Everglow

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Sono ormai le sei di sera e sento i miei occhi stanchi di rimanere fermi a guardare uno schermo illuminato.
Questo lavoro è più difficile di quello che pensavo.
La quantità di documenti da registrare sull'archivio del computer è immensa e di una varietà che non credevo possibile. Codici di ogni genere, nomi e password che devo memorizzare e casi vecchi anche decine di anni che devono essere archiviati in ordine alfabetico e poi cronologico. Per quanto sia interessante devo aggiungere scioccante allo stesso tempo.

Non avevo idea del numero di crimini che sono stati compiuti qui a Penton. A quanto pare non è solo il traffico di droga che contraddistingue la criminalità da queste parti. Sembra quasi un stagione di CSI.
Pensavo che quello che è successo a me, a Freddy e a mio padre fosse terribile e un caso raro,invece mi sbagliavo di brutto.
Mi sono dovuta trattenere dal piangere quando ho riconosciuto alcuni vecchi amici di mio padre nelle foto delle vittime.  Non ho visto né lui né Freddie tuttavia. Non so cosa voglia dire. Speravo di trovare qualche informazione, magari anche su qualche investigazione su Wesley o su Kara. Qualche piccolo indizio che potesse aiutare me o Ethan,invece sembra che nessuno alla polizzia abbia mai sentito parlare di loro.

Il tempo nonostante tutto vola e presto è ora di cena. Il mio turno è finito,ma il detective Norton è ancora nel suo ufficio fermo e con lo sguardo fisso sullo schermo e col telefono all'orecchio.  Lo osservo cercando di non farmi notare, lo vedo passarsi le dita fra i capelli, sicuramente turbato da qualcosa o agitato. E' un uomo davvero difficile da leggere a dirla tutta.
Non so mai se l'espressione corrucciata che ha sia la sua solita faccia o se sia causata da qualche situazione particolare.

Non so cosa dovrei fare,se chiedergli se posso uscire o rimanere finche non mi dice qualcosa. Non perché io sia una scansafatiche,ma ho davvero bisogno di mettere qualcosa sotto i denti.

Opto comunque per la seconda opzione,non voglio sembrare ansiosa di andarmene. Continuo allora a digitare le varie informazioni su un caso di stupro. La ragazza aveva solo sedici anni. Non hanno ancora trovato il responsabile.
Come si può fare una cosa del genere? Per fortuna lei è ancora viva,ma non so come si possa vivere dopo un evento così.  Io sono a malapena riuscita a superarla e solo perché avevo lui.
Senza,probabilmente,non sarei riuscita a superare quel fatto.
Lui mi aveva protetto e mi aveva aiutata a dimenticare. Vengo riportata alla realtà quando sento qualcuno schiarirsi la voce.

"Jennifer? Cosa ci fai qui? Il tuo turno è finito un'ora fa".

Il detective Norton è davanti a me con sguardo stanco e la giacca sul braccio. Se ne sta andando via, posso andarmene anch'io allora?

"Non sapevo...non volevo disturbarla e io credevo" inciampo nelle parole.

"Scusa è che abbiamo avuto diverse denunce e ho perso la cognizione del tempo...non sapevo che fossi ancora qui,tu puoi andare via tranquillamente alla fine del turno ovvero alle sette in punto"mi dice sorridendomi. Sorrido a mia volta e cerco di nascondere la mia agitazione a parlargli così spontaneamente, alla fine lui è il mio capo e un poliziotto per lo più. Ho sempre paura di superare un qualche limite morale e lavorativo a parlargli come se fosse un mio coetaneo.

Sono felice che sia così disponibile, nonostante tutto

"Grazie,signor Norton"dico prendendo le mie cose. Mi alzo e quasi inciampo nei piedi della sedia per come sono in imbarazzo davanti a lui.

"Lo so che è tardi...ma hai mangiato?"mi domanda ridendo mentre mi guarda in difficoltà a sistemare i fascicoli nel cassetto.

Scuoto la testa quando finisco di vestirmi.

"Io ora vado a prendere una pizza qui alla tavola calda...che ne dici se te ne offro metà?"mi propone con un sorriso sornione.
Chissà da quando è sveglio lui.

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