Capitolo 30: Il gioco della regina

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Qualcuno bussò piano alla porta socchiusa.

Blaine, profondamente assorta nei suoi pensieri, si riscosse immediatamente e tornò a prestare attenzione a quel maledetto figlio che continuava a camminare avanti e indietro, disperandosi, maledicendosi ed ingiuriando quell'inutile ragazzina che aveva preso in moglie.

<< Lo capite? Non accetterà mai pacificamente le mie condizioni ...>> blaterava, disperandosi. << Le ho offerto tutto ciò che era in mio possesso! Cosa vuole ancora?>>

Un servitore entrò silenzioso nella stanza e si limitò ad appoggiare sul tavolo un messaggio. Blaine rivolse al biglietto un breve sguardo, riconobbe il simbolo sul sigillo, e comprese che forse si sarebbe dovuta occupare di un nuovo problema. Ma prima era importante risolvere l'urgente questione di suo figlio.

<< Tristan, mio caro ...>> mormorò, afferrando il biglietto e rompendo la ceralacca con un unico movimento. << Quali sono le condizioni che le avete offerto? Denaro? Una casa? Una posizione?>>

Il ragazzo smise finalmente di camminare.

<< Le ho offerto di mantenere il titolo di principessa e potrà tranquillamente trascorrere il resto della sua esistenza in un convento a sua scelta, circondata dal lusso che desidera.>> fece una pausa, sistemandosi un ciuffo ribelle. << D'altronde, se dichiarerò il nostro matrimonio nullo per la sua incapacità di avere figli, non avrà alcuna possibilità di risposarsi.>>

Blaine sorrise, la sola immagine della ritrosia di Catrina verso quel futuro che Tristan voleva costringerla ad accettare la faceva ridere. Come poteva pensare suo figlio che la scozzese si sarebbe piegata senza combattere? E la sua famiglia? Non avrebbero di certo accettato quell'annullamento senza lottare. Una decisione del genere, un'offesa di tale gravità, poteva rendere i rapporti tra i loro due regni molto tesi.

Blaine rimase in silenzio. Suo marito, come sempre, non aveva colto la gravità della situazione in cui versava il loro regno. Era troppo ottuso, troppo impegnato a bere e a cacciare per occuparsi delle cose pratiche. Era lei che doveva sobbarcarsi il carico di quei doveri, lei che doveva avere l'acume necessario per risolvere quelle crisi.

<< Non otterrete mai l'annullamento.>> decretò infine, aprendo il messaggio e leggendo le poche righe. Il suo viso non cambiò espressione.

<< Come?>> sbraitò Tristan. << Non posso continuare così! Non posso rimanere sposato con quello scheletro che cammina!>>

Blaine lo ignorò. Era giunto il momento di fare mente locale. Da una parte c'era Catrina, una principessa incapace di mettere al mondo un figlio, e dall'altra Eirlys, fin troppo in grado.

Catrina era stata adorata il giorno in cui era giunta a Carlyon, così bella con quei capelli biondi e il viso sincero, ma adesso era detestata, considerata alla stregua di una strega straniera causa di qualsiasi disgrazia avesse colpito il regno. L'odio per la scozzese non era da sottovalutare. Era fin troppo facile trasferire l'astio per una donna straniera a tutta la famiglia reale, Blaine lo sapeva perfettamente.

Poi c'era Eirlys. Al pensiero di quella ragazzina, Blaine sentì la rabbia invaderla. Era giunta nemmeno un anno prima, magrissima e piena di geloni, ed aveva avuto la capacità di conquistare la corte e il popolo. Era un pericolo, la regina lo aveva sempre saputo. Se fosse stato per lei, l'avrebbe fatta strangolare nel sonno insieme a quella strega di sua madre. Meliodas però si era fortemente opposto, forse era stata l'unica occasione in cui aveva realmente combattuto per la sua volontà. Eirlys e Caitlin non dovevano essere toccate, così aveva affermato, e quello era stato fatto.

<< Fidatevi di me.>> mormorò.

Il ragazzo la guardò titubante.

<< In che modo posso agire madre? Se non posso ripudiarla ...>>

Blaine fece un gesto stizzito con la mano, non voleva di certo affrontare quello specifico argomento con lui. Come sempre, sarebbe rimasto all'oscuro di tutto.

<< Voglio chiarire un punto, figlio.>> proruppe poi, la voce seria. << Sposerete chi deciderò per voi. E la smetterete di frequentare quella Rut Mcclean o di correre dietro le gonne di vostra cugina. È giunto il momento che abbiate almeno le parvenze di un futuro monarca, nonostante l'assenza di qualsiasi ragionevolezza in quella testa.>>

Tristan si limitò ad annuire.

<< Come ci libereremo di Catrina?>> domandò ancora lui

Blaine lo guardò stranita.

<< Libereremo? Noi non faremo proprio nulla, mio caro figlio.>> la regina gli poggiò una mano sul braccio. << Continuate ad insistere per l'annullamento, fate di tutto purché l'intera corte sia a conoscenza di questa storia. Soprattutto gli emissari scozzesi e le dame scozzesi della principessa. In Scozia si deve sapere che stai chiedendo ma fallendo.>>

Tristan annuì.

<< Ora andate, ho altre questioni di cui occuparmi.>>

Il ragazzo fece un rapido inchino e fece per andarsene.

<< Ah!>> mormorò, poggiandogli una mano sul braccio. << Volete sapere una novità?>> fece un cenno al messaggio abbandonato sul tavolo. << Vostro fratello sta tornando.>>

Tristan impallidì.

<< La principessa Eirlys?>> domandò. << Ancora malata?>>

Blaine scosse la testa.

<< Ho ragione di credere che presto sarà in grado di uscire dalle sue stanze.>> sorrise. << Sarà sicuramente felice di poter finalmente rivedere suo marito. Peccato che suo figlio non tornerà con lui.>>

Il ragazzo annuì leggermente, ancora pallido.

<< Ivar non ritiene la nostra corte abbastanza sicura per crescere suo figlio?>> esclamò, nascondendo una recondita speranza.

Blaine alzò le spalle. << Forse non ritiene sua moglie adatta a quel ruolo.>>

Tristan non rispose. Si inchinò di nuovo, frettolosamente, ed uscì dalla stanza.

Blaine sorrise tra sé. Suo figlio era prevedibile, negli atteggiamenti come nei sentimenti. Non avrebbe smesso di andare a letto con la Mcclean e non avrebbe di certo tagliato i ponti con Eirlys. Ma a tutto c'era rimedio, così si diceva Blaine.

Infilò una mano nel corpetto e ne tirò fuori un altro messaggio, quello che aveva ricevuto quella mattina, per mezzo delle serve a lei più fedeli.

Ho recuperato quello di cui avevamo discusso. Il prezzo è stato caro ma ne varrà la pena.

Sono a vostra completa disposizione.

G.

Blaine accartocciò il biglietto e lo gettò nel fuoco. Il suo gioco stava finalmente per cominciare.

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