22 - Mondo Cenere - l'inizio della catastrofe?

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Tetro. Questa è la prima parola che direi se mi chiedessero di descrivere il luogo in cui mi trovavo con un aggettivo. Ma nessuno del gruppo voleva parlare. Tutti eravamo scossi per la perdita di Tim Baxter, catturato e trasformato in un Exhuma. Non riuscivo a capacitarmi di questa cosa, come non riuscivano a farlo nemmeno gli altri della squadra. Avevamo perso non tanto un giocatore dalla buona corazza e dalle forti difese, ma un buon amico. Questo mix di emozioni mi diede la strana carica di affrontare qualsiasi cosa si sarebbe posta davanti a noi.

Non facemmo nemmeno un passo per uscire dal circolo di passaggio dei piani che venimmo imprigionati in una prigione luminosa. Comparve quella sfera che ci aveva interrogato e generato con i corpi digitali. Non sapevamo cosa fare in questo frangente.

"Cari giocatori, siamo lieti che la vostra esperienza in D.S.P. vi stia piacendo, come dimostra che siete arrivati al piano intermedio di Yggdrasil. Siete nel mondo due, Mondo Cenere, patria dei guerrieri da mischia. Tuttavia, abbiamo rilevato alcune anomalie nelle vostre prestazioni...".

'Maledizione' pensai 'non è che hanno scoperto l'imbroglio del siero?'

"... tuttavia, per accedere al piano in questione è richiesto un livello adeguato per affrontare le sfide qui presenti. Pertanto, sulla base del regolamento di gioco, verrete assegnati a una missione esperienza. Se riuscirete a superare questa missione e a completarla, vi verrà assegnata l'esperienza necessaria per esplorare liberamente questo mondo senza grandi ripercussioni".

Una volta che la sfera se ne andò, la prigione svanì, e tutti e cinque ci guardammo in modo strano. Ora ci toccava persino livellare per continuare la nostra missione. Che rottura.

Sulla roccia nera, e senza alcun segnale di vegetazione, si disegnò un tracciato, che sarebbe stato obbligatorio seguire. Non potevamo fare molto al riguardo. Colate laviche di vario tipo, più o meno recenti, davano un aspetto di continuo mutamento, come se nulla fosse per sempre. Come la nostra squadra... dovevo smettere di pensare alla perdita di un amico di famiglia; forse per gli altri era solo un conoscente, ma per me e per la mia famiglia era molto di più. Prima o poi Acid si sarebbe fatto sentire, e avremmo potuto decidere sul da farsi.

Comparve una freccia di colore ambrato, che puntava dritto, e subito sotto, comparve scritto 4.8 km.

"Cosa?!" Dobbiamo camminare per cinque chilometri?" urlai. 

"Di cosa ti lamenti, citrullo?" rispose Demetra, guardando verso la vallata, poco distante. "D'altro canto, non abbiamo mezzi per muoverci più agevolmente..."

"Ahia! Riccardo! Ma ti è dato di volta il cervello?" rispose Gerald.

"Che cosa ho fatto?" riprese Riccardo.

"Mi hai mollato un pugno sulla spalla!" disse a denti stretti Gerald.

"Non è vero!" urlò Riccardo.

E i due iniziarono a scazzottarsi a più non posso. Ogni pugno costava loro 1 punto vita. E colpo dopo colpo, senza rendersene conto, avevano già perso 50 punti vita a testa, fino a che due colpi tonanti di pistole interruppero la scazzottata dei due.

"Finitela! Mi sembra di vedere quella peste di mio cugino Rodney!" urlò Jeena, con in mano le sue spezzatuoni, ancora fumanti per i colpi sparati. In quel momento, vicino a loro caddero due creature alate dalla dubbia forma. Ancora agonizzanti, cercavano di muoversi da lì, ma Demetra, come se avesse la voglia di sfogarsi, diede un calcio secco alle creature, provocandone la smaterializzazione. Anche lì, ottenemmo due cristalli e 200 Bint.

Alzandosi da terra, a Gerald caddero a terra quattro schede. Incuriosito, le raccolse, per poi gridare: "Ragazzi, guardate qua!"

Accorrendo, ricevemmo ciascuno una scheda. Erano solo quattro, quindi qualcuno di noi doveva andare a piedi. Come la tenemmo in mano, ciascuno di noi creò da quella card un mezzo per muoversi, e questa funzione divenne attiva nel nostro menù. Per un attimo credetti che fosse stato solo un colpo di fortuna questo, ma presto, nella mia mente, si fece largo un'altra teoria: e se il gioco fosse vivo, in grado di ascoltare le richieste e i bisogni del giocatore? Mi sembrava troppo assurda la teoria, ma decisi di non scartarla del tutto.

Gerald si concentrò, e dalla sua card venne fuori una moto con gomme chiodate, lunga e cromata, con una grossa fiamma sulla carena. 

Eccitata da questa stranezza, Demetra e Riccardo provarono anche loro a concentrarsi; Riccardo diede forma a un quad, con tanto di ruote chiodate, di color verde acido, e anche lui aveva delle fiamme, di colore nero. Demetra invece diede forma a una specie di veicolo simile a un dune buggy, di colore viola scuro e inserti elettronici di colore più chiaro. 

Ora toccava a me, ma non volevo lasciare Jeena a piedi. Come se fosse cosciente dei miei pensieri, tenemmo insieme la card, e venne fuori un altro mezzo simile a quello di Demetra, solo di colore bianco perla, con inserti elettronici color giallo elettrico. Ora che tutti eravamo attrezzati per spostarci, tutti e quattro decidemmo di divertirci. Come quando si era bambini. 

"Facciamo una gara! Il primo che arriva paga penitenza!" disse Gerald!

"Ci sto!" "Anch'io!" dissero gli altri due.

E in pochi istanti partirono a razzo, buttandosi nella valle sterrata di roccia lavica indurita.

"Se non ci muoviamo, dobbiamo pagare pegno entrambi" disse Jeena. Non glielo volevo dire, ma anch'io fremevo all'idea di gareggiare. Spinta la leva al massimo, il mezzo prese velocità, al punto che temevo di andare a fare un incidente.

La pendenza del muro dal quale scendevamo era tale da sembrare una pista di uno dei titoli che aveva acquistato mio fratello... mi pare si chiamasse Road Crazyness, o qualcosa del genere. Più acceleravamo e più mi sembrava che l'aria diventasse irrespirabile. Vedevo poco più avanti i tre veicoli della mia squadra, che stavano facendo la malora, mentre a tempo di record comparvero segnalazioni di un tracciato e fiamme di delimitazione. Persino il pubblico fu generato sul momento. Una gara dal punto A al punto B. Sentivo l'adrenalina scorrere come un torrente in piena, così presi con più decisione i comandi, mentre Jeena, come una selvaggia, urlava come una folle. 

Ci stavamo avvicinando agli altri tre, quando Riccardo, con un sorrisetto maligno, armeggiò con la console del mezzo, fino a rilasciare alcuni piccoli esplosivi, minando il passaggio. Questa era una dichiarazione di guerra bella e buona. Gli esplosivi crearono diverse buche, che evitai accuratamente. Anche se era una gara digitale, i danni erano sempre veri, alla fine. La mia mano scattò, come se controllata da qualcuno di esterno, verso un tasto nero della plancia, e le ruote del mio mezzo smisero di restare a contatto con il terreno. Mi resi conto che avevamo iniziato a galleggiare, come se fosse un hovercraft, quindi non avevamo più il problema del tracciato. Gerald, al fianco di Riccardo, lo speronò, spedendolo contro una delle rocce, mentre Demetra dominava la classifica. Gerald era il prossimo da togliere di mezzo, mancava ancora Demetra e appena 2,4 km di percorso. Una grossa colata lavica venne giù da uno dei versanti, e il percorso indicava di passare da quelle parti. Jeena prese le sue spezzatuoni e puntò dritta al veicolo di Demetra, che centrò prontamente, facendola sbandare per qualche secondo. Gerald ci stava a fianco, e stava tentando di speronarci, senza però permettergli di fare ciò. Riccardo stava recuperando la distanza, avendo puntato i propulsori delle gambe dietro a sé, ottenendo una potente spinta. Se tutti erano in grado di sommare le abilità ai mezzi, chi ero io per non farlo? Stranamente, però, non riuscii a fare nulla. Un altro colpo delle armi di Jemma, e Gerald rimase indietro, mentre si scontrava nuovamente contro Riccardo, mentre Demetra rallentò appositamente per combatterci di persona. La gara era tesa e concentrata nell'ultimo tratto, e mancava solo 1 chilometro. La sfida era ardua, e nessuno di noi era disposto a darla vinta. Un turbinio di potenti emozioni mi stava conquistando, e per la prima volta in tanto tempo non mi sentivo così VIVO! 

All'improvviso, senza nemmeno rendermene conto, tutti e quattro continuammo la corsa, galleggiando come Hovercraft su un torrente di lava bollente. I dati di gara sparirono, lasciando intendere che la gara fosse stata annullata, ma a parte me e Jeena, gli altri sembrava non se ne fossero accorti. Continuavamo a correre in quelle gole di lava bollente, e mi resi conto che eravamo entrati nel posto peggiore che la fantasia poteva partorire. Sulle guide si parlava del misterioso labirinto del piano centrale di Yggdrasil, conosciuto come Infernadeadalus. Era persino deplorevole l'accostamento tra Dedalo e inferno, e chi avevano incaricato di creare i luoghi godeva di scarsa fantasia per i nomi. Rallentai appositamente, facendo capire agli altri che ci stavamo cacciando nuovamente nei guai. O forse erano i guai che ci cercavano.

Sta di fatto che il luogo, a eccezione dello scoppiettio dei lapilli e del ribollire della lava, era immerso nel silenzio più profondo, un silenzio tale da assordare. Ma presto me ne pentii di questo strano silenzio. Un movimento innaturale nella lava mi fece capire che qualcosa abitava il labirinto di roccia fusa. Proprio come Teseo e il Minotauro, con la differenza che noi quattro incarnavamo Teseo, ma chi avrebbe rivestito il luogo di mostro in questo caso?

D.S.P. (Progetto sospeso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora