Capitolo 9: La tregua

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"Rut Mcclean."

Eirlys non riusciva a pensare a nient'altro mentre tentava di intrufolarsi senza farsi notare nei corridoi del palazzo reale.

Era il tramonto ormai e, con il favore della penombra, la giovane sperava di riuscire a giungere fino alle sue stanze indisturbata e senza attirare l'attenzione di guardie o cortigiani. Il suo vestito, lacerato fin sopra il ginocchio, era macchiato di erba e di terra. Il corpetto era sfilacciato, così come l'orlo della sua scollatura, e metteva pericolosamente in risalto il suo seno diventato ancor più prosperoso nell'ultimo mese. La folta chioma rossa era scomposta, gonfia, e alcuni fili d'erba spuntavano tra una ciocca e l'altra acuendo ancor di più lo stato pietoso delle sue condizioni.

Eirlys in realtà non era più di tanto preoccupata dal suo aspetto esteriore. L'unica premura che aveva era raggiungere il prima possibile la sua stanza, liberarsi di quel vestito sporco e ragionare sul da farsi.

"Rut Mcclean."

Queste erano le uniche due parole che riempivano la sua mente. Sembrava che il suo cervello continuasse ad urlarle a squarciagola per ricordarle la portata e l'importanza del segreto a cui era a conoscenza. Anche l'orecchino le bruciava nel palmo della mano. Le ricordava che esisteva, che non aveva immaginato tutto.

<< Rut Mcclean.>>

Eirlys mormorò quel nome a sé stessa. Voleva provarne il suono, sentire le sue labbra pronunciare quelle parole che la sua mente continuava ad urlare.

"Rut Mcclean."

La ragazza sapeva perfettamente chi era Rut Mcclean. Gote sempre soffuse da un lieve rossore, allegri boccoli color cioccolato, intensi occhi dal colore del miele e poi il suo corpo turgido, il seno tornito, l'aurea di sensualità che emanava. Rut Mcclean era adesso la moglie del barone Tref Pren, uno tra i feudatari più potenti al servizio di Meliodas IV, ma in passato era stata la rampolla di un'altolocata famiglia scozzese. Era cresciuta insieme a Catrina, l'aveva accompagnata a Lyonesse per il suo matrimonio ed era diventata sua prima dama di compagnia dopo le nozze con il barone. In teoria sarebbe dovuta essere l'unica amica davvero fedele alla principessa, in pratica non era altro che una bugiarda.

Anche se non l'avesse potuta vedere in faccia, avrebbe capito in ogni caso che si trattava di Rut Mcclean. L'orecchino era una prova indelebile della sua identità. Quel gioiello apparteneva ad un'ancestrale tradizione scozzese. Ogni donna appartenente ad una famiglia nobile di quel paese riceveva, prima di partire per un regno straniero, lo stesso identico gioiello. Cambiava solamente la pietra preziosa incastonata nel centro. Per la principessa Catrina, ad esempio, quella pietra era uno smeraldo.

Eirlys sgusciò vicino alla parete scura e tentò di coprire gli ultimi metri che la separavano dalla porta della sua camera.

Sentiva le campane che richiamavano per la cena suonare ininterrottamente e capì, con rammarico, che avrebbe avuto ben poco tempo per poter decidere cosa fare con quella succulenta informazione che aveva appena appreso.

Si precipitò nella stanza, vuota per fortuna, richiudendo immediatamente la porta alle sue spalle. Si lasciò cadere seduta sul letto, sfinita dall'esperienza appena vissuta, e si concesse qualche attimo per osservare l'orecchino che continuava a bruciarle nel palmo della mano.

Rut Mclean era l'amante del principe Tristan. Se mai Catrina fosse venuta a conoscenza di quell'informazione, il rapporto tra lei e suo marito sarebbe stato per sempre distrutto.

Eirlys abbozzò un mezzo sorriso, esaltata dagli scenari futuri che quel segreto le spalancava davanti, e si accinse a nascondere il prezioso gioiello in una sacca di stoffa dove aveva anche risposto l'intruglio utilizzato per causare l'aborto di Catrina qualche mese prima.

La dama rossaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora