Capitolo 20: Il richiamo del mare

1.4K 115 7
                                    

Nota autrice

Anche questa volta vi scrivo prima del capitolo. Questo è il penultimo, poi pubblicherò l'epilogo nei prossimi giorni.

Io sono emozionata, molto emozionata, mi viene quasi da piangere. Per me è un traguardo immenso e non smetterò mai di ringraziarvi per il supporto. Vi ringrazierò ora e vi ringrazierò dopo l'epilogo.

Adesso vi lascio alla storia. Buon capitolo:)


Eirlys le contò, inginocchiata nel sangue, tutte le pugnalate che aveva inferto al corpo di Conall. Una, due, tre, quattro, cinque, sei ... quindici, quindici pugnalate inferte dall'odio, dalla pazzia, dalla rabbia e dalle bugie. Stava piangendo e non riusciva a rendersene conto. Non era in grado di comprendere i sentimenti che si susseguivano nel suo cuore, era come se fossero così veloci, così forti, così inesorabilmente dolorosi da lasciarla senza parole, senza fiato, senza la forza di reagire e di metabolizzare ciò che era accaduto. Rimase lì inginocchiata, la pioggia che continuava a bagnarla, il cielo che rumoreggiava, le onde del mare che continuavano a schiantarsi contro il lato del palazzo. Non sapeva che fare, non riusciva nemmeno a immaginare di poter rialzarsi, camminare o persino parlare. Le sembrava quasi che il suo tempo fosse finito, che la sua esistenza fosse giunta al termine. Tutti i segreti erano stati rilevati, tutti i tradimenti vendicati, ogni mossa compiuta e ogni obbiettivo raggiunto.

Eirlys annaspò e infine alzò lo sguardo e la vide subito, in quel modo in cui non l'aveva mai vista: era appoggiata sulla ringhiera della terrazza, asciutta, regale, con quei lunghi capelli neri che le toccavano i fianchi stretti, il diadema che aveva desiderato per tutta la vita brillante e magnifico, il viso orgoglioso e altero di una regina. Sua madre era lì di fronte a lei, di nuovo giovane, di nuovo bella. Eirlys sentì la rabbia assalirla. Caitlin non era reale, era morta trascinando con sé nella tomba la verità sui suoi tradimenti, sulla sua crudeltà. Un demonio, una donna senza sentimenti che aveva ingannato la sua stessa figlia e l'aveva condannata a una vita di tormento e pentimento.

<< Era questo che desideravate?>> le urlò contro, tra le lacrime, << Era questo il futuro che volevate per vostra figlia? Sono un'assassina! Ho ucciso un bambino!>> e si sentì straziare dentro a quel ricordo, si sentì straziare al pensiero del dolore che Catrina doveva aver provato stringendo la sua creatura morta tra le braccia. << Ho condannato una madre, una brava donna, una ragazza innocente a un tormento che non augurerei a nessuno ... le ho strappato suo figlio, suo marito, la sua dignità! Lei si è uccisa per causa mia.>> i ricordi erano come un fiume in piena, i sentimenti tanto forti da devastarla. << Ho tradito mio marito, ho quasi ammazzato mio figlio ancor prima che nascesse ... cosa ho ottenuto? Eh, madre? Non avevo nessun diritto! Non sono una principessa, non sono una regina! Io ...>> si alzò in piedi, incapace di respirare. << Io ho perso mio figlio ... io non posso più ...>> annaspò, come se Conall tentasse ancora di soffocarla. << Non posso vivere col peso di questi peccati, nella testa l'immagine di tutti coloro che hanno sofferto per causa mia ...>>

La donna la guardava con disprezzo, dall'alto della sua regalità e della sua sicurezza. Eirlys lo ricordava quello sguardo, quegli occhi gelidi e privi di amore, l'aveva guardata tante volte in quel modo e tante volte lei si era vergognata, una figlia inutile e inadatta per una regina come lei.

<< Mi avete odiato tanto non è vero?>> le urlò. << Avreste desiderato un maschio, un vero principe in grado di darvi tutto ciò che una figlia non poteva. Mi avete ingannato madre. Mi avete ingannato per tutta la vita.>> si alzò in piedi, barcollando, mentre i ricordi del passato riaffioravano da quell'angolo oscuro della mente in cui li aveva relegati. << Mi sussurravate che ero una principessa, il vero e unico erede di questo dannato regno! Ma sapevate che non era così e odiavate me per questo. Odiavate Conall, odiavate voi stessa per esservi fatta rubare ciò che voi avevate rubato!>> sua madre continuava a fissarla, altera, bellissima, con quell'espressione di disprezzo che le distorceva la faccia. << Perché mi avete fatto questo?>> gridò ancora Eirlys. << Perché? Io non lo volevo ... non lo volevo.>>

La dama rossaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora