I miei cloni cominciarono ad attaccarmi senza sosta, e fecero di tutto per allontanarmi dal mio gruppo. Riccardo, impressionato come anche gli altri da questo colpo di scena, si fiondò a darmi man forte; se non fosse per Annie e John, che nel frattempo iniziarono a corrergli dietro. Uno sguardo davvero spaventoso del colore del sangue, con fauci che potevano fare invidia alle zanne dei leoni, significava fuggire o venir divorati. Diciamoci la verità, erano pur sempre zombie.
Demetra iniziò a dare di matto fiondandosi contro i suoi genitori. Le sparatorie erano senza sosta. Sembrava di essere davvero finiti in un conflitto a fuoco, eppure mi rendevo conto di quanto fosse sadico Rudolph, e di come avesse trasformato milioni, anzi, miliardi di persone, in marionette. In tanti minuscoli giocattoli del suo maledetto mondo digitale. Parlando per me, ero entrato al suo interno unicamente con lo scopo di salvare i miei cari. Ma andando avanti, e facendo squadra con gli altri, la mia chiusura mentale mi privava di una cosa che mi era sempre mancata: Fiducia da parte degli altri, e la prima persona a fare questo fu proprio Jeena, dimostrandomelo dalla prima volta che ci siamo incrociati, benché non mi avesse mai conosciuto.
I miei cloni iniziarono a trasformarsi in Fierolupo, e la situazione era disperata. Non potevo contare su nessuno, e nessuno della mia squadra avrebbe potuto lasciare lo scontro al quale erano stati coinvolti.
Mi infuriai come non lo ero mai stato, mandando al diavolo tutto quello che stavo facendo. Mi lasciai prendere dall'egoismo, dalla rabbia pura e incontrollata, e la misteriosa armatura tornò a me. Vidi un minimo di esitazione nei cloni, eppure decisero di attaccare, come due bestie fameliche. Si lanciarono entrambe alle braccia, cercando di danneggiarmi, anche se non ricevevo alcun tipo di danno. Cominciai ad avanzare, appesantito da quelle bestiacce attaccate alle polsiere d'accaio; mi avvicinai a quelli che erano i primi contendenti, a livello di distanza, ovvero la famiglia Helm; sferrai un pugno, sebbene fosse appesantito dai cloni, eppure fu efficace; scaraventai i genitori di Demetra lontano da lei, quindi avanzai verso i prossimi che avevo più vicino, ovvero il Signor Baxter e lo zio di Riccardo. Ripetei la stessa cosa, ovvero un pugno con quei maledetti bastardi di lupi attaccati alle braccia. Stessa cosa con mia sorella e mio padre, e poi con i genitori di Jeena. Nessuna delle coppie reagì all'attacco.
Io ero alla testa del gruppo, seguito a breve distanza dai miei compagni, stanchi e privati di ogni voglia di continuare. Eravamo di fronte alla grande barriera innalzata da Zero, che continuava imperterrito a lottare contro Acid, e l'ostinazione dei due non permetteva a nessuno di cedere. Con un gesto deciso provai ad entrare all'interno della barriera. Sulle prime, benché cosciente, avrei creduto che sarei stato sbalzato fuori; immaginavo fosse un campo di forza mentre, in realtà era solo uno scherzo.
Attraversata la barriera, i cloni si staccarono da me per poi dissolversi nel nulla. La scena che vidi mi lasciò turbato parecchio. Lionel, mio zio, era a terra, e la sua spada era dentro alla sua spalla. Stava perdendo tutti i suoi punti vita, e gli restavano pochi secondi. Accorsi velocemente verso di lui, e gli altri fecero lo stesso. Mi guardò in faccia, e disse: "Non ho... portato a... termine il m-mio compito...d-d-disconnettetevi ins-ieme agli altri f-finch-chè potete...".
"Come disconnettermi? Non si può!" risposi, seguito da una risata stentata di Acid.
Un rumore strano fece muovere all'istante lo zio Lionel verso di me. Vidi uno sguardo orrendo in lui, per poi rendermi conto di cosa fosse accaduto. La crudeltà del gioco raggiunse un nuovo livello: un raggio era partito dall'armatura di Zero, con l'obbiettivo di uccidermi. Solo che Acid si mise in traiettoria.
"Disconnettetevi immediatamente, È UN ORDINE!" urlò Acid a me e al resto del gruppo.
Demetra, Jeena, Riccardo e Gerald, insieme ad Acid, riuscirono nell'intento. Io non lo feci. Stavo provando il brivido di vivere una realtà alternativa, e in gioco c'era il futuro della terra. Non mi ero mai interessato degli altri per colpa di come venivo trattato. Ma ora, non si trattava più della questione di chi era trattato come; non era più questione personale, c'era in gioco molto di più. Vidi in tutta questa situazione, nel complesso, la possibilità di evolvere la mia persona in qualcosa di meglio, di poter maturare e diventare migliore.
Spaccai il nucleo delle impostazioni, facendo in modo da evitare che qualcuno si permettesse di disconnettermi contro la mia volontà. Immaginavo già la prossima reazione di sdegno e preoccupazione per la solita avventatezza delle mie azioni. Ora eravamo solo io e Zero.
Nessuno mi avrebbe più ostacolato a porre fine a questa storia.
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D.S.P. (Progetto sospeso)
Science FictionCosa potrebbe succedere se un ragazzo, che prova avversione per il mondo digitale, fosse costretto ad avvalersene, per risolvere il mistero delle numerose scomparse dal suo paese e del mondo? Amici, parenti... Persino suo fratello, sua sorella, i su...