Capitolo 27: La parola fine

2.4K 174 17
                                    


Catrina si precipitò nella sua stanza da letto, richiuse con forza la porta alle sue spalle e si gettò seduta a terra con la schiena contro il legno duro dello stipite, le ginocchia strette al petto e i capelli sfatti dalla corsa disperata. Cominciò a piangere, i singhiozzi le scuotevano il petto, ed un senso spiacevole di nausea le chiudeva lo stomaco. Sentiva il bisogno di vomitare tutto l'alcol che aveva trangugiato ma non ci riusciva. Stava solo lì, seduta sul pavimento freddo, a piangere per la triste figura che aveva fatto nella sala del banchetto.

Come aveva potuto dire quelle cose? Cosa le era passato mai per la mente? Aveva offeso Eirlys pubblicamente, aveva svergognato la donna idolo di tutta la corte e di tutto il popolo, una donna che le aveva sempre dimostrato una sincera amicizia. Avrebbe dovuto chiederle perdono, era stata la gelosia a parlare, ma Catrina non riusciva a concepire l'idea di chiedere scusa alla principessa. Qualcosa le aveva sempre indotto a credere che Eirlys non fosse realmente sua amica, sia per la storia dell'amante che non era mai stata risolta, sia per il modo accondiscendente con cui continuava a parlarle. Eirlys, qualunque fossero i suoi reali sentimenti, non era una sua alleata ma una sua rivale in quella corte. E per ora stava vincendo alla grande.

Sentì bussare. Catrina si riscosse immediatamente dai suoi pensieri e si tirò in piedi, ciondolante, mentre i colpi si susseguivano contro la porta chiusa.

<< Catrina aprite!>> sentì esclamare e le giunse inconfondibile la voce di suo marito con un tono che non presagiva nulla di buono.

La ragazza si passò una mano sul viso, asciugandosi le lacrime, ma gli occhi rossi e gonfi non potevano scomparire così all'improvviso. Aprì la porta lentamente e il marito entrò con poca gentilezza, spalancando completamente l'uscio, e piazzandosi di fronte a lei con le gambe ben piantate e uno sguardo truce.

<< Cosa diavolo state combinando?>> le urlò, rosso di furia. Le vene del collo erano gonfie, lo sguardo immobile sul viso stravolto della moglie. << Vi mettete ad insultare una principessa adesso? Siete completamente impazzita?>> la rimbeccò ancora, accompagnando la domanda con un gesto stizzito della mano. << Mio padre è furioso. Lo considera addirittura un'offesa personale. Avete offeso suo figlio, suo nipote e sua nuora!>> scosse il capo mentre Catrina ricominciava a piangere. << Era l'unico in questa dannata corte che miracolosamente rimaneva dalla vostra parte ... siete una povera sciocca.>> la insultò infine.

La ragazza singhiozzò, piena di vergogna.

<< Non potevo sopportarlo ... non posso sopportare che lei ...>> mormorò, a bassa voce.

<< Che lei cosa, Catrina?>> la interruppe il marito bruscamente. << Che lei abbia un figlio? Che lei sia riuscita a fare il suo dovere? Questo non sopportate?>> continuò ad infierire. Le afferrò le braccia, costringendola a guardarlo in volto. << Siete un'inutile e sciocca ragazzetta.>> le afferrò il mento, impedendole di sfuggire i suoi occhi arrabbiati. << Ho perso il mio tempo con voi. Non mi darete mai un erede.>>

Catrina si liberò dalla presa del marito. << Non potete dirmi questo! È colpa vostra! È tutta colpa vostra!>> urlò fra le lacrime. << Voi e le vostre dannate sgualdrine! Mi avete umiliato continuamente, avete disertato il mio letto per mesi, mi avete lasciata a soffrire per Angus senza alcun conforto! Come se fosse mia la colpa per la sua morte!>>

Tristan, sorprendentemente, cominciò a ridere mentre il suo sguardo rimaneva furioso. Fu una risata amara, maligna che raggelò il cuore di Catrina.

<< Colpa mia?>> sbraitò. << Voi non siete in grado di occuparvi di voi stessa! Guardate cosa siete diventata!>> e indicò con un'espressione disgustata la moglie. << Un ammasso di ossa, buono a far nulla, nemmeno più in grado di procurarmi il minimo desiderio. Venire nel vostro letto è come andare a letto con un soprammobile spigoloso.>>

La dama rossaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora