Capitolo 40: L'odore del mare

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Eirlys non poteva credere di essere lì, sulla spiaggia, fuori dalle mura della fortezza di Scilly. Le sembrava così strano il mondo all'esterno. Il rumore delle onde che si infrangevano contro gli scogli era assordante, il suono più forte che Eirlys avesse mai sentito nella sua breve vita. Il mare era spaventoso, si gonfiava e si scaraventava con tutta la sua forza contro le pendici della scogliera su cui si ergeva la fortezza di Scilly. Il cielo era grigio, rabbioso, e la fine pioggerellina delle nuvole tempestose si mischiava alla spuma delle onde. L'odore, quell'odore pungente di acqua salata, l'odore nel mare, le feriva quasi le narici e le riempiva i polmoni di aria fresca, donandole una sensazione di libertà che non aveva mai provato prima d'allora.

Corse verso la banchina bagnata dalle onde e immerse le gambe nell'acqua fredda. Un brivido le corse lungo la schiena e sentì l'urlo di Tara alle sue spalle che le intimava di uscire dall'acqua. Eirlys non l'ascoltò. Non ascoltò nessuno. Rimase solo ad osservare l'orizzonte grigio, il tuonare profondo del cielo, il ritmico infrangersi delle onde contro la scogliera. Sapeva che sua madre la stava osservando dalla sua stanzetta attraverso la finestra che dava sulla spiaggia. Avvolta nel suo mantello nero, il viso contratto in un'espressione severa, e un piccolo fuocherello acceso nel caminetto. La osservava ma non la riconosceva. Caitlin non riconosceva più nessuno. Caitlin stava pian piano spegnendosi. Eirlys presto avrebbe abbandonato quel luogo, sarebbe andata via da lì, sarebbe andata a Carlyon per sposarsi. Chi aveva scelto per lei suo zio? Sarebbe stato un uomo buono? Sarebbe stato un uomo degno per una principessa di Lyonesse? Eirlys non lo sapeva, non ci pensava. Per la prima volta nella sua vita era uscita da quel castello.

"Un anno è passato", pensò Eirlys nel buio della sua cella. "Un anno da quando sono arrivata qui, da quanto ho incontrato Ivar, e ora sto per morire". Si sentiva disperata. Non per la sua vita, non per il suo innegabile fallimento. Si sentiva responsabile del destino di suo figlio, del male che aveva fatto a suo marito. Non poteva smettere di ripensare a quel giorno sulla spiaggia di Scilly, il giorno prima della morte di sua madre. Risentiva il rumore delle onde, rivedeva il grigio spaventoso del cielo, avvertiva l'odore pungente del mare nelle narici e l'aria frizzante nei polmoni. Non poteva non chiedersi se il suo percorso era già stato scritto quel giorno. Non le era stata data alcuna possibilità di avere una vita normale, di scegliere la strada da seguire, di lasciarsi alle spalle i fantasmi del suo passato. Blaine l'aveva raggirata fin dall'inizio, facendo leva sulla sua confusione e sugli insegnamenti che Caitlin le aveva impartito. L'aveva ingannata, manipolata, facendole compiere gesti orribili e portandole via l'unica nota positiva della sua vita: Eoghan. Poi l'aveva di nuovo incarcerata, di nuovo nel buio di una stanza, umiliandola fino a strapparle qualsiasi traccia del suo essere donna e principessa.

Eirlys si passò una mano tra i corti capelli rossicci e un singhiozzo le scosse il petto. Era un'assassina? Si, lo era. Era una strega? Non lo sapeva. Sua madre lo era stata? Di quello Eirlys era sicura. Ripensare al suo aspetto, ai suoi terrificanti attacchi d'ira, la convinceva sempre più che sua madre fosse stata al servizio di un potere oscuro che l'aveva soggiogata. Ora però era lei a pagare le conseguenze di tutto. Sarebbe morta bruciata, l'odore della sua stessa carne nelle narici, e si chiese come sarebbe stato. Atroce? Doloroso? Ivar sarebbe stata lì a guardarla?

"Pensavo mi avresti salvata" mormorò. "Pensavo avresti capito che non sono più la stessa ragazzina che hai incontrato un anno fa." Ivar non lo aveva capito però. Sapeva che era un'assassina, che aveva tentato di ucciderlo, e non l'aveva perdonata. Come avrebbe potuto d'altronde?

Mancavano poche ore alla sua esecuzione, magari pochi minuti. Eirlys aveva perso la cognizione del tempo. Si stava preparando però. Si sforzava di riportare alla mente ogni ricordo della sua vita, cercava di risentire sulla sua pelle le sensazioni di quegli avvenimenti. Gli anni a Scilly, l'arrivo a Carlyon, la morte di Angus, le violenze di Ivar, il parto, suo figlio tra le sue braccia, le notti d'amore con suo marito. Tutti quei ricordi si rincorrevano nella sua mente. Sedici anni di vita, un passato pesante sulle spalle, un passato di cui non conosceva nemmeno tutti i particolari. I suoi genitori erano stati dei re e poi? Eirlys non sapeva nient'altro. Nessuno le aveva mai raccontato altro. Aveva combattuto per un trono di cui non conosceva la storia, la tradizione, la leggenda. Per un attimo si sentì stupida.

La dama rossaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora