1 - Albert

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Era un giorno come tanti a San Antonio, in Texas. Mi svegliavo ogni giorno alle 6:30, per studiare qualcosa prima di andare a scuola.

Oh, scusate, non mi sono presentato. Io mi chiamo Albert. Albert Strauss. Sono nato in una famiglia dove il rispetto veniva prima di tutto. Sono l'ultimo di tre figli. Ho una sorella, la mediana, Annie, che passa almeno due ore in bagno per acconciarsi, prima di andare a scuola. Neanche andasse alla corte di Francia. E ho un fratello, il primo, Nick. È un maniaco dei videogiochi. Sin da quando aveva dodici anni, voleva avere ogni tipo di videogioco. Dal telefono, passando per console portatili e fisse, fino al PC; non ce n'era uno che non gliene sfuggisse.

Ultimamente, si era messo d'impegno sul lavoro che aveva ottenuto come grossista di materiale elettronico, per poter guadagnare qualcosa e poter comprare i suoi divertimenti digitali, senza pesare su mamma e papà. In parte, però, fu a causa di Lea, la sua ex. L'aveva lasciato per il quarterback della scuola, e lui si era chiuso in camera per due settimane. La sua consolazione erano i videogiochi. I miei gli portavano da mangiare davanti alla sua camera tre volte al giorno. Ogni volta che passavo di fronte alla sua camera, sentivo solamente i rumori digitali di sparatorie e di voci elettroniche. Sentirli mi disgustava.

Io invece ero l'esatto opposto. Non ero considerato un nerd, come si usa dire. A scuola venivo preso di mira dai bulli, e questo si potrebbe classificare come normale. Se non fosse che venivo preso di mira anche dal gruppo della biblioteca e dal gruppo di scacchi. Ero uno sfigato in tutti i sensi. Non c'era giorno, mai uno, che non tornavo a casa, sporco, malridotto, o con la roba di scuola completamente rovinata. Nonostante questo, ero uno di quelli che a scuola andava discretamente, mantenendo la media del B+.

Questo fino al 22 giugno 2021. Una data che ancora oggi maledico. Le industrie del videogioco sembravano arrivate al capolinea, in fatto di creazioni.
I remake erano tutti già stati fatti. I giochi online non li usava più nessuno.

Mi alzai al solito orario, con il sottofondo jazz che mi piaceva tanto. Soliti vestiti: maglia bianca con un sassofono, e pantaloni jeans, con scarpe blu senza marca. I miei si possono permettere gli abiti firmati, ma io sono sempre stato uno fuori dagli schemi. Studiai un po' la lezione di biologia, una delle materie che ho sempre amato. Più tardi, scesi dalle scale, e mia madre, girata di spalle, stava cucinando per la colazione. I waffle con lo sciroppo d'acero. Il loro odore era peggio di una droga per me.

Mi sedetti a tavola, e mio padre, vestito come sempre in modo impeccabile, si diresse in cucina, abbracciando la mamma da dietro. Spostai lo sguardo verso le scale, vedendo Annie scendere le scale, vestita in modo assurdo. Scarpe sportive bianche con striature arancioni della Hearts, short jeans e un top verde pallido.

"Cos'hai da guardare, sfigato?" Mi disse infastidita dal mio sguardo.

Cosa ho da guardare? Ma ti sei vista allo specchio? Mi venne da pensare cosa risponderle, ma poi non le risposi nulla. Tanto mia madre doveva difendere la sua principessa. Guardai mio padre. Giacca e cravatta, tipico di chi lavora in un ufficio.

Vidi scendere anche mio fratello. Trafelato, come se gli stesse correndo dietro un cane.

"Presto papà, accendi la tv sul 288!"

"Neanche un buongiorno, Nick?"

"Buongiorno a tutti! Metti sul 288, presto!"

"Notizia di apertura: la CellSoft è orgogliosa di presentare il loro nuovo sistema videoludico di ultima generazione, passiamo ora al servizio del nostro inviato..."

"Grazie, sì, la CellSoft, dopo aver assorbito le tre case di produzione di giochi in Realtà Ultra Virtuale, ha finalmente svelato al mondo il suo primo titolo di nuova generazione. Si chiama D.S.P., e in questo momento sta salendo il fondatore, Rudolph Blacksmith, accompagnato dalla sua guardia del corpo personale. Sentiamo cosa sta per dire..."

"Vi ringrazio per essere accorsi numerosi all'evento di oggi. Come sapete, la mia umile compagnia di tecnologia videoludica ha effettuato molte transazioni con le maggiori compagnie, acquisendo le tecnologie grafiche, quelle Ultra Virtuali, e i vari elementi indossabili. Questo per far nascere D.S.P., altro non è che l'intrattenimento del futuro! A partire da domani, 22 giugno, in tutti i negozi digitali di videogames. E, per essere magnanimo, dirò di più. Ai primi cinquanta che acquisteranno il pack completo di gioco, riceveranno una lista di codici esclusivi, in grado di farvi accedere ai livelli Maxima. Non voglio svelarvi altro. Auguro a tutti buon divertimento!"

"Per il momento il servizio finisce qui, restituisco la linea..."

"Grazie da parte del nostro inviato, ora passiamo alle altre notizie...".

"E questa era la notiziona che volevi sentire, Nick?" gli risposi.

"Fatti gli affari tuoi, saputello. Di queste cose non ne capisci niente! È il futuro della videoludica! Tu vieni persino pestato dal gruppo di videogiochi della scuola!" mi rispose aspramente Nick.

Non risposi più. Ormai sapevo che parlare male dei videogiochi era come una condanna a morte. "Nick, finiscila. Sai bene che non tutti hanno gli stessi gusti". Mio padre, John, mi stupiva sempre. Non rispondeva mai quando si trattava di baruffe tra me, mio fratello o mia sorella.
Un suono molto familiare mi fece scattare dalla sedia. Il clacson dell'autobus 21. Ora di andare a scuola. Mia madre ci diede prontamente i sacchetti della merenda a me e a mia sorella. Mio fratello, aveva finito di sorseggiare il caffè, e si stava dirigendo a prendere l'auto. Un'altra giornata come tante altre stava per iniziare. Forse era l'ultima di una serie di normali giornate.

D.S.P. (Progetto sospeso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora