Le onde alte, bianche come la neve, si abbattevano con tutta la loro forza sugli indifesi scogli che languivano a pochi metri dalla riva. La banchina del piccolo porto dei pescatori era sommersa dall'acqua, le poche vecchie barchette ondeggiavano pericolosamente rischiando ad ogni nuova onda di sfracellarsi contro il terreno roccioso della riva. L'inclemente tempesta in arrivo, preannunciata da quel cielo nero come la pece e dagli sporadici fulmini che squarciavano l'aria, prometteva di essere una delle più potenti che il povero sperduto borgo di Scilly avesse mai affrontato.
Lei era lì, alla finestra. Vestiva di nero, come sempre. Taceva, come ogni giorno. Le sue scheletriche e fredde mani stringevano il tanto amato rosario, lo stritolavano a tal punto che prima o poi il delicato filo si sarebbe spezzato ed ogni pietra sarebbe rotolata al suolo.
Eirlys poteva vederla, poteva sentirla, avvertiva per la prima volta nella sua intera esistenza tutti i sentimenti che si succedevano nel cuore di quell'essere dalle lontane parvenze di una donna. Eirlys non era più bambina, non era nemmeno effettivamente presente in quella stanza. Era come se volteggiasse lì intorno, che osservasse quella scena, e nel contempo fosse dentro quella donna.
Astio, odio, risentimento, rabbia ... erano quello i sentimenti che predominavano nel cuore di quella maledetta donna. Riusciva quasi a sentire il freddo delle pietre del rosario a contatto con la sua pelle, il dolore del delicato filo che tagliava le carni. Voleva urlare ma si ritrovava muta, indifesa, in balia di atroci sentimenti che non desiderava appartenessero al suo cuore.
Poi la donna si girò. Mollò la presa sul rosario, che cadde a terra con un tonfo sordo, e si girò a guardare l'uscio della stanza. Eirlys immaginò quasi di vedere i suoi gelidi occhi azzurri, il suo folle viso scheletrico, quelle sporadiche ciocche grigie.
Ma non fu quello che vide.
***
La vecchia immerse le mani rugose e piene di calli nella bacinella ricolma di acqua fredda e cominciò a strofinare con energia.
Eirlys la osservava preoccupata, continuando distrattamente a mordersi il labbro inferiore, incapace di rimanere ferma al suo posto. Aveva indossato gli abiti con cui era giunta al castello sei mesi prima, ormai fin troppo stretti per il suo fisico prosperoso, e uno spesso velo blu notte che le nascondeva gli inconfondibili capelli rossi acconciati in una semplice crocchia.
Erano chiari sul suo viso bianco e pallido i segni delle consecutive notti insonni che aveva trascorso. Erano state notti caratterizzate sempre dallo stesso identico sogno, quella donna affacciata alla finestra della fortezza di Scilly, e non riusciva a dimenticare il suo aspetto. Quelle ciocche rosse, quegli occhi azzurri, quella ... no, non desiderava pensarci. Non in quel momenti per lo meno.
<< Sono ancora qui!>> borbottò, torturandosi le mani ancora piene di geloni, mentre rivolgeva alla vecchia uno sguardo carico di ansia ed astio.
<< Vi vedo, mia signora.>> replicò quella, afferrando un panno pulito e asciugandosi con lentezza le mani umide.
<< Allora? Cosa avete da dirmi?>> la incalzò ancora la giovane, accompagnando il suo nervosismo con un gesto stizzito delle mani.
Faceva caldo, troppo caldo. Il fuoco scoppiettava allegramente nel camino acceso mentre fuori da quella triste casupola l'inverno era già giunto ricoprendo i canali di un sottile strato di neve. Presto l'acqua nei canali sarebbe gelata e una coltre di bianco e gelo avrebbe avvolto la capitale di Lyonesse.
<< I vostri sospetti erano fondati.>> replicò quella con un'alzata di spalle.
Eirlys trattenne il fiato, sconvolta da quella conferma nonostante fosse già certa di essere in quella condizione. Una conferma però era tutt'altra cosa. Adesso tutto ciò che aveva sospettato diventava reale. Tutto era reale. Si portò una mano al ventre istintivamente e sentì il forte impulso di prendere a pugni quella cosa che stava crescendo lì dentro e le stava succhiando via la vita.
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La dama rossa
Historical Fiction[COMPLETO] Carlyon, 1094. Eirlys Ffelig viene accolta nella capitale Carlyon solo dal freddo e dal silenzio. Nata e cresciuta prigioniera nella fredda fortezza di Scilly, é conosciuta solamente come la figlia del deposto re di Lyonesse Tristan VII e...