44 - Abyssos

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Albert's POV

Il cielo cambiava velocemente, proprio come se fosse un video velocizzato. La figura titanica era scura, e al momento non si muoveva. L'Argentomorte iniziò a ritirarsi, fino a sparire. Non potevo credere che il gioco stava prendendo una brutta piega, ma fino a quel momento non avrei mai immaginato quello che stava per accadere.

La barriera che mi aveva salvato sparì di colpo, lasciandomi su uno dei resti dell'albero di Yggdrasil, ormai diventato irriconoscibile.

Comparve la figura di Rudolph, che passeggiava tranquillamente in mia direzione. Credevo fosse l'ennesimo ologramma volto a sfottermi o incitarmi all'odio. Invece, a mano a mano che si avvicinava, acquistava sempre più forma. Mi resi conto, seppur fosse impossibile crederlo, che Rudolph si era digitalizzato all'interno del suo stesso gioco, della sua stessa creatura.

C'erano pochi passi di distanza fra me e lui, e di fianco a me aleggiava una piccola luce sferica.

"E così ho il piacere di conoscerti... Albert Strauss..."

"Un piacere non corrisposto da parte mia" risposi in modo secco e deciso.

"C'è astio fra di noi. Eppure non ci siamo mai confrontati prima" rispose, dandomi le spalle.

"Cosa ti aspettavi? Che ti stringessi la mano per aver commesso un efferatezza del genere? Per aver rapito miliardi di persone in modo coatto, ingannandole sotto la falsa luce del miracolo della videoludica?"

"Sai, pensavo ai tempi andati. Dopotutto, D.S.P. è un prodotto di tuo zio Lionel...".

"Tieni mio zio fuori da questa storia!" gli urlai contro.

"Allora affrontami" disse con un ghigno di sfida.

Era chiaro che lo avesse fatto apposta. Iniziò a cambiare forma, e se avevo creduto che Nick fosse l'imbroglione di famiglia, beh... Mi sbagliai di grosso.

Rudolph aveva cambiato completamente forma. Era rivestito di una corazza nera, con striature giallo iridescente. Un elmo dello stesso colore dotato di due corna, simili a quelle di un ariete, e una spada fatta di quattro colori diversi.

"Quella è un arma vietata" mi sentii dire da Angelica, la sfera che galleggiava a fianco a me.

"Arma vietata?" dissi con forte dubbio.

"Sì, è una spada tetraelementale. Possiede le abilità del Purofuoco, dell'Eternogelo, del Sempituono e della Granterra. È presente nel codice di gioco, ma si può ottenere in un solo modo...".

"...imbrogliando..." conclusi.

"Io non sto imbrogliando" disse Rudolph, per poi aggiungere: "Io sto usando il gioco a mio vantaggio. E poi... Anche tu hai imbrogliato una volta".

"Se ti riferisci alla trasformazione, io non ne ero a conoscenza".

Come se fosse nella mia natura, si attivò l'armatura, quindi ci scontrammo selvaggiamente, come due maschi Alfa per la supremazia di un qualche territorio. Rudolph lottava per rancore, sentimenti contrastanti, rabbia e frustrazione. Io lottavo per ritornare alla vita vera, senza contare su nessuno, solo affidandomi a me stesso. In fondo, per ogni scambio di colpi che avveniva, ricordavo tutte le avventure passate nel gioco con Riccardo, e Gerald, Demetra, Acid...  e Jeena. Non avrei mai creduto di fondere la mia vita con un prodotto digitale, e dover affidarmi agli altri. La mia chiusura mentale era stata per troppo tempo un handicap, e in sé, il gioco mi aveva insegnato a contare sugli altri.

Gli altri... cosa stavano facendo? Erano tornati alla loro vita comune? Avevano riabbracciato i loro cari? Avrebbero dimenticato questa brutta esperienza? Avrei fatto anch'io lo stesso? Non riuscivo a trovare una risposta, almeno per il momento. Sapevo solo che la missione extra era iniziata, e il mio avversario era niente poco di meno che il capo del videogioco. Già immaginavo mentalmente che reazioni avrebbe provato mio fratello Nick se fosse stato al mio posto.

Rudolph lanciò fendenti spaventosi contro di me, scatenando tutto il potenziale di quella spada. Partivano saette, fiammate, scie di gelo e massi giganteschi. Capivo il perché quell'arma fosse vietata. Dovevo sbrigarmi a eliminarlo e fuggire dal mondo digitale, e anche se fossi riuscito a sconfiggere Rudolph, non avevo un piano di azione da attuare. In preda alla rabbia, mi ritrasformai in un Fierolupo e, ad essere sincero, mi mancava da matti questa forma. Come se avessi instillato dubbio e timore, Rudolph iniziò a indietreggiare. Scattai in sua direzione, mentre lui lanciava fendenti contro di me nella speranza di fermarmi.

Bastò un attimo. Mi aggrappai a lui con le zampe, e mi pregò di non morderlo. Sembrava una reazione normale, dettata dalla paura. Non ci pensai, e lo morsi violentemente al braccio. Comparve la barra della sua vita. 0 punti vita.

0 punti? Guardai a quanto ammontavano i suoi punti massimi. 1 punto vita!?!

Credevo fosse uno scherzo di cattivo gusto. Lui rise, come in preda a una crisi isterica. Abbandonò la sua spada a terra, e divenendo una sfera di luce, sparì di colpo.

Tremori a tutt'andare, che divennero sempre più forti e sempre più lunghi. Vidi che il mostro davanti a me stava prendendo vita. Capii che fin dall'inizio era parte del piano di Rudolph entrare a contatto con la sua creatura, e gli sarebbe bastato un nonnulla per affrontarmi a suo modo. Era andato a fondersi con la creatura gigante, la stessa che aveva distrutto l'albero di Yggdrasil.

Angelica si materializzò nuovamente davanti a me con sguardo assente, e disse: "Ci siamo, questo è il Boss finale del gioco. Si chiama Abyssos, e ha 500.000.000 di punti vita...".

"Mezzo miliardo di punti vita?!" esclamai.

E spostando lo sguardo verso l'alto, sorridendo, Angelica disse: "Sì, ma non l'affronterai da solo...".

D.S.P. (Progetto sospeso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora