Capitolo 26: La rosa e la spada

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<< A mio nipote, Eoghan Trevelyan!>>

Re Meliodas alzò in alto la sua coppa di vino, bagnando la manica bianca della sua camicia, troppo brillo per riuscire a reggere il bicchiere senza tremare.

<< A mio figlio Ivar, conte di Scilly! E a mia nuora, la principessa Eirlys, contessa di Scilly!>> continuò mentre dalla sala gremita di ospiti si alzava un'ovazione di felicità, carica di ebbrezza e allegria.

La musica riprese immediatamente, il re tornò a sedersi sul suo scranno dietro al tavolo rialzato dove banchettava da tutta la sera, e rise sonoramente rovesciando parte del suo vino sulle gonne della moglie. Blaine ridacchiò, asciugandosi le vesti bagnate con un panno, e diede a suo marito un piccolo buffetto sulla guancia. Sembrava proprio il quadretto di una tranquilla famiglia felice.

Catrina finì il suo quinto calice di vino. Sentiva la testa leggera, le gambe molli e capì immediatamente di essere ubriaca. Dalla sua postazione, ad un angolo della grande tavolata rialzata, poteva osservare distintamente il re e la regina e i due festeggiati, i conti di Scilly.

Eirlys quella sera era particolarmente raggiante. Vestita con un meraviglioso abito verde e oro che risaltava il seno prominente gonfio di latte, indossava i gioielli che il re le aveva gentilmente donato in onore della nascita del suo primogenito e la lucentezza dell'oro faceva brillare il suo viso e i suoi capelli rossi. C'era qualcosa in più in lei che Catrina non aveva mai notato, sorrideva, rideva anche, e continuava a rivolgere ad Ivar degli sguardi inusuali. Sembrava serena, serena in un modo che non aveva mai visto.

<< Vi va di ballare?>> esclamò, rivolta al marito, che continuava insistentemente a guardare la moglie di suo fratello.

Tristan le rivolse uno sguardo distratto. << Siete ubriaca, non mi sembra il caso.>>

Catrina sbuffò, stufa dell'indifferenza del suo consorte, e si limitò ad osservare per qualche momento le coppie allegre che danzavano.

Gli occhi di tutti gli uomini della sala erano puntati verso Eirlys, verso la sua bellezza peccaminosa, verso quel corpo che gridava fertilità a gran voce. Lei era madre di un figlio ora, madre di un principe se non di nome, sicuramente di diritto. Lei era amata, ammirata e lodata. Catrina invece cos'era? Una straniera, priva ormai di qualsiasi attrattiva, madre senza un figlio, moglie senza un marito, principessa di una terra che non le apparteneva. Voleva tornare in Scozia, desiderava tornare a giocare con i suoi fratelli tra i giardini verdeggianti del palazzo reale, desiderava sentire il profumo del palazzo della sua infanzia. Ma non poteva, non sarebbe mai tornata a casa.

Bevve l'ultimo sorso di vino, poi si alzò traballante dal suo scranno per ritirarsi nelle sue stanza.

<< No!>> la fermò la voce del re. << Non andate, mia dolce principessa!>> biascicò alzandosi.

Catrina si girò, rivolgendogli una perfetta riverenza, e sorrise.

<< Sono molto stanca ...>> provò a difendersi.

<< Non accetto obiezioni!>> tuonò lui. << Questo è un giorno di festa, ballate vi prego!>> le porse il braccio per indicarle di unirsi alle coppie danzanti. << Anzi! Ballate con la principessa Eirlys! Voglio che le mie due principesse ballino per me.>>

Batté le mani, imponendo ai menestrelli di intonare un'allegra canzone, ed Eirlys si alzò con un sorriso per acconsentire al volere del re.

Cominciarono a ballare, Catrina ed Eirlys, le due principesse di Lyonesse. Era brutale il loro confronto: Eirlys così prospera, serena, nel pieno della sua felicità e del suo successo mentre Catrina assomigliava più ad un piccolo bruco, sempre ripiegato su stesso, con i capelli sgualciti e l'incarnato pallido come quello di un malato.

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