Capitolo 10: La dignità di una regina

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Eirlys udì il rumore di zoccoli e sentì Ivar irrigidirsi mentre voltava lo sguardo verso l'ingresso della casupola. La strinse più forte, quasi togliendole il fiato, ed Eirlys cominciò ad avere paura.

Lui si stava comportando in modo strano. I suoi occhi, il suo volto, lasciavano trasparire sentimenti contrastanti: pena, tristezza, dolore, dubbio. Era invecchiato in quei mesi, sembrava quasi spezzato. Anche la sua voce, un tempo forte e autorevole, era diventata stanca e affaticata. Aveva pensato che l'avrebbe picchiata, infliggendo altre ferite al suo corpo martoriato, e invece da lui non aveva ricevuto null'altro che tenerezza e una parvenza di amore.

Amore. Come poteva Ivar amarla? Dopo tutto quello che gli aveva fatto. Dopo tutte le ferite che gli aveva inflitto. Avrebbe dovuto ucciderla seduta stante, avrebbe dovuta odiarla con tutto il suo cuore. E invece aveva pena per lei.

<< È arrivata.>> mormorò Ivar, allontanandola dal suo petto. Il suo sguardo era inquieto e quando le si rivolse sembrava quasi disperato. << Eirlys ascoltami!>> la scosse e lei concentrò la sua attenzione su di lui. << Io non ti abbandonerò.>> esclamò. << Non crederlo nemmeno per un secondo. Io ...>> esitò, sembrava lottare contro sé stesso. << Io vorrei così tanto odiarti. Dio, quanto vorrei odiarti ... non ci riesco.>> si alzò ed Eirlys crollò accovacciata sul pavimento. << Ricordalo Eirlys. Io non ti sto abbandonando.>>

In quel momento Ingrid entrò. Eirlys non l'aveva mai vista e rimase sconcertata dalla somiglianza terribile tra quella donna e la madre Blaine. Gli stessi occhi, gli stessi capelli, lo stesso sguardo altero e carico di odio. Era come se Blaine fosse resuscitata dalla tomba per trascinarla con sé all'inferno. Eirlys tremò.

La principessa la fulminò con lo sguardo. Aveva pianto, gli occhi erano gonfi e rossi, le labbra tese ad assomigliare ad una sottile linea rossa sul viso pallido. Era infuriata.

<< Strega!>> urlò, avvicinandosi pericolosamente. << Sei una maledetta strega!>>

Si avventò su di lei. Eirlys tentò di strusciare sul pavimento ma lo schiaffo la raggiunse comunque. Le unghie della donna si conficcarono nella guancia e il sangue prese a scorrere dalla carne ancora illesa.

<<Picchiatela!>> urlò Ingrid, con la voce squillante, colta dall'isteria, mentre si allontanava di qualche passo.

I soldati afferrarono Eirlys per le braccia. La giovane non emise un gemito mentre le tiravano il polso rotto e ricevette in silenzio i pugni sullo stomaco e sul volto.

Ivar, silenzioso in un angolo, osservava la scena con sguardo impassibile ma il suo cuore sanguinava di dolore.

<< Hai ucciso mio fratello, hai ucciso mia madre!>> Ingrid sembrava inconsolabile, accecata dalla furia. << Hai distrutto tutta la mia famiglia.>>

I soldati lasciarono Eirlys che cadde al suolo. Vedeva solo ombre, la vista era sempre più offuscata, e ogni parte del corpo doleva incredibilmente. Cercò Ivar, vide la sua sagoma in fondo alla casupola e ripensò alle sue parole: "Io non ti sto abbandonando". Cosa voleva dire? Eirlys non riusciva a ragionare, non riusciva più a pensare a nulla. Era tutto un dolore, riusciva a sentire solo quello.

<< Dovrei ucciderti ora! Farti tagliare la gola e liberarmi per sempre della tua presenza.>> continuava la principessa. << Ma tutti meritano di vederti morire. Tutto il popolo deve sapere che tu, Eirlys Ffelig, sei morta. Ti farò bruciare viva nella piazza di Carlyon! Finirò quello che mia madre ha iniziato.>>

Le strappò via la benda dal viso.

< Mio fratello ha già iniziato a bruciarti!>> e rise. << Sembri un mostro adesso. Un orrendo scherzo della natura.>>

Eirlys abbassò lo sguardo.

<< E tuo figlio! Lo farò sgozzare davanti ai tuoi occhi. I due bastardi che muoiono insieme. Mi libererò della tua stirpe per sempre!>>

A quelle parole Eirlys tentò di alzarsi. Sentiva la voglia irrefrenabile di avventarsi sulla principessa e cavarle gli occhi con le sue stesse mani. Non avrebbe permesso a nessuno di toccare Eoghan. E la stessa cosa avrebbe fatto Ivar. Di questo Eirlys era assolutamente sicura.

Sputò il sangue che aveva in bocca e le riservò uno sguardo gelido. Non si sarebbe piegata a mendicare la sua pietà, non sarebbe morta come una disperata. Nonostante tutto, nonostante tutti i suoi errori e i suoi peccati, Eirlys rimaneva la regina incoronata di Lyonesse e la figlia di un re consacrato. In lei non c'era più alcuna traccia della ragazzina smagrita di un tempo, la bambina con i vestiti da contadina e la fame negli occhi. Eirlys era una donna, una moglie, una madre e una regina. E come tale sarebbe morta: carica di tutta la sua dignità e regalità.

Si alzò in piedi, tentando di mantenere la schiena dritta nonostante il dolore lancinante, e guardò Ingrid negli occhi. Sentiva lo sguardo di Ivar puntato addosso, la sua ansia nascosta dietro a un finto sguardo di indifferenza. Lui si sarebbe preso cura di Eoghan, non avrebbe permesso a nessuno di strapparglielo dalle braccia. Per lei forse non c'era più alcuna speranza invece.

Ingrid la schiaffeggiò ancora, sempre più infuriata, ed Eirlys crollò di nuovo a terra.

<< Prendetela.>> ordinò. << Portatela e rinchiudetela nella fortezza di Scilly. Quando avrò preso Carlyon, lei morirà.>>

Ingrid si voltò e uscì dalla casupola. I soldati afferrarono Eirlys rudemente per le braccia e la trascinarono sul pavimento. Ivar intervenne in quel momento.

<< Per sopravvivere fino al giorno dell'esecuzione deve essere curata.>> ordinò con tono di voce fermo. << La principessa non vuole che lei muoia per le sue ferite.>> aggiunse. << Vuole vederla bruciare.>>

I soldati lo guardarono dubbiosi.

<< Andate a chiamare un medico.>> ordinò allora lui. << Quando sarà medicata partiremo per Scilly.>>

Due soldati obbedirono e si diressero rapidi verso il villaggio vicino. Gli altri uomini uscirono, lasciando Eirlys rannicchiata sul pavimento freddo, nuovamente sola con Ivar.

<< Ti curerò e poi andremo via.>> le sussurrò prendendole il viso tra le mani.

La giovane aveva adesso entrambi gli occhi chiusi e tremava e scottava sempre di più. Ivar avrebbe voluto stringerla a sé, accarezzarle i capelli e baciarle il viso. Ma non poteva rischiare di essere visto. Ingrid era ancora convinta che lui la odiasse, che odiasse suo figlio, che fosse in tutto e per tutto leale alla sua causa.

<< Eirlys, ti prego!>> la supplicò lui, una lacrima che scivolava traditrice lungo la sua guancia. << Non mollare ora. Io non ti lascerò mai più.>>

Ad Eirlys quelle parole parvero provenire da un sogno, un sogno irrealizzabile.

Nota autrice

Per farmi perdonare di non aver pubblicato nulla ieri, vi regalo un secondo capitolo. Spero la storia continui a piacervi.


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