16 - Snowall - Ran'tzorm

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La scalata era lunga ma piacevole. Il nome 'Rapiscalata' ben si addiceva all'abilità che stavamo usando per salire la roccia della zanna del puma. Raggiungemmo in appena dieci minuti la base dov'era arroccata Ran'tzorm, il villaggio che dominava sulle montagne. Non c'era un gran movimento ma, in ogni caso, dovevamo agire con accortezza. I troll sono conosciuti per essere sanguinari contro ogni dire, e se dovevamo affrontare scontri sempre più brutali, dovevamo essere preparati a tutto, soprattutto al peggio.

Arrivammo vicino a un parapetto, e sentivamo i grugniti di alcuni troll, probabilmente appostati di guardia. Guardai giù, verso Riccardo, ed egli afferrò immediatamente l'idea. Un diversivo. Saltò all'indietro, lasciandosi cadere nel vuoto, per poi sfrecciare grazie ai propulsori. Comparve davanti ai troll, cercando di attirarli. Come risultato, alcune lance caddero giù dal precipizio, mentre Riccardo urlava loro: "Provate a prendermi, cervelli di gallina!" seguito dalla sua risata sciocca. Appena sentimmo che non c'era nessuno io, Gerald, Demetra e il signor Baxter salimmo su.

Il luogo era tetro, illuminato da poche torce, e una luce flebile veniva da sotto un portone. Demetra si piazzò alla porta, mentre Gerald l'aprì con lentezza. Il cigolio dei cardini e gli scricchiolii del terreno erano poco rassicuranti. Un lungo corridoio, con diverse porte ai lati; il mio naso, come se fosse ancora come quello del Fierolupo, iniziò a captare strani odori dietro ogni porta. Aprii una delle porte e mi infilai dentro. Demetra, stizzita, stava per venirmi a prendere in stile ramanzina, quando mi vide uscire con un piccolo baule, che sparì all'istante dalle mie mani. Sulla mia testa comparve scritto 200 Bint, un cristallo e pelle di cervo lunare. Demetra, avendo visto che poteva saccheggiare dei troll saccheggiatori, scelse una porta ed entrò. Uscì dopo pochi istanti con 300 Bint e tre scaglie di smeraldo. Il signor Baxter, incuriosito per quello che succedeva, provò anche lui a entrare in una delle porte, e anche Gerald non si trattenne dall'andazzo. Uscirono dopo pochi istanti anche loro. Il signor Baxter recuperò 400 Bint, due lamine d'oro e due stringhe di ragno; Gerald invece recuperò 350 Bint, una scatola di munizioni miste e 3 tizzoni di fuoco. Oggetti tutti strani, ma se esistevano avevano il loro scopo.

Sentimmo dei passi pesanti e il suono di qualcosa che veniva trascinato. Ci nascondemmo prontamente nelle porte, tenendole socchiuse per spiare chi fosse. Un troll, coperto da scaglie di ghiaccio sulle spalle e sulle ginocchia, e trascinava un pezzo di legno, con diversi chiodi di ferro. Al suo passaggio lasciava i segni. Sentii uno squittio, seguito dall'urlo di rabbia del troll. Uno squittio più acuto. Poi niente. Da buon animalista e amante di tutte le specie viventi, sentire quel suono mi fece imbestialire. Demetra vide che stavo perdendo il controllo, e poi vide anche la barra blu del mio stato riempirsi velocemente, senza contare la trasformazione, che stava avvenendo sotto ai suoi occhi. Mi prese per le spalle e mi scuoteva, ma stavo per perdere il controllo. Mi prese la testa fra le mani, si appoggiò con la sua fronte alla mia e mi parlava in tono rassicurante. "Albert! Calmati! Ci sono io. Resisti, io sono con te!" Stavo iniziando a calmarmi, ma poi un'altra strana emozione stava prendendo il sopravvento: 'Demetra che mi parlava con dolcezza? Ma che sta succedendo?' pensai. Un altro colpo sordo del troll fu la salvezza, poiché Demetra si staccò, e andò nuovamente a controllare la situazione. Uno dei troll, sospettando che l'intruso fosse solo un diversivo, cominciò a guardare dentro ogni singola stanza. Io e Demetra eravamo nella porta più lontana, sulla destra, mentre Gerald era nella porta accanto, e il signor Baxter era nella porta di fronte alla nostra. Un momento di pura attesa, mista all'orrore di venire scoperti e chissà cosa sarebbe potuto accadere. Mi resi conto di essermi trasformato in modo parziale. Come se potessi finalmente agire sul mio corpo.

La mia attenzione si volse nuovamente verso il troll che controllava le stanze, e aveva sbattuto la porta che era adiacente a quella dove si nascondeva Gerald. Temevo per la sua vita. Stava per aprire, quando una violenta esplosione fece desistere il troll dalle porte. Sentii i suoi passi, da goffi, diventare più pesanti e veloci, mentre nell'aria c'era un'atmosfera surreale. Aperte le porte, tutto il pavimento era ricoperto di sangue rappreso. Ci muovemmo da lì, e in fondo al corridoio c'era una sorta di mappa, ricavata nel muro da qualche arnese metallico, e altre macchie di strane sostanze bluastre. Ci indicava che Ran'tzorm era ricavata nel cuore della roccia, e per arrivare verso la cima, dovevamo salire quattro sezioni concentriche. "Troppo difficile e troppo lungo" disse Gerald, mentre si massaggiava il collo. "Tim, visto che sei attrezzato con quei cannoni, perché non ci apri un paio di scorciatoie?" disse Demetra.

Tim Baxter non era un tipo da irruenza. O almeno, fino a quanto lo conoscevo. Con un ghigno, e senza proferir parola, estrasse i cannoni, e sparò contro i muri diverse bordate. Altre macchie di sangue offuscavano la mia vista. Poi mi ricordai del messaggio che ci disse Acid. Possibile che il virus avesse preso piede? Non era una risposta semplice, ma al momento andava accantonata. C'era in gioco la vita del SH e la nostra, in primis quella di Riccardo, scavezzacollo e temerario come suo solito. Altre esplosioni.

Arrivammo finalmente nel piano più alto, quello che si affacciava sul fronte della montagna, e i Gelotroll, alla nostra vista, urlarono con quanto fiato avevano in corpo, correndo contro di noi. Non c'era tempo per chiedere il motivo del loro comportamento. Una lotta senza esclusione di colpi. E in fondo al piazzale, vidi qualcuno chiuso in una gabbia di ghiaccio, una figura incappucciata. Che fosse lei il nostro obiettivo? Alcuni Gelotroll, vedendomi da solo, pensarono di farmi fuori come una preda facile. Peccato solo che Gerald e la sua fidata lancia si posero in mezzo, e con una sola spazzata eliminò trenta attaccanti. "Albert, fai come alle elementari, che ti distraevi?" mi urlò contro, dicendomi di stare concentrato.

E aveva ragione. Era un videogioco, ma in gioco c'era la vita. Quella vera.

Ma i problemi erano appena cominciati. Alcuni troll iniziarono a comportarsi stranamente. Corsero verso il centro della piazza. Una volta che erano tutti assieme, cominciarono a illuminarsi.
Esclamai a voce: "Non ditemi che si stanno fondendo fra di loro!". Neanche avessi avuto il dono della preveggenza, avvenne proprio quello che dissi.

Si alzò da terra un Gelotroll Titano, classe A-. Eravamo nuovamente riuniti tutti e cinque, e la nuova sfida era quella di affrontare la bestia. Notai due cose: al collo del bestione c'era un pezzo della chiave Eterna, insieme a una chiave celeste, probabilmente serviva ad aprire la gabbia del prigioniero.

Avremmo dovuto agire alla svelta, anche perché noi tutti avevamo la terribile sensazione che stesse per scadere il tempo...

D.S.P. (Progetto sospeso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora