Capitolo 11: Mormorii dal passato

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Nota autrice

Questa volta vi scrivo prima del capitolo. Non riesco più a fermarmi ora che la storia è quasi finita, quindi ecco il terzo capitolo per oggi.


Inverno 1099, Fortezza di Scilly

La risata di un bambino, l'abbaiare di un cane, il muggito di una mucca. Eirlys alzò il capo e il sole la investì in pieno. Era seduta su una panca di legno e di fronte a sé si stendeva a perdita d'occhio un prato verde puntellato di mucche che brucavano l'erba e un cane che correva abbaiando e scodinzolando. Sentì il peso di qualcosa sulle sue gambe, abbassò lo sguardo e vide una bambina con i capelli rossicci che le sorrideva con la sua bocca sdentata. Le afferrava le ciocche di capelli, le metteva in bocca e rideva. Eirlys sentì il cuore gonfio di amore per quella piccola creatura e la strinse più forte al suo petto.

Altre risa, Eirlys alzò ancora lo sguardo e vide tre figure avvicinarsi trasportando un carro pieno di fieno: un uomo e tre sagome più piccole. Riconobbe immediatamente Ivar, suo marito, che avanzava con un sorriso splendente sul volto, i capelli biondi leggermente più bianchi, qualche ruga in più sul volto da guerriero e una bimba bionda che gli stringeva la mano. Gli altri due erano due bambini, ognuno con la sua spada di legno, entrambi biondi e sorridenti. Eirlys lo riconobbe immediatamente il suo Eoghan, adesso molto più un ometto che un bambino. Sentì il cuore scoppiare per la felicità. Quelli erano i suoi figli, quello suo marito e quel posto la sua casa. Si alzò per andargli incontro, la bimba ancora stretta tra le braccia, mentre la gonna svolazzava nel vento. Ivar la raggiunse immediatamente, le cinse i fianchi e le accarezzò il viso.

<< Sei sempre così bella.>> le sussurrò.

Eirlys alzò il capo e Ivar la baciò sulle labbra.

Eirlys si risvegliò e quando fu il buio ad accoglierla e non il sole splendente del suo sogno cominciò a singhiozzare disperata. Era stesa su pagliericcio, avvolta nel freddo silenzioso della sua prigione nella fortezza di Scilly, e dei suoi figli non c'era più alcuna traccia. La ragazza riusciva a sentirlo ancora il peso della sua bella bambina con i capelli rossi, riusciva a udire la sua risata ma lei lì non c'era più. C'era solo il buio di quel posto, il rumore lontano delle onde del mare che si schiantavano sulla scogliera e la pioggia battente che martoriava da più di un mese tutto il regno.

Erano stati due mesi difficili e dolorosi per lei. Ingrid l'aveva rinchiusa nella prigione più buia e più fredda e non le aveva mai permesso di uscire. Era stata affidata alle sole cure di Tara Douglas, la vecchia amica di sua madre, la donna con cui era cresciuta, che doveva mantenerla in vita in ogni modo, pena la morte. L'avevano legata alla parete con una catena di ferro che partiva dalla sua caviglia e le davano da mangiare una volta al giorno un po' di pane e un po'di brodo. Eirlys era dimagrita spaventosamente e per settimane era rimasta incosciente a causa della febbre dovuta all'infezione della terribile bruciatura che le deturpava la faccia. Tara aveva pianto e pregato che la ragazza sopravvivesse, non solo per la sua vita, ma anche per l'amore che provava per lei. Eirlys l'aveva riconosciuta due settimane dopo essere arrivata a Scilly, quando ormai la febbre era passata, e la ferita si stava lentamente rimarginando. L'aveva abbracciata tra le lacrime, apprendendo di essere ormai completamente cieca dall'occhio destro, e conscia che presto Ingrid avrebbe riconquistato Carlyon e l'avrebbe bruciata viva.

<< Non m'importa della mia vita.>> le aveva sussurrato tra le lacrime. << Io voglio solo che Eoghan sia al sicuro lontano da qui. Non dovrà mai più rimettere piede su quest'isola.>>

Tara era rimasta stupita dell'amore che Eirlys provava per suo figlio e, apprendendo la storia degli anni passati a Carlyon, era riuscita a comprendere le ultime azioni che l'avevano spinta in quella situazione disperata. Per lei era chiaro di chi era la colpa di tutte quelle sventure: sua madre Caitlin. Per troppi anni le aveva avvelenato la mente con le sue sciocche pretese.

La dama rossaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora