13 - Mondo Argento - Terra esterna 2

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Mentre Riccardo mi reggeva, scrutavamo il mondo dall'alto. Chissà che scelte avrà fatto Riccardo per avere quel tipo di corpo riprogrammato. Potevo vedere il vulcano stregato, con il suo denso fumo andare lentamente a diradarsi, mentre sotto di me c'era la foresta, in una sezione aperta si vedevano i pantani melmosi della palude. Poco più avanti c'era la cascata e il fiume. Guardai Riccardo negli occhi, e come se avesse intuito cosa stessi pensando, fece un cenno col capo e cominciò a scendere di quota, atterrando vicino al fiume, ben nascosti. Riccardo si fidava di me, anche se non avevo il mio corpo da umano. Poco più avanti, vedemmo comparire Emanuel, che si guardava in giro con sospetto.

Cominciammo a tenerlo d'occhio e a seguirlo. Forse anche Riccardo si era accorto di qualcosa di strano nel modo di fare dell'ultimo arrivato. Arrivammo nei pressi di uno spazio verde, dove non c'era apparentemente nulla. Emanuel si guardava in giro, nella speranza che nessuno lo avesse seguito, e poi compì una strana serie di movimenti. Dal nulla si aprì una porta dai colori spenti e minacciosi, per poi vedere Emanuel stava cambiando forma. Chi o cosa era Emanuel? Quel che era certo, era una spia. C'è ne accorgemmo entrambi da quello che fece.

Qualcuno uscì dal portale e cominciò a parlare con "Emanuel".

"Allora, hai rintracciato gli hacker?"

"Sì, mi sono fatto reclutare spacciando la falsa regola del team da sei. Sono ingenui, e grazie alle codifiche avanzate, ho fatto tutte le missioni in pochi istanti, in modo da ottenere il loro appoggio".

"Ottimo lavoro, Alibi. Continua a seguirli. Se dovessero rintracciare altri pezzi della chiave Eterna, glieli dovrai sottrarre e disperderli. Nessuno deve sopravvivere qui. Questo è il gioco mortale".

Quindi il portale accolse di nuovo il losco figuro e, chiudendosi, la spia riprese la forma di Emanuel. Riccardo era sorpreso. Io disgustato. Che fare? Spifferare tutto e subito? Riccardo voleva, ma io lo presi per lo stivale, e con un cenno, benché fossi incapace di parlare, gli feci capire che era meglio aspettare.

Nel mentre, sentii Demetra cacciare un urlo. Sulle prime, avrei voluto lanciarmi in suo soccorso, ma poi pensai a Emanuel e alla sua reazione se ci avesse visto. Vedemmo Emanuel scocciato, ma poi materializzò una spada ricurva e corse in direzione del grido. Appena fummo sicuri, feci cenno a Riccardo di salire verso l'alto e raggiungere il gruppo. Fece quanto chiesto, mentre io corsi nella foresta, cercando di ascoltare con attenzione da dove provenisse la fonte del pericolo.

Vidi la scena più raccapricciante di sempre. Centinaia di corpi mutilati, e il sangue appena versato sul terreno macchiato dava l'aspetto di quella zona a un vero e proprio punto di macellazione. Ai vari alberi c'erano incastrate diverse asce e alabarde. E poco più avanti, il signor Baxter e Demetra con le spalle al muro. Di fronte a loro il Bicentauro. Era enorme, persino più grande di un cavallo arabo. Ed era chiamato così quel bestione per il fatto che avesse due teste e due paia di braccia. Quattro armi diverse per mano, e i suoi zoccoli erano macchiati di sangue rappreso. Osceno. Mi veniva da vomitare, sebbene fossi un Fierolupo, e per giunta, poco prima, avevo divorato quel capriolo violaceo, sporcandomi come un vero carnivoro. Non vidi Gerald, e questo mi fece spaventare. Temevo fosse caduto vittima anche lui del mostro. Con gli zoccoli caricava a terra, lasciando profondi solchi.

Gerald comparve all'istante, piantandogli la lancia nel fianco, e facendo forza con gli uncini. Con un gesto, il Bicentauro lo sbalzò lontano, lasciando la lancia conficcata nel fianco sanguinolento, mentre scalpitava minaccioso verso Demetra e gli altri membri della squadra. Essa provò a colpirlo con le sue lame, ma aveva poca dimestichezza nel muoversi, anche a causa del suo vestiario, troppo sfarzoso e poco comodo per muoversi. Tim Baxter sparò ripetutamente verso il Bicentauro, ma non sortiva alcun effetto. Cominciò a cavalcare nella direzione opposta, solo per tornare verso i membri del mio team. E in tutto questo, Emanuel non si degnava di muovere un muscolo. L'odio per il tradimento, e per i voltafaccia, mi spinse ad agire senza pensare in quel momento.

Gli saltai in groppa e gli morsi una delle nuche, e questo cominciò a scalpitare impazzito. Più si agitava e più serravo le zanne sul mio bersaglio. Emanuel, come se aspettasse che uscissi allo scoperto disse: "Oggi è il mio giorno fortunato; catturerò un mostro di classe B e una creatura leggendaria di classe S!"
Quindi materializzò un fucile di precisione e prese la mira, cercando di colpire sia me che il Bicentauro. Come vidi il piccolo mirino laser muoversi verso la mia fronte, con un gesto, e sempre con le zanne ben piantate nella nuca del bestione lo mossi, ed esso ubbidì. Come risultato, il proiettile centrò in pieno una delle fronti del Bicentauro, che cadde a terra, riversando sangue a quello già presente a terra.

Mollai la presa, scoprendo che quella tenuta serrata nelle mascelle era la testa principale del bestione. Si dissolse, e io tornai in forma umana.

Riccardo si fiondò su Emanuel, prendendolo per il bavero, e a denti stretti, e stranamente in italiano corretto, disse: "Sporco bastardo, perché non hai alzato un mignolo per aiutarci? Perché hai tentato di uccidere il nostro compagno? Rispondi!"

Emanuel rispose, senza scomporsi più di tanto: "Hey, non sapevo che il vostro amichetto nabbo fosse in grado di usare il mutacorpo".

"Amichetto nabbo o meno, se ti azzardi a non collaborare, o ad ostacolarci, non garantisco la tua incolumità". Quindi lo mollò con violenza e si allontanò abbastanza per sbollire. Demetra, per la prima volta, vide Riccardo in modo diverso. Gerald, malconcii per la caduta, recuperò la sua lancia e condivise con il gruppo alcuni Curakit, presi prima di uscire da Argentia.

Tornati al punto di estrazione, comparve il terzo forziere, contenente il crine del Bicentauro. Insieme alle piume e alla pelle di Platinorco, avevamo completato la missione, e gli stessi dischi di teletrasporto ci riportatono nuovamente nella cittadella.

Emanuel si avvicinò a noi, aprì la schermata, e rescisse l'affiliazione. Si girò e se ne andò. Il tutto senza una parola, senza spiegazione. Da una parte ero sollevato, ma dall'altra sorgeva il dubbio: come avremmo fatto ad avanzare?

Alla fine, tornando alla bacheca, vedemmo uno strano elemento, che ci diede il resoconto della situazione. In rappresentanza del gruppo diedi al figuro, vestito da giullare le spoglie delle bestie cacciate. Sulla base delle missioni svolte (a imbroglio) da Emanuel, entrarono 30.000 Bint di squadra, 3.000 Bint singoli, 22 cristalli e altri due pezzi di chiave. Cominciai a pensare che i pezzi della chiave Eterna, così come avevamo sentito dalla conversazione tra Emanuel e il losco figuro, avessero una valenza decisamente rilevante in tutta la programmazione. Ma il dubbio più grande sapete qual era?

Il losco figuro uscito dal portale chiamò "Alibi" quello che noi conoscevamo come Emanuel. Ero certo di averlo già sentito prima questo nome. Dove? E soprattutto, la teoria che vidi formarsi nella mia testa mi spaventò: Era davvero possibile entrare e uscire volontariamente dal gioco, senza rimanerne coinvolti, o rapiti, dalla programmazione?

D.S.P. (Progetto sospeso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora