Catrina giaceva immobile, seduta sulla sponda del letto, indossando solamente la sua bianca camicia da notte. Lo sguardo era fisso sul pavimento, rassegnato e triste, mentre suo marito continuava a camminare avanti ed indietro lungo il perimetro della sua stanza, nervoso, irascibile.
Non era morta durante la sommossa. Secondo i medici era stata molto fortuna. Se la pietra l'avesse colpita sulla tempia probabilmente a quest'ora non sarebbe viva. In realtà aveva riportato solamente un doloroso bernoccolo in testa e quattro giorni di forti mal di testa.
<< Parlate, marito mio.>> sussurrò con voce flebile.
Tristan non riusciva a trovare le parole per dirle ciò che desiderava e Catrina lo sapeva. Era talmente tanto arrabbiato, impaurito e confuso da non avere la forza di affrontare la moglie. Ma era giunto davvero il momento di farlo.
<< Io ...>> esclamò, passandosi una mano tra i riccioli scuri. << Non possiamo più negarlo Catrina.>> aggiunse infine. << Voi... voi avete messo questa famiglia e la mia stessa posizione di principe ereditario in pericolo.>>
Tristan aveva un tono di voce nervoso, quasi esausto, e non riusciva a guardare la moglie negli occhi. Catrina sapeva che suo marito la disprezzava, glielo aveva provato in più di un'occasione, ma da sobrio non aveva lo stesso coraggio di affrontarla che avrebbe avuto sotto l'effetto dell'alcol. Da lucido era solo un ragazzino costretto ad affrontare una scomoda situazione.
<< La vostra incapacità di mettere al mondo un'erede è inaccettabile.>> proseguì ancora lui. << Inaccettabile per il nostro popolo che merita un erede al trono, per la mia famiglia che si aspettava un frutto da questa alleanza ed inaccettabile per me.>>
Catrina rimase in silenzio, le mani che stringevano il tessuto fine della sua camicia da notte. Avrebbe voluto ribattere, avrebbe voluto urlare che lui non le aveva dato alcuna possibilità di mettere al mondo un figlio dopo la morte di Angus ma rimase in silenzio. Succube di una situazione senza via d'uscita.
<< Avete visto cosa è successo?>> alzò la voce lui, indicando fuori dalla finestra. << Mio fratello sta morendo.>> proseguì con un nodo in gola. << Sta morendo perché ha tentato di portarvi in salvo, perché il mio popolo crede che voi abbiate commesso un peccato talmente grave da non meritare di avere un figlio!>> ora urlava. << State trascinando anche me nella vostra totale incapacità di adempiere ai vostri obblighi. State rovinando la mia reputazione e la mia immagine come erede al trono!>>
Catrina sentì le lacrime scenderle lungo le guance.
<< Voi non mi avete dato nessuna possibilità di rimediare alla morte di nostro figlio ...>> mormorò, asciugandosi il viso col dorso della mano.
Tristan tacque per un momento, stupito che la sua arrendevole moglie avesse osato replicare.
<< Ne avete avute di occasioni Catrina.>> ribatté lui tranquillamente. << Ma il vostro orgoglio non vi ha permesso si coglierle.>>
La principessa scozzese alzò di scatto il capo a quell'affermazione, la furia ben visibile nei suoi occhi.
<< Avrei dovuto accettare in silenzio il vostro affronto?>> esclamò. << Non avete avuto nemmeno la decenza di nascondere le vostre ignominiose scappatelle e perversioni mentre vostra moglie soffriva per la morte di vostro figlio!>>
Tristan, colto leggermente di sorpresa, sentì la rabbia crescere in egual modo.
<< Pensate di essere stata l'unica a soffrire per la morte di nostro figlio?>> urlò. << Pensate che io non abbia provato un briciolo di dolore per quel povero bambino? Vi sbagliate!>>
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La dama rossa
Historical Fiction[COMPLETO] Carlyon, 1094. Eirlys Ffelig viene accolta nella capitale Carlyon solo dal freddo e dal silenzio. Nata e cresciuta prigioniera nella fredda fortezza di Scilly, é conosciuta solamente come la figlia del deposto re di Lyonesse Tristan VII e...