Capitolo 10: Il cervo rosso

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Eirlys prese una lunga boccata d'aria, socchiudendo appena gli occhi, mentre il dolce profumo del mare le riempieva le narici.

Aveva i piedi nudi immersi nella sabbia bagnata, l'orlo del suo abito era umido a causa dell'acqua del mare che le lambiva le caviglie e la fioca luce del sole al tramonto illuminava la sua fulva chioma intrecciata e dondolante lungo la schiena.

Osservava, in silenzio, il profilo della costa della Cornovaglia ben visibile in lontananza, grazie al limpido cielo rosato. Scrutava quelle coste frastagliate alla ricerca di una risposta, o meglio tentava di acquietare il tumulto interiore che quella notte le aveva impedito di dormire.

Ivar non era venuto nel suo letto. Aveva rispettato, come uomo d'onore qual era, la promessa fattale il giorno precedente. E ciò significava che lei avrebbe dovuto adesso decidere se accettare o meno la sua proposta di tregua.

Eirlys sospirò, avvertendo un vuoto inspiegabile nel petto, e scosse sconsolata il capo. Non aveva idea di cosa fare. Odiava Ivar Trevelyan, odiava quel castello, odiava quella corte e la famiglia reale. Odiava tutto ciò che la circondava. La sua posizione era così instabile. Troppo instabile.

Raccolse l'orlo del vestito ed immerse i piedi fino alle caviglie nell'acqua fredda del mare. Era a conoscenza di un segreto formidabile, un segreto che poteva chiaramente metterla in una posizione predominante rispetto a qualsiasi altro abitante di quel palazzo ma nel contempo doveva prendere una decisione tutt'altro che facile. Come avrebbe reagito Ivar ad un suo rifiuto? Era chiaro che non avrebbe permesso che la situazione andasse avanti in quel modo. Eirlys, indipendentemente dalla decisione che avrebbe preso, doveva muoversi ad agire. Aveva un piano ormai. Dal ritrovamento dell'orecchino era finalmente scesa a patti con la scelta che aveva fatto tanto tempo prima, uccidendo il figlio di Catrina: doveva lottare contro la famiglia reale e riconquistare la sua libertà. Per far questo, doveva in ogni modo impedire ad Ivar di ostacolarla.

Si infilò di nuovo le scarpe, nascondendo subito dopo i suoi riconoscibili capelli rossi sotto il cappuccio del mantello, e si accinse a ritornare al palazzo reale.

Era probabilmente la prima volta che usciva dal palazzo da sola, nascosta sotto un mantello da sguattera, e che poteva realmente osservare la vita dell'allegra città di Carlyon. I canali, al tramonto, erano liberi dal traffico quotidiano e per le strade camminavano solamente stanchi braccianti che si dirigevano verso casa e qualche piccolo drappello di soldati che si dirigeva in una locanda a dissetarsi. Eirlys, in quei pochi mesi di permanenza nella città, aveva appreso molto sugli usi e i costumi della gente del luogo. Conosceva tutte le festività, le loro tradizioni, i loro balli e le loro leggende. Sentendo parlare le serve, origliando i pettegolezzi delle dame del palazzo, era riuscita ad apprendere tutto ciò che in quegli anni rinchiusa a Scilly non aveva avuto modo di sapere. Ma desiderava imparare sempre più, desiderava riempire quella lacuna di ignoranza che le fredde mura della sua prigione le avevano impedito di colmare.

Attraversò il livello più basso della città, immergendo i piedi nell'acqua che era straripata dai canali, e cercò di proteggere il suo olfatto dal penetrante odore di urina e feci che si era diffuso rapidamente nell'aria. L'orlo del suo vestito si inzuppò completamente nell'acqua putrida che aveva inondato le strade ed Eirlys, gettando uno sguardo sul resto del percorso, si accorse che non sarebbe potuta ritornare al palazzo senza sporcare il suo abito almeno fino all'altezza del ginocchio.

"Accidenti!" imprecò mentalmente, maledicendo la sua malaugurata idea di uscire di nascosto a fare quella passeggiata da sola e di sera. Purtroppo non era raro che il livello del mare si alzasse negli orari notturni e che i livelli più bassi della città venissero completamente inondati. Addirittura una serva una volta raccontava che dopo giorni e giorni di pioggia, qualche anno prima, l'intero livello del porto era stato completamente sommerso dalle acque e molti abitanti erano morti affogati nei loro letti.

La dama rossaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora