andare a fuoco ma non osò toccare la ferita mostruosa che quel farabutto le aveva inferto. Afferrò la sbarra di ferro dal pavimento e si scagliò contro il marito.
Colpì Tristan in pieno viso, rompendogli il naso, e il sangue del re gli sporcò gli abiti e la faccia. Continuò a colpirlo, impazzita, urlando, la rabbia che fuoriusciva ad ogni colpo mentre il corpo di Tristan barcollava, il viso ridotto ad una maschera di sangue. Lui infine cadde in ginocchio di fronte a lei, sconfitto, annientato, un mostro esattamente come lei.
<< Sono io la regina!>> gridò. << Sono io la regina di Lyonesse! Solo io!>>
Lo colpì ancora e lui cadde sdraiato. Faticava a respirare, non era più in grado di parlare e Eirlys infine decise. Era ora di confessare tutti i suoi peccati, era ora di svuotare la sua coscienza. Quella storia era finita. Tutti erano morti. Solo lei era sopravvissuta.
<< Ho ucciso io tuo figlio.>> confessò. << L'ho ucciso io.>> cominciò a piangere, nemmeno lei sapeva bene il perché. << E ho ucciso Catrina. Si è suicidata per causa mia.>> le lacrime le facevano bruciare ancora di più la faccia. << Sto per uccidere te.>> rise, guardando il soffitto. Non poteva credere a quello che aveva fatto. Non riusciva nemmeno ora, con la faccia mezzo bruciata, a comprendere i crimini di cui si era macchiata. << E ho fatto uccidere Ivar. Non c'è più nessuno. Solo io, la regina di Lyonesse!>>
Tristan sembrava volesse parlare, sembrava guardarla, ma non era più un uomo. Era una maschera di sangue, quella era la sua fine. Eirlys si abbassò vicino al suo volto, sentiva il suo flebile respiro sulla faccia che bruciava, e decise di ascoltare le sue ultime parole.
<< È troppo tardi.>> le sussurrò lui e sembrò poi che la sua faccia sorridesse.
Eirlys sentì la rabbia montare. Afferrò la sbarra di ferro e la conficcò nel petto Tristan. Lo sentì gemere, ansimare ed infine lo vide morire. Lì, steso su quel pavimento, Tristan VIII, re di Lyonesse, ultimo della sua stirpe, esalò l'ultimo respiro.
<< Ci sono solo io.>> mormorò ancora Eirlys.
Dopo quattro anni dal suo arrivo a Carlyon, era rimasta solo lei. Meliodas, Blaine, Catrina, Tristan e Ivar erano tutti morti. Solo lei era viva, solo lei poteva sedere su quel trono.
Si tirò in piedi, ignorando le sue ferite e quella metà del suo volto mostruosa. Afferrò la corona di suo marito, il re, morto col volto sfigurato su quel pavimento e cominciò a correre verso il suo traguardo. Nessuno poteva più strapparglielo dalle mani.
I corridoi erano vuoti. Nessuno poteva sospettare cosa fosse realmente successo. Tristan e Eirlys avevano litigato spesso in quegli ultimi mesi. Tristan si era indebolito, mettendosi tutti i suoi nobili contro, mentre Eirlys era diventata il vero regnante. Tanti erano adesso gli uomini che le erano fedeli e che l'avrebbero aiutata in quella guerra. Ma cosa significava "è troppo tardi"? Eirlys non lo sapeva.
Spalancò le porte della sala del trono. Era vuota, scura, polverosa. Solo una flebile luce dalle torce esterne penetrava attraverso le piccole finestre. Quello serviva ad Eirlys.
Si precipitò verso il trono e si accomodò sullo scranno più alto, quello che era stato di suo padre, il suo unico vero posto. La corona le calzò alla perfezione sulla testa e la giovane regina poté finalmente alzare il capo sulla vasta sala per godere del suo trionfo.
<< Eccomi qui.>> mormorò. << Il mio viaggio è concluso.>>
Immaginò la folla gremita, le urla di giubileo in suo favore, il fasto e la regalità del suo regno. Lei sarebbe stata una regina magnanima, un regnante glorioso e illuminato. Lei sarebbe stata ricordata per tempo immemore.
<< Eccoti, finalmente.>>
Una voce rimbombò nel silenzio della vasta sala ed Eirlys si risvegliò immediatamente dal suo sogno ad occhi aperti. Lo vide subito Conal in piedi dritto di fronte a lei, il viso scoperto e deturpato. Non si nascondeva più, non rideva più, non scampanellava più.
<< Ho ciò che è mio. Sono io la regina di Lyonesse.>>
Conal cominciò ad avvicinarsi lentamente, un passo dopo l'altro. Ghignò e allargò le braccia.
<< Sei un mostro ora.>> batté le mani. Una, due volte. << Un mostro esattamente come me. Che strano il destino.>>
Eirlys riavvertì in quel momento il dolore alla faccia e quasi le mancò il fiato. Com'era adesso il suo viso? Mangiato dal fuoco. Si accorse che non riusciva più a vedere nulla dall'occhio destro. Le venne da piangere.
<<Il tuo viso rispecchia i tuoi peccati. Sei un mostro dentro e sei un mostro anche fuori.>>
Eirlys si alzò di scatto dal trono. La corona le cadde dalla testa e rimbalzò sul pavimento. Rotolò via, incurante della sua padrona, e giunse ai piedi di Conal.
<< Anche lei fugge via da te. Sa che non le appartieni.>> continuò il giullare.
<< Smettila di tormentarmi.>> urlò Eirlys.
Il giullare rise con cattiveria. Prese la corona e la rigirò tra le mani.
<< Questa corona appartiene a me!>> urlò infine, stringendo talmente forte l'oggetto tra le dita che Eirlys temette potesse spezzarlo. << Non a te, non a Tristan, né a nessun altro.>>
La gettò via, lontana, mentre Eirlys rimase ammutolita al suo posto.
<< Tua madre mi ha reso un mostro. Tua madre mi ha accecato. >> avanzò verso Eirlys. << Io non smetterò mai di tormentarti. Ti toglierò tutto ciò che hai, ti lascerò nuda e disperata. Poi ti ucciderò e finalmente potrò uccidere anche me stesso.>>
Eirlys non capiva ma la paura l'attanagliò. In quel momento temette per suo figlio, per la sua incolumità, e superò Conal con un balzo.
<< Lo ucciderò Eirlys.>> sentì Conal gridare alle sue spalle. << Non oggi, non domani ma presto Eoghan morirà.>>
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La dama rossa
Narrativa Storica[COMPLETO] Carlyon, 1094. Eirlys Ffelig viene accolta nella capitale Carlyon solo dal freddo e dal silenzio. Nata e cresciuta prigioniera nella fredda fortezza di Scilly, é conosciuta solamente come la figlia del deposto re di Lyonesse Tristan VII e...