I Won't mind

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Dopo aver parlato di Anne e di come Brian fosse stato interrogato, Lucy e Clark sono rimasti a casa e abbiamo deciso di trascorrere una serata tutti insieme. Abbiamo mangiato una pizza sul divano e ora stiamo guardando tutti i film che vengono messi in onda su Netflix.

Ethan è accanto a me,siamo seduti per terra e con la schiena appoggiata alle gambe di Clark seduto dietro di noi comodamente sul divano.

La sua mano è sulla mia gamba e il suo pollice disegna distrattamente forme indistinte sulla pelle coperta dalle calze nere.

Lascio che la mia testa finisca sulla sua spalla. Il suo profumo riempie i miei respiri forse troppo profondi per non sentirmi sovrastata dai sentimenti che lui e la sua presenza mi fanno provare.

È da troppo tempo che non passavo una serata completa con Ethan. In un modo così semplice.
La mancanza che sentivo era diventata un dolore fisico e ora che è di nuovo accanto a me, è come se potessi respirare di nuovo.

Alzo gli occhi verso il suo viso e lo vedo con gli occhi chiusi,inspirando profondamente.

Probabilmente sentirà le mie stesse emozioni. Solo qualche giorno fa pensavo che non avrei mai più potuto ritornare a stare in questo modo con lui.
Ora invece sento che potrei scoppiare dalla gioia.

Ovviamente la situazione non è tornata completamente come prima.
Le ferite sono lente nel chiudersi e nel guarire,ma so essere paziente.

"Dio...quanto mi sei mancata" sussurra di colpo dopo aver emesso un profondo sospiro.

"Credo che sia più o meno quello che stavo per dire io" gli dico ridendo lievemente.

"Si può fermare il tempo?"mormora lui avvicinandosi al mio viso.

"Vorrei stare in questo momento per il resto della mia vita"aggiunge facendo balzare il mio cuore.

"Io non voglio fermare il tempo a stasera...vorrei compiere gli anni"mi lamento come una bambina,a bassa voce per non disturbare gli altri.

"Certo che non sei neanche un po' romantica,Ashton...cercavo di dire una frase sdolcinata"mi rimprovera lui.

"Lo sappiamo entrambi che il vero romantico sei tu,Saint...".

"Questo è poco ma sicuro, non sai cosa ti aspetta a New York,festeggiata"mi sussurra vicino alle labbra solleticando le mie.

"Tu devi smetterla di organizzare tutti i nostri viaggi,pagare tutto e farmi sentire in colpa".

"Io non faccio sentire in colpa nessuno, sei tu che sei riluttante a farti viziare un pò"mi risponde lui ruotando gli occhi.

"A me piace viziarti"mormora a voce ancora più bassa e roca.

Come faccio a non rabbrividire a queste sue frasi. Il mio corpo e la mia mente rispondono immediatamente a qualsiasi sua affermazione, qualsiasi sua mossa. Le mie labbra si tirano istintivamente in un sorriso, che riflette il mio stato d'animo in questo momento.

Lui è quello di cui ho bisogno.

"Sei troppo buono" ribatto io sfiorandogli la guancia con la mia fronte.

"Sono solo innamorato" mi risponde facendo svegliare le farfalle nel mio stomaco.

"Allora ti perdono".

"Sei pronta per partire? Domani mattina l'aereo è presto" mi chiede intrecciando le nostre dita.

"E' tutto pronto...tu? Sei sicuro che è quello che vuoi?".

"Certo, Jennifer, questo è il tuo diciannovesimo compleanno...voglio che tu lo passi con la tua famiglia e i tuoi amici..." mi risponde continuando a sfiorarmi il dorso della mano.

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