She's a good girl.

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Oggi è l'ultimo giorno qui a New York. Dovremo prendere l'aereo stasera,arriveremo verso l'alba di domani a Penton. Non voglio tornare a casa. È strano come questa città mi sappia più di casa rispetto al paese dove sono nata  e cresciuta. Anche se sono le persone che fanno casa. E non come edificio,ma come sensazione e come appartenenza. Per fortuna sono circondata di persone che sono la mia casa.

Il sole è già chiaro e intenso fuori dalla finestra. Vedo i raggi filtrare dalle tende e mi perdo ad osservare come la luce chiara si riflette sui fianchi dei grattacieli che ci circondano.

Quasi come un piccolo sbuffo sento il respiro di Ethan uscire dalle sue labbra e colpire il dietro del mio collo. Sorrido senza nemmeno guardarlo in viso. Sono sicura che abbia un espressione di pura beatitudine ma allo stesso tempo buffa.
Mi volto attenta a non farlo svegliare. Mi ritrovo a pochi centimetri dalle sue labbra e sono troppo tentata di baciarlo e di svegliarlo così,ma mi trattengo. È da tanto che non lo vedo dormire così serenamente.

Ha ancora le tracce del suo ultimo incontro di boxe sul viso e sul busto.
Le lenzuola coprono a stento le sue gambe. Posso così controllare le varie ferite.
Quella che più mi preoccupa è quella vicino all'occhio, è piuttosto profonda e vicina alla tempia. Lo so che gli fa ancora male perché ogni volta che gli avvicino la mano alla guancia per accarezzarlo, si ritrae leggermente per evitare che la tocchi. Ma ovviamente è troppo orgoglioso per dirlo.  Ai lividi, invece,non voglio nemmeno pensarci, gli ricoprono tutto il busto e le braccia. Non so come diavolo faccia anche solo a muoversi.

"Smettila di preoccuparti,Ashton"sento la sua voce roca e profonda venire deformata dal cuscino schiacciato contro la guancia.

"Come se fosse possibile"gli rispondo riappoggiandomi anch'io al letto il più vicino possibile a lui. Non capisco come faccia a svegliarsi solo perché lo sto guardando.

"Beh,almeno provaci".

"Tu puoi preoccuparti tutto il tempo per me, mentre io devo solo sorriderti e stare tranquilla?"gli domando stupita dal suo egocentrismo.

"È mio compito preoccuparmi di te"risponde lui strizzando gli occhi quando incontra un fascio di luce.

"Perché io sono solo una ragazzina indifesa,incapace di prendermi cura di te?".

Ruota gli occhi sentendo il mio tono alterato. 
È un'argomentazione da stupidi e maschilista,non mi sta bene, soprattutto in bocca a Ethan.

"Non è per questo,Jenn...credi che penserei una cosa del genere di te? Non voglio che tu ti preoccupi perché ne hai già passate abbastanza...e non voglio che tu abbia altri problemi oltre a quelli che già ti faccio passare"mi risponde con tono dolce che mi fa pensare di perdonargli la frase di prima.

"Perché tu? Non ne hai avuti abbastanza di problemi?".

Un angolo della sua bocca si alza lieve facendo iniziare a comparire una fossetta.

"Se sono i tuoi...li prendo tutti quanti"sussurra avvicinando il mio corpo al suo. Sento il calore della sua pelle spargersi per ogni parte della mia. Mi sento collegata a lui,in qualsiasi forma e modo.

"È lo stesso per me"continuo io appoggiando la fronte alla sua.
Ridiamo insieme, siamo delle cause perse, ma che si sono ritrovate tra di loro.

"Allora...vuoi disinfettarmi le ferite? Dato che ci tieni tanto a prenderti cura di me?"mi chiede alzando un sopracciglio e facendomi ridere intensamente.

"Tutto quello di cui hai bisogno"gli rispondo posandogli un leggero bacio sul naso.
Appena mi alzo lui mi riattira a lui e mi bacia come si deve.

"E magari anche un po' di colazione"sussurra appena ci stacchiamo l'uno dall'altra.

Vedo il ghigno che prende posto sulle sue labbra, afferro un cuscino e glielo tiro addosso prima di prendere la sua camicia e coprirmi. Non mi ero nemmeno accorta di essere solo con l'intimo.

Where's My Love?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora