9- Ante-mondo 3 (Access)

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Lasciato il villaggio, reso desolato dal nostro primo scontro globale, ci spostammo verso Est. Oltre la foresta si poteva intravedere un grosso fascio di luce biancastra, quasi come se quella colonna di luce penetrasse la volta celeste. Ma prima, dovevamo attraversare un'altra foresta, con chissà quali pericoli annessi.

Mentre Gerald era alla testa del gruppo, seguito da Demetra e da me, in fondo c'era Tim Baxter alle retrovie, mentre Riccardo, grazie alla tuta ultraleggera e ai suoi propulsori, restava in alto come vedetta aerea.

Ero troppo curioso di sapere cosa c'era nella pergamena, quella rimasta chiusa. Tenni premuto verso di me, e la voce 'Inventario' divenne disponibile. Toccai per aprire e da lì materializzai la pergamena. Come l'aprii, la stessa voce della pergamena precedente disse: "Grazie a questa pergamena, avrai il privilegio di apprendere la sacra arte del mutacorpo. Attento: non farti dominare dalla sua fiera abilità. Sei pronto a correre il rischio?" Alla frase "mutacorpo", la mia mente, priva di fantasia, cominciava a concepire situazioni tipo dove il mio corpo si sarebbe tramutato in qualsiasi cosa che la mia volontà avrebbe richiesto. Risposi con decisione alla richiesta, e in pochi istanti, il mio corpo di caricò di nuova energia. Il gruppo non si era accorto di nulla. Non ci diedi molto peso, finché non notai che possedevo tre barre: quella rossa, secondo quanto spiegava Gerald, rappresentava la vita, quella verde invece rappresentava la nostra energia, la nostra 'stamina'... Ma possedevo una barra di colore blu. Vuota. Continuando ad attraversare la foresta, subiamo almeno tre attacchi dei troll. Senza farlo apposta, presi un ramo da terra, e lo lanciai in testa a uno degli aggressori, e in pochi istanti, dopo averlo colpito, ottenni 300 Bint. Non avevo intenzione di colpire, ma dovevo sottostare alla regola "sopravvivere o soccombere". Dannazione! Continuavo ad avercela con Nick e alla sua maledetta smania di videogiochi.

Mancavano quelli che, a occhio e pixel (davvero l'ho pensato!?) erano cinquecento metri. Potevo sentire uno stranissimo ronzio aumentare di intensità per ogni passo che facevamo verso la misteriosa luce.

Ci affacciammo in una vallata e la prima cosa che vedemmo fu un marchingegno assurdo, roba uscita da un racconto dello spazio, impiantato nel suolo, stranamente liscio e senza erba. Aveva le colorazioni dell'erba, ma di quest'ultima non c'è n'era traccia. Come se fosse stato dimenticato dalla programmazione. Un errore da principiante. La cosa mi lasciò esterrefatto per una dimenticanza del genere. Comunque, Tim e Gerald, dopo averli visti conversare, mentre a terra avevano tracciato una sorta di piano d'azione, dissero: "Per questa notte ci accamperemo, e monteremo dei turni di guardia ciascuno" disse Gerald.

"Riccardo, te la senti di fare le prime tre fasce?" chiese Tim.

"Scherzate? Cu mmè putet star dint na vutt'i fierr!" rispose Riccardo.

"Qualcuno può tradurmi da zoticone a lingua comprensibile quello che ha detto questo sciocco di turno?" rispose aspramente Demetra.

Mi aspettavo che Riccardo la strozzasse in quel preciso istante. Mi ha sempre confessato di odiare chiunque offendeva il suo retaggio culturale. Stranamente, invece, la ignorò. E forse questo le fece più danno di una risposta a tono, cosa che nessuno, fino ad ora, le aveva mai fatto da quando lanciava le sue famose frecciatine.

"Albert, vorresti fare tu le successive tre fasce di guardia?" mi chiese Tim. Annuii, anche perché non avevo dimestichezza in questi mondi digitali, e perciò dipendevo totalmente da chi ne masticava qualcosa in più.

Scese presto la notte, ma non avvertivo stanchezza. Tutt'altro. Sentivo di avere energia illimitata. Poi guardai con curiosità i miei stati e rimasi leggermente di sasso. La mia barra aggiunta, quella di colore blu, era piena intorno al 95%. Ma quando poteva essere successo? Non vedevo l'ora di scoprire cosa sarebbe successo al completamento di quella nuova barra risorse. Così Riccardo, dalla cima di un albero contorto, nato sul ciglio della vallata, si mise a fare la guardia al nostro accampamento e a quello che succedeva nei dintorni, mentre tutti gli altri, me compreso, andammo a dormire. Fortunatamente, Gerald ci aveva spiegato che avevamo una funzione di riposo, implementata nei nostri menù personali; anche se non avevo sonno, e le energie scorrevano veloci come cavalli impazziti, feci lo sforzo di provare a riposare.

Mi svegliai di soprassalto, e non sapevo quanto tempo fosse trascorso. In ogni caso, cominciai a muovermi nella foresta. La prima cosa che vidi era la visuale più ribassata, come se stessi strisciando, o se stessi procedendo a gattoni. Provai a stendere la mano verso di me, per far apparire il mio menù personale e presi un colpo. Già non mi ricoscevo con quelle braccia così pelose. Dannazione! Ma quel che era peggio, le mie mani si erano tramutate in zampe! Provai lo stesso a far apparire il comando della LiberCamera, e questo comando fortunatamente riuscì. Mi guardai all'intorno, e con stupore mi accorsi di essermi tramutato in un Fierolupo. Come facevo a saperlo? Mi ricordai di questa creatura anche grazie ai forum lasciati aperti a scuola. Una creatura talmente rara da trovare, che si presupponeva che fosse un bonus, o un elemento rintracciabile solo nei livelli Maxima. Zampe anteriori sottili con quattro artigli, zampe posteriori con muscolatura molto sviluppata, un manto nero come la notte, interrotto solo da una lunga striscia di pelo bianco, che percorreva tutti e due i fianchi, fino ad arrivare agli occhi, e la coda totalmente nera, fatta eccezione per sua parte terminale di colore bianco. Che fosse questo il mutacorpo che la pergamena mi aveva annunciato? Non lo sapevo ancora. Ciò nonostante, volli provare cosa ero in grado di fare con questo corpo. Provai a correre, a saltare e ad arrampicarmi sugli alberi, e riuscivo a farlo con una facilità tale che non potevo non esserne contento. Provai a vedere il mondo tramite i sensi del lupo che ero diventato. Sentivo odori di vario genere, udivo suoni anche a grande distanza e rintracciavo anche il calore di chi mi stava intorno.

Un rumore sospetto mi fece stare all'erta. Ringhiavo, ed era strano. Era un gioco, o stavo davvero perdendo la ragione? Comparvero una decina di Troll, seguiti da due gnomi, armati di balestra. Urlarono qualcosa come "Jobuju!" "Jobuju!" per poi cominciare a sparare frecce a tutt'andare, oltre alle lance e ai sassi che avevano. Saltavo e schivavo ciascun attacco, fino a che, in meno di un minuto, li avevo sbranati tutti. Un attimo, sbranati?! Come potevo essere diventato così sanguinario?! Ero scoraggiato. Certo, era una meraviglia provare le sensazioni e le emozioni di essere un lupo o, almeno, qualcosa di diverso da un umano. Provai ad avvicinarmi al posto dov'erano messi i miei compagni, ma poi pensai: 'E se, nel vedermi così, mi avessero preso di mira?'

Sconfortato, mi rannicchiai vicino a un grosso tronco, per poi infilarmi al suo interno. Non volevo essere scoperto né dal mio team, né tanto meno da troll, elfi, gnomi o altri Exhuma. Ero scettico sull'idea di essermi trasformato in un animale. Ma l'unica cosa che mi teneva ancora collegato alla realtà e alla ragione era la mia missione, a cosa mi aveva spinto ad accedere a D.S.P., ovvero la ricerca dei miei cari, e della ragazza che mi aveva rivolto la parola, nonostante non mi conoscesse.

D.S.P. (Progetto sospeso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora