Capitolo 6: La prima notte di nozze

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<< È giunto il momento che lo sposo e la sposa si ritirino in privato!>> esclamò re Meliodas sghignazzando, ebbro di vino e di caldo.

Eirlys era seduta alla sua sinistra e poteva osservare il suo volto barbuto rubicondo e l'eccessiva allegria dei suoi modi di comportarsi. Era seduto in modo scomposto sul suo scranno, più calici di vino vuoti rovesciati sulla tavola imbandita, e continuava ad addentare la sua coscia di agnello mentre i musici suonavano e i commensali si godevano quel banchetto infinito.

<< Su, giovani miei!>> li incitò ancora. << Signore, preparate la giovane sposa.>> aggiunse poi, rivolto a Catrina e alle sue dame. << Signori, incoraggiate il nostro maritino.>> continuò poi rivolgendo un occhiolino ai due figli, Tristan e Ivar.

Eirlys rimase ammutolita, immobile al suo posto nella lunga tavolata con il calice di vino ancora colmo fino all'orlo e nessun resto di cibo sul suo paniere. Era bianca cadaverica, con le ginocchia ancora doloranti per la spinta datale dal marito, e terrorizzata dal momento che stava per sopraggiungere.

Il banchetto in onore del suo matrimonio si prolungava ormai da quella mattina. Era stato un susseguirsi di pietanze, risa e battute lievemente sconce. Nessuno si era permesso di accennare all'episodio di irrispettosa disobbedienza della principessa dimenticata ma nessuno lo aveva dimenticato. E soprattutto indimenticabile continuava ad essere lo scatto d'ira di Trevelyan, un aspetto di quell'uomo che nessuno dei suoi sottoposti o dei cortigiani in quella sala aveva mai avuto modo di sperimentare.

<< Venite con noi.>> le mormorò Catrina, prendendo Eirlys per mano e trascinandola giù dal loro tavolo sopraelevato rispetto al resto delle tavolate.

Meliodas lanciò alla nipote uno sguardo eccessivamente felice e diede una pacca sulla spalla al figlio Ivar alla sua destra.

<< Dovresti ringraziarmi!>> sussurrò con voce troppo alta di quella che avrebbe voluto. << Una moglie così buona ... nemmeno io sono stato tanto fortunato!>> e rise, ignorando le occhiate risentite della sua regina. << Goditi il tuo premio, figlio mio.>> aggiunse poi, abbassando la voce.

Eirlys colse tutte le frasi del re e le sue guance pallide si imporporano per la rabbia e l'imbarazzo. Lanciò uno sguardo ad Ivar, in piedi al fianco di suo padre, e lo vide osservarla con uno sguardo imperscrutabile per qualche secondo. Disse qualcosa, rivolto al genitore, ma Eirlys era troppo lontana per poter udire le sue parole.

<< Siete nervosa, eh?>> la rimbeccò Glenys, una tra le più giovani dame della principessa Catrina, anche più giovane di Eirlys. Era una ragazzetta robusta, anche troppo per essere figlia di una nobile famiglia del regno, e aveva stampato in volto sempre un fastidiosissimo sorriso che rendeva Eirlys nervosa.

<< Terrorizzata è la parola giusta ...>> mormorò in risposta la ragazza, decisa a dimostrarsi leggermente più affabile con quelle donne. Aveva bisogno in quel momento di parlare con qualcuno e forse loro le sarebbero state d'aiuto.

Uscirono dalla sala in fretta, accompagnate dalle risate degli uomini presenti e da qualche coraggiosa battuta lasciva di cui Eirlys non riuscì a comprenderne il senso. Lei, naturalmente, non sapeva cosa sarebbe accaduto quella notte. Nessuna sposa vergine aveva spesso idea di cosa le sarebbe capitato la prima notte di nozze, tranne poche confusionari consigli che le venivano dati prima di rimanere sola con il marito.

<< Dovete rimanere tranquilla e silenziosa ...>> le mormorò Glenys con un sorriso caloroso. << Ci penserà vostro marito a fare il resto.>> aggiunse poi facendo un gesto con la mano di cui Eirlys non colse il significato.

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