Capitolo 12: Una sospirata pace

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Il muscolo del bicipite di Ivar Trevelyan si contrasse nello sforzo di parare il colpo del suo fratellastro Tristan. Il rumore delle lame che si scontravano rimbombò nella radura gremita di cavalieri che, dopo una sana e fruttuosa giornata di caccia al cervo, si riposavano e sorseggiavano la birra calda dai loro boccali.

Ivar scartò, prendendo alla sprovvista il suo diciottenne fratello, e tentò un affondo ma il giovane, tutt'altro che sprovveduto, riuscì a deviare con maestria il colpo basso del guerriero ed indietreggiò di un passo, rimettendosi in guardia. I cavalieri che li circondavano proruppero in un boato di ammirazione e persino il re, accomodato sul suo scranno sotto un'enorme tendone, applaudì il suo erede al trono.

Tristan, gli occhi azzurri piantati sulla figura agile e possente del fratello, si scostò i riccioli scuri dagli occhi e si concentrò sulla mossa successiva. Il duello riprese, spettacolare come ogni sfida tra i due fratellastri, e i nobili più importanti della corte di Lyonesse, sudati ed ebbri di vino e birra, continuarono ad incitare i duellanti con urla e applausi.

Quel giorno era il dì dedicato alla Madonna e, come era usanza, i sovrani di Lyonesse lo trascorrevano tra i boschi rigogliosi della contea di Mount, ospiti del signore di quelle terre. La giornata si apriva sempre con una messa solenne nella cattedrale di Santa Caterina, seguita da una battuta di caccia che interessava tutti gli uomini della corte e si concludeva con un banchetto nei magnifici giardini del castello del conte, con decine di falò e musica allegra.

Le tavolate per il banchetto erano già state sistemate sotto il tendone, alcuni falò cominciavano ad essere accesi, e le mogli che avevano seguito i mariti dalla corte erano tranquillamente accomodate ai tavoli o passeggiavano per i giardini, godendosi l'ultima luce di quella santa giornata.

Eirlys, intrappolata in un nuovo vestito turchese che suo marito aveva insistito per regalarle, passeggiava a braccetto con Catrina, dalla quale ormai era diventata inseparabile. Nell'ambiente di corte cominciavano ad essere denominate "le gemelle", spesso in segno dispregiativo, poiché a tutti era noto che nessuna delle due donne riceveva più le visite notturne dei rispettivi mariti. Per Catrina quella situazione era un'umiliazione in aggiunta al suo inestinguibile dolore per la morte del figlio Angus mentre per Eirlys era un vero sollievo.

Eirlys si soffermò a fissare suo marito, ancora concentrato sul duello contro il fratello. I suoi muscoli possenti guizzavano al di sotto della camiciola leggera, le sue cosce muscolose risaltavano attraverso la stoffa dei suoi calzoni, trasmettendo un forte senso di potenza e di forza. Tristan, in paragone a suo fratello, aveva un fisico più minuto e una muscolatura molto meno pronunciata. Il suo viso era ancora delicato come quello di un bambino, appena indurito da un accenno di barba irregolare ed incolta. Tra i due, Ivar appariva un guerriero mentre Tristan poco più che un ragazzino.

Catrina, sempre più magra, strinse la mano di Eirlys.

<< Avete già parlato con vostro marito?>> le domandò mentre osservava i movimenti fluidi dei due duellanti.

Eirlys, stranamente, notava che il viso della donna era molto più sereno rispetto a pochi giorni prima.

<< No ...>> rispose. << Ma penso dovrà accadere molto presto.>>

Eirlys era stata costretta a spiegare a Catrina del patto stretto con suo marito. La donna, attraverso i pettegolezzi di corte, era venuta a conoscenza del fatto che Ivar non faceva più visita alla moglie di notte e aveva travolto la ragazza di domande. Eirlys alla fine aveva dovuto confessare.

<< Devo confidarvi una cosa.>> iniziò Catrina, lo sguardo sempre perso sulla figura del marito. << Tristan verrà a trovarmi questa notte.>>

La dama rossaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora