Capitolo 39: Sull'orlo della fine

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Quando la porta della cella si spalancò e la luce delle torce inondò il piccolo ambiente, Eirlys non era nemmeno in grado di aprire l'occhio destro tumefatto e rappreso di sangue. Era ancora stesa sul suo pagliericcio, le mani legate dietro la schiena, il viso gonfio per i pugni ricevuti dalle due guardie dopo che aveva tentato di morderle per liberarsi. Probabilmente aveva un braccio rotto, forse la spalla lussata, e sicuro la febbre alta. Sentiva la testa girare vorticosamente ad ogni movimento, la nausea l'assaliva ogni qualvolta tentava di mangiare qualcosa, e i lividi sparsi lungo il corpo le rendevano impossibile rimanere stesa su quel pagliericcio senza soffrire.

<< Prendetela.>>

Sentì solo una voce dare un ordine, non riusciva a distinguere la sua figura, ma riconobbe immediatamente a chi poteva appartenere. In un altro momento si sarebbe ribellata, poche settimane prima si sarebbe scagliata contro quella vipera, ma adesso era troppo debole, troppo sconfitta per poter anche solo parlare.

Mentre due guardie l'afferravano per le braccia, costringendola ad alzarsi in piedi, Eirlys sentì il dolore atroce delle sue ferite e del braccio rotto e cominciò a piangere silenziosamente, troppo debole anche solo per urlare. Le lasciarono le mani legate dietro la schiena e la trascinarono fuori dalla cella, ignorando la sua sofferenza.

Blaine la guardava severa, senza lasciar trasparire il senso di trionfo che provava, e godendo interiormente per le sofferenze della giovane principessa. Ma non le sarebbe bastato vederla morire giustiziata, non le bastava nemmeno osservarla in quelle condizioni, incapace anche di camminare. Blaine voleva vederla umiliata, così come non aveva potuto vedere sua madre Caitlin.

Le guardie trascinarono Eirlys in un'altra stanza delle segrete, molto più ampia della sua cella, e la costrinsero a sedere su una sedia di legno. La giovane riusciva a stento a rimanere con la schiena dritta, quasi sveniva per il dolore atroce al braccio e al viso, e non aveva alcun interesse per quello che sarebbe successo in quella stanza. Si sentiva vuota, senza più alcuna forza per vivere, ancor più debole ed indifesa di quanto lo era stata rinchiusa a Scilly come una prigioniera. Se il suo destino era rimanere rinchiusa in quel palazzo, lontana da suo figlio per il resto della sua vita, preferiva morire immediatamente e porre fine a tutte le sue sofferenze. Eppure non poteva smettere di pensare che anche il suo Eoghan, suo figlio, avrebbe avuto esattamente lo stesso destino che era toccato a lei.

Blaine le afferrò i capelli e la costrinse a tirare su la testa e a guardarla negli occhi.

<< Avete perso, Eirlys. Siete stata sconfitta esattamente come vostra madre. Domani mattina all'alba verrete bruciata al rogo, come una strega. È stata questa la decisione del re. Siete stata dichiarata colpevole di stregoneria e di innumerevoli omicidi.>>

La costrinse ad alzarsi, tenendole sempre i capelli stretti tra le mani, e la obbligò a guardare attraverso una piccola feritoia.

<< Guardate, eccolo il vostro patibolo. La vostra fine.>>

Eirlys si accorse che era il tramonto, il sole spariva oltre l'orizzonte, e l'aria tiepida di maggio le accarezzò il viso. Era esattamente un anno che era giunta a Carlyon, un anno che aveva abbandonato le fredde mura di Scilly, e stava per morire. Non guardò la pira che i soldati stavano alzando nel cortile centrale del castello ma concentrò la sua attenzione su un solo uomo, concentrato ad osservare il lavoro dei suoi sottoposti, lo sguardo così serio e attento da sembrar perso in un altro mondo.

<< Ivar vi ha rinnegato.>> sottolineò immediatamente Blaine, osservando la direzione dello sguardo di Eirlys. << Ha confermato che siete una strega, che avete tentato di assassinarlo e che lo avete sempre disprezzato.>>

Eirlys non replicò. Non aveva la forza di farlo.

Blaine la costrinse rudemente a sedersi di nuovo e le fece legare le braccia dietro lo schienale. Rimase in piedi di fronte a lei, continuando a fissarla con odio.

<< Per anni ho atteso questo momento.>> le confessò. << Per anni ho pregato che un giorno questo mio desiderio si realizzasse: vendicarmi di Caitlin di Cornovaglia. E quando siete giunta qui, plagiata dalle parole velenose di vostra madre, ho avuto la mia opportunità.>> le accarezzò i lunghi capelli rossi, lo sguardo quasi estasiato. << Non ho potuto vedere lei bruciare su quella pira, non l'ho potuta sentire urlare per l'agonia che avrei voluto infliggerle. Ma posso farlo con voi.>>

Eirlys cercò di liberarsi dal suo tocco ma Blaine le afferrò il mento con forza.

<< Caitlin mi ha portato via i miei figli maschi, uno dopo l'altro. Mi ha strappato un pezzo d'anima, mi ha costretto a patire la fame e gli stenti per anni. Era una strega e mio marito l'ha voluta risparmiare dalla morte. Perché è debole, è un uomo debole. Ma io non sono una donna debole. E lo sapevo che voi avreste cercato di portarmi via l'ultimo figlio che mi è rimasto, lo sapevo che avreste tentato di incantarlo con i vostri capelli e le vostre moine!>>

Con rabbia le strappò un'intera ciocca dalla testa. Eirlys urlò per la sorpresa e si dimenò sulla sedia.

<< Rosso come il demonio.>> gridò Blaine stringendo i capelli tra le mani. << Rossi esattamente come quel demonio di vostro padre. Tanto debole da essersi fatto controllare e plagiare da una strega!>>

Blaine fece un cenno ad uno dei soldati. L'uomo si avvicinò con un coltello tra le mani e cominciò a tagliare una dopo l'altra le lunghe ciocche di capelli rossi.

<< Brucerete senza quei capelli. Brucerete col viso tumefatto. Brucerete come un'assassina e una traditrice. Nulla può salvarvi ora.>>

Eirlys non replicò. Non si mosse mentre i suoi capelli cadevano sul pavimento, ciocca dopo ciocca. Si sentiva sfinita, sconfitta, sull'orlo della fine.

Quando solo una zazzera rossa era rimasta sul capo di Eirlys, Blaine diede ordine ai due soldati di afferrare la giovane per le braccia. La trascinarono di nuovo nella sua cella e la gettarono sul pagliericcio.

<< Domani mattina morirete. Io sarò li a godermi lo spettacolo>>

La dama rossaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora