I'm not moving

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POV Ethan.

Sta andando tutto apparentemente bene.
Lei ride di fronte a me e praticamente questo è il premio più bello che io possa ricevere.

Siamo passati a raccontarci gli ultimi mesi di scuola,durante la quale la vedevo solo da lontano.

"E Lucy mi ha trascinato in questo posto dove vendevano vecchi oggetti dell'antiquariato e ho trovato un antico giradischi...".

"Sei seria?"le chiedo vedendo i suoi occhi illuminarsi.

"Sì, è in ottime condizioni e non ho nemmeno dovuto pagare troppo...erano tutti oggetti in svendita"esclama lei felice come non la vedevo da molto tempo.

"Magari più tardi potresti farmelo vedere..."le propongo cercando di trattenere un sorriso malizioso. Lei non risponde ma si limita ad allargare il suo sorriso.

Le sue guance si colorano di una leggera tonalità di rosso e i suoi occhi si assottigliano.
È la cosa più meravigliosa io abbia visto.

"Sei felice,Jennifer?"le chiedo d'un tratto facendole sparire il sorriso e quasi voglio pocchiarmi da solo per averlo fatto.

"In che senso...".

"Sei felice,qui,ora?"preciso avvicinando la mia sedia alla sua.

"È una bella serata"afferma spostando le sue mani in grembo.

"Sei felice?"gli domando di nuovo,la risposta che mi ha dato non mi soddisfa.

"Ethan...".

"Sei felice,Jennifer?"insisto arrivando quasi ad attaccare la mia sedia alla sua.

Il silenzio tra noi è riempito dal chiacchiericcio degli altri clienti ma non distraggono il dolore che provo non sentendo una sua risposta.

Di colpo allora mi rimetto al mio posto e chiamo il cameriere per il conto. Mi sento un coglione. Ma chi voglio prendere in giro? Probabilmente mi sopporta solo perché è troppo gentile.

"Hai tentato di toglierti la vita?"mi chiede tutto d'un tratto riprendendo la frase che le era sfuggita riguardo al volersi suicidiare.

Non le ho mai raccontato nulla di quella sera,quando avevo realizzato che nulla mi teneva a galla in quella situazione. Ma soprattutto nessuno.

Mia sorella mi odiava, Clark e Zayn avevano le loro vite. Mio padre era morto a causa mia. Mia madre non mi voleva nemmeno vedere.
Stavo per iniettarmi una dose letale quando ho visto quel piccolo fiore. Una rosa.

Il giorno dopo,il compleanno di mia sorella,Lucy mi ha chiamato.
Gli occhi di Jennifer non lasciano i miei.
Non ho il coraggio di parlargliene ora.

"Quanto devo?"chiedo alla ragazza che si avvicina.

"In realtà...il conto è stato già saldato"mi risponde cercando di attirare la mia attenzione.

Mi giro verso Jennifer che mi guarda improvvisamente sorpresa.

"Sì,quel signore ha pagato tutto"mi spiega indicando verso il bar del ristorante.

Seguo gli sguardi della ragazza e di Jennifer. Mi fermo di colpo.

L'ultima persona che pensavo di trovarmi davanti mi sta sorridendo e alza il bicchiere del suo cocktail.

"Jennifer...ce ne andiamo,ora"dico separando ogni singola parola.

"Ethan..."cerca di calmarmi lei ma senza riuscirci dato che quel mostro mi sta ancora guardando.

"Ho detto...Andiamo"le ripeto girandomi verso di lei e prendendole la mano forse in modo troppo violento dato che emette un piccolo lamento.

Non riesco comunque a fermarmi e a chiederle scusa. Inizio a camminare velocemente.
Ad ogni passo ci avviciniamo sempre di più al bancone del bar.

Where's My Love?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora