48 - Gli eserciti della liberazione

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Anthony si scagliò contro di me, cercando di distruggermi. Da quando avevo svelato che Alibi fosse solo un nickname, il suo atteggiamento era cambiato radicalmente. Si riempirono tre barre di vita: rossa, gialla e blu.

'Quanta accidenti di energia ha?' pensai. La sua arma era terrificante. Lui era terrificante. Cosa avrei potuto fare? Ero solo un comune essere umano, un semplice ragazzino di appena diciassette anni.

Ma poi, guardandomi indietro, avevo la prova che non ero un ragazzo qualunque. Avevo sconfitto mostri e combattuto guerre. Anche se era avvenuto nel digitale, chi si sarebbe mai immaginato che il destino dell'umanità dipendesse da delle sfide così eterogenee?

"Vediamo cosa sai fare, pivello" puntualizzò Anthony, brandendo la sua spada contro di me. Quindi scattò velocissimo in mia direzione. Per un puro scatto di riflessi, materializzai una spada molto sottile. Credo lo chiamino stocco, una spada da schermidore. Non sapevo nemmeno se l'arma in mio possesso fosse l'ideale. Stava di fatto che l'avevo creata io, quindi dovevo aver fiducia su questa creazione. Parai il colpo, quindi quell'animale di Anthony cominciò a colpire come se non ci fosse un domani. Non c'era verso di trattenere la sua furia, e dopo pochi minuti, stanco di subire e difendermi, cominciai anch'io attaccare. Con mia somma sorpresa, disarmai immediatamente Anthony e puntai la mia spada al suo collo. Il tutto senza togliergli un briciolo di energia.

"Ah, uccidimi, se ne sei capace" disse Anthony, inginocchiandosi, e mostrando apertamente il collo. Affondai un colpo talmente violento da provocare un grosso spostamento d'aria. Quando riaprì gli occhi, inorridì per aver visto che il suo avversario lo avesse lasciato in vita.

"P-perchè?" chiese Anthony.

In quel momento, sentii parlare Lionel, dicendomi di ripetere quanto mi suggeriva.

"Ti ho lasciato in vita, affinché tu sappia la verità" risposi. Non mi sentivo a mio agio a fare da ripetitore, ma continuai lo stesso. "Rudolph ti ha ingannato dal principio".

"Cosa stai dicendo? Cosa ne sai tu, bimbetto?" disse a denti stretti Anthony, rizzandosi in piedi e guardandomi in cagnesco.

"Io... Ho... trovato questo..." e in quel momento, una volta aperto l'inventario, gli porsi una strana scatolina nera. Non sapevo da dove veniva, tuttavia dovevo stare al gioco. Alla vista di quel misterioso oggetto, vidi nello sguardo di Anthony un mutamento. Si avvicinò con lentezza alla scatola, la prese in mano e si avviò una registrazione. Fu la stessa registrazione che sentii, mentre, protetto dalla barriera di Angelica, Rudolph aveva scoperto l'identità di Anthony, con chi fosse imparentato, e quali progetti aveva su di lui.
Lo sguardo tornò furente, il suo viso si colorò di rosso, ed esplose in urlo. Dopodiché, prese la sua arma e si diresse a tutta velocità incontro a Abyssos. Voleva eliminarlo da solo, ma la sua rabbia consumante gli fu fatale. A pochi istanti da che raggiunse il titano, venne incenerito sul posto. In appena un secondo, vidi cascare immediatamente tutti i punti vita di Anthony.

Stavo per correre in suo soccorso, quando Lionel mi intimò: "Starà bene. Ora però dobbiamo aiutarti".

"E come faccio?" chiesi, spaventato e intimorito dal gigante che ormai era pienamente operativo.

"Ti è posta una scelta, nipote...". Al termine nipote, rimasi basito qualche minuto. Mi faceva un effetto totalmente nuovo esser chiamato così, forse perché non mi sono mai sentito chiamare in quel modo.

Dopo un breve attimo di esitazione, dissi: "Cosa devo fare?"

Non ricevetti risposta. Aspettai, mentre vedevo, poco alla volta, che ogni singola sezione del titanico Abyssos si stava riempiendo, e a ogni sezione completamente ricaricata partiva uno scintillio. Restavano solo le gambe, e avanzavano all'unisono nel caricarsi.

D.S.P. (Progetto sospeso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora