I gemelli cominciarono ad attaccare senza lasciare una finestra di respiro, senza modo alcuno di poterci organizzare. Erano veloci, preparati e pericolosi. Ogni singolo attacco era frutto di una programmazione molto intelligente, estremamente allenato con la strategia, come se avessero infuso il genio militare al servizio del digitale.
Entrambi i gemelli avevano un arco, entrambi molto elaborati. Scoccavano frecce su frecce, e sembrava una presa in giro che i proiettili non li colpissero, mentre le frecce fossero più precise dei colpi sparati. Nemmeno Gerald, che aveva la balestra pesante, riusciva a colpirli. In sostanza prendevamo danni a raffica, ma di danneggiarli non c'era verso. La missione della seconda casa era davvero strana: annullare i gemelli. Cosa significava non mi era chiaro. Annullare, annullare... Non riuscivo a capire il significato dell'obiettivo.
Al momento meno atteso, Gerald riuscì a inchiodare il gemello con l'armatura ambrata, e sembrava che fosse stato eliminato. A un certo punto vidi l'altro soggetto muoversi verso il gemello ferito. Vidi in questo momento l'occasione ideale per fare la mia mossa. Solo che sollevò una barriera, e riportò in vita il gemello caduto. E qui ricominciò la lotta, le sparatorie e le piogge di frecce. Demetra lanciò un paio di granate verso di loro, e poco prima che una di queste toccasse terra, Jeena ne perforò una, facendola esplodere in anticipo. Stavolta fu il gemello d'argento a cadere, e qui si ripetè la stessa scena. L'ambrato si precipitò dall'argento caduto e lo riportò in vita.
"Maledizione! Dovete sparire, stupidi gemelli dei miei stivali!" rispose aspramente Riccardo.
Poi ebbi consapevolezza di cosa significasse. Non importava quante volte li ferivamo; il gemello sopravvissuto, spinto dal forte legame, lo avrebbe riportato indietro, e similmente avrebbe fatto quell'altro nei suoi confronti. Questo significava eliminarli insieme. Quindi urlai: "Gerald! Demetra! Tenete occupato il gemello ambrato! Jeena, Riccardo! Pensate a quello argentato! Devo vedere una cosa!"
Quindi le due coppie iniziarono ad attaccare i due obiettivi in modo distinto. Uno dei due, credo quello ambrato, tentava di aiutare il gemello d'argento, ma Gerald e Demetra gli stavano talmente appiccicati che non gli lasciavano alcuna finestra d'azione, e quindi vennero separati.
Io, nel frattempo, mi aggirai nella casa, troppo simmetrica per i miei gusti. Tenni d'occhio i due scontri, cercando di vedere come agire. Era estenuante una lotta dove, non solo le armi, ma anche la tattica, contava.
A un certo punto, notai qualcosa di incastonato in una delle colonne. Qualcosa di luccicante, minuscolo, ma brillante come un piccolo led. Non volli provare a toccarlo, ma cercai di vedere se la nuova teoria appena formata avesse un fondamento. Andai nella parte opposta della casa, avendo cura di non farmi scoprire dai gemelli, ed ero grato che la mia squadra, benché in difficoltà, stesse riuscendo nell'intento di tenere occupati i gemelli. E la mia teoria ebbe conferma. Trovai una seconda luce, piccola allo stesso modo, ma d'argento. Quindi, se erano in un qualche modo i gemelli e le luci erano collegati fra loro, bisognava troncare il legame. Il problema era trovare il come. Ben presto, però, venni scoperto.
Il gemello d'argento mi prese di sorpresa e mi ricacciò tra le mie file. Non avevamo scelta se non quella di distrarre i gemelli e distruggere i cimeli delle colonne. Noi cinque davamo le spalle alla porta di entrata. Poi il mio sguardo cascò casualmente su Demetra. E ancora quello sguardo da infame. L'idea di cosa lo scatenasse mi preoccupava, così spostai lo sguardo verso Jeena.
Roba da non credere! Entrambe avevano lo stesso sguardo. Possibile che avessero elaborato una strategia vincente per questo scontro impari? Riccardo lanciò una serie di colpi di lanciarazzi verso il soffitto, mostrando noncuranza per la mira e sbadatezza, al punto che mi meravigliai di questo comportamento. Conoscevo da tempo Riccardo, ed era sempre stato preciso in quello che faceva, ma ora? Come mai aveva fatto degli errori così banali? Prese nuovamente la mira, e impacciatamente, sparò diversi razzi ai piedi dei gemelli, o meglio, a metà strada tra loro e noi. Un polverone si stava alzando, inibendo la visuale a entrambi gli schieramenti.
In quell'istante, vidi Jeena prendere qualcosa dalla mano di Demetra e scattare verso destra, mentre Demetra andò a sinistra. Dopo pochi istanti, sentii il colpo sordo di due esplosioni, talmente precise da sembrare una sola, seguita da un flebile suono di incrinamento, come quello di un vetro che sta per infrangersi.
I gemelli caddero a terra, quasi come se la loro forza fosse stata sottratta di punto in bianco. Avevo il sentore che questa cosa avrebbe avuto un riscontro negativo.
I gemelli cambiarono forma, diventando globi lucenti, per poi fondersi fra loro, e facendo nascere un abominio di essere, con quattro gambe da cavallo, quattro braccia e due teste. Ricordava la stessa creatura incontrata poco tempo prima, il Bicentauro, con la differenza che entrambe le braccia erano impegnate a maneggiare un grosso arco doppio, decisamente più grande di un arco standard, e caricava quattro frecce alla volta. Non potevamo più affrontare quel mostro senza una nuova idea. Poi avvenne l'impossibile. Un lampo, o qualcosa di simile, fece la sua comparsa, e affettando di netto la bestia, che si distrusse davanti ai nostri occhi. Qualcuno in piedi ci stava dando le spalle, e aveva una spada rossa come il sangue, sottile come uno spillo. Appena si girò, rimasi turbato: non sapevo se essere felice o meno.
"Finalmente vi ho raggiunti..."
"Aspetta, ma tu sei....Acid?!" rispose Demetra.
"Ma cosa ci fai qui?" chiese Gerald, meravigliato per il colpo di scena.
"Le domande ponetemele mentre ci avviamo alla terza casa!" rispose prontamente.
E nel mentre ancora stavamo parlando, le porte si spalancarono, mostrando l'ennesimo ponte e la casa in breve lontananza.
Mi chiedevo come mai anche lui era presente. Poi notai qualcosa che cominciò a farmi crollare anni di dubbi. La troppa confidenza, il farsi trovare a casa senza segni di sfondamento, tutto cominciava ad avere un senso.
E i miei genitori mi avevano nascosto delle informazioni per tutto questo tempo. Non sapevo ancora se li avrei perdonati. Non sapevo nemmeno se li avrei ritrovati, e ristabilito la mia famiglia com'era in principio.
Presi in disparte Acid, mentre il gruppo si stava curando dalle ferite riportate nell'aspro scontro appena concluso. Senza alcun freno, chiesi:
"Tu sei Lionel Strauss... mio zio?"
Senza battere ciglio, mi guardò, si chinò verso di me e disse: "Sì. E so che stai per dubitare dei tuoi genitori, perché ti hanno nascosto la mia esistenza. In realtà l'ho chiesto io a loro. Nemmeno Annie e Nick sanno di me. Io lavoro in un campo segreto, che non avreste mai dovuto conoscere, ma che per colpa di chi ha creato questo sistema, sono stato costretto a chiedere l'aiuto di cinque persone, e..."
"E un accidente!" sbottai. "Mi hai tenuto nascosto la tua esistenza, hai recitato meglio di un commediante, hai fregato tutti! E ora, come posso fidarmi di te?!"
Stavo per andarmene, quando mi prese per un braccio, e disse: "Hai ragione ad esser arrabbiato. Ma vedi, nel momento in cui è nato questo gioco, ho visto in te e nei tuoi amici l'unica speranza per vincere..." E sorridendomi, concluse dicendo: "Qui è nato tutto, e presto tutto quello che mi riguarda finirà. Il tuo scopo, lo scopo della squadra è eliminare Zero. Non c'è altro. Una volta finita questa storia, potremmo ricominciare da dove sono stato costretto a interrompere...".
Stentavo a credere che quello fosse mio zio, il fratello di mio padre, creduto morto in un operazione di soccorso nelle Antille olandesi. Mostrava il carattere forte e la sua sicurezza, e per pochi attimi, sentivo che stavo recuperando una parte di quell'identità che avevo perso.
E poco prima di riunirci agli altri, Lionel mi disse: "Fino a quando non usciamo da questo inferno, tu mi chiamerai Acid, e ci terrei che tenessi nascosto il nostro legame di sangue...intesi?"
Con breve cenno del capo, e con passo spedito, rinvigorito da questo incontro inatteso, ci dirigemmo alla volta della terza casa....
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D.S.P. (Progetto sospeso)
Science FictionCosa potrebbe succedere se un ragazzo, che prova avversione per il mondo digitale, fosse costretto ad avvalersene, per risolvere il mistero delle numerose scomparse dal suo paese e del mondo? Amici, parenti... Persino suo fratello, sua sorella, i su...