Un lampo. Chiaro, come una cicatrice nel cielo nero. Eirlys lo vide distintamente attraverso la piccola finestra della sua stanza. Si tappò immediatamente le orecchie con entrambe le mani e si rannicchiò in un angolo del pavimento bagnato. Paventava il momento in cui avrebbe sentito il rombare del tuono, come se il cielo stesso si stesse squarciando. Ne aveva una paura tremenda, quasi come le urla senza significato di sua madre. Serrò gli occhi e rimase lì accovacciata.
Non si accorse che qualcuno era entrato nella sua piccola stanza. Non si accorse del rumore dei passi, del fruscio dei vestiti, non si accorse nemmeno delle frasi sconnesse. Sentì però una mano scheletrica afferrarle la lunga treccia rossa e costringerla ad aprire gli occhi. Si sentì strattonare, cadde a terra di faccia e il sangue cominciò a sgorgare dal naso.
<< Stupida ragazzina!>> urlò qualcuno.
Eirlys si rialzò immediatamente, tentando di tamponare il sangue che continuava ad uscire.
<< Madre...>> piagnucolò.
Caitlin aveva uno sguardo folle, gli occhi spalancati, e continuava a tirarle i capelli.
<< Hai paura di un temporale eh?>> le urlò, trascinandola di forza fuori dalla camera.
Eirlys cadde più volte sulle ginocchia, graffiandosi le gambe, mentre la madre continuava a trascinarla con forza inaudita. Presto anche i polpacci bianchi si riempirono di sangue.
<< Mia figlia non può aver paura di un temporale!>> tuonò ancora lei. << Tu, inutile bambina, dovrai almeno essere in grado di affrontare il rumore dei tuoni!>>
La gettò nel cortile interno del palazzo, sotto la pioggia che infuriava, e rimase ad osservarla dalla soglia della porta.
Eirlys piangeva, mentre i tuoni rimbombavano, e il freddo inclemente le penetrava nelle ossa.
<< Madre vi prego!>> gridò. << Lasciatemi entrare.>>
Caitlin le sputò addosso, lo sguardo carico di odio.
<< Tutto quello che è stato fatto. Tutto.>> farneticò. << La morte di tuo padre, la mia prigionia, tutto ha perso qualsiasi senso. Tu non sarai mai in grado di vendicarci. Tu non sarai mai ...>>
Si bloccò. Il suo sguardo mutò, i suoi occhi si fecero vitrei, confusi.
<< Conall?>> domandò. << Conall sei tu?>>
Eirlys scosse la testa. << Non sono Conall ... non so chi sia ...>>
Caitlin si fece di nuovo rabbiosa.
<< Non guardarmi! Non guardarmi!>> strepitò. << Conall non guardarmi!>>
Eirlys spalancò gli occhi di colpo. Le sembrò di sentire ancora la pioggia sul suo corpo, il freddo che le penetrava nelle ossa e il rumore dei tuoni che rimbombava sopra la sua testa. In realtà era nella sua camera, avvolta nella sua camicia da notte e tra le lenzuola candide. Fuori il sole era appena sorto.
Conall. Ecco perché quel nome le era parso così familiare. Sua madre lo aveva nominato spesso durante la loro prigionia, spesso si era rivolta a lei con quell'epiteto. Ma ogni volta non era mai stata lucida. Chi era Conall? Cosa aveva significato per sua madre quel nome?
<< Ha mai detto qualcosa su di lui?>> si domandò Eirlys mentre lentamente si alzava.
Ivar era già scomparso, come ogni mattina. Di lui nella camera rimaneva solo l'odore pungente, l'odore che in quei giorni aveva imparato ad apprezzare.
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La dama rossa
Ficção Histórica[COMPLETO] Carlyon, 1094. Eirlys Ffelig viene accolta nella capitale Carlyon solo dal freddo e dal silenzio. Nata e cresciuta prigioniera nella fredda fortezza di Scilly, é conosciuta solamente come la figlia del deposto re di Lyonesse Tristan VII e...