18 - Mondo Argento - Nuovo membro

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Sentivo una voce lontana ma estremamente familiare. Aprii gli occhi e vedevo tutto nero. C'ero solo io. Per la prima volta mi sentivo a mio agio. Ero sempre stato da solo, ma ora mi stavo abituando alla presenza di altri... degli amici... che fossero più grandi di me, che vivessero dall'altro capo del pianeta. Che fossero anche dell'altro sesso. La solitudine mi divenne stretta per la prima volta nei miei diciassette anni.

Chiusi gli occhi, e quando li riaprii mi ritrovai in una tenda. Un NPC di qualcuno simile a un indiano stava preparando qualcosa per rimettermi in forze, mentre di fianco a me c'era Riccardo, preoccupato come non lo avevo mai visto. Senza muovermi, spostai lo sguardo verso l'esterno, e vedevo Gerald e la sua lancia in mano, intento a scrutare l'orizzonte. Poi lo sguardo si concentrò su Demetra, che giaceva a poca distanza da Gerald, con una grossa ferita alla spalla, e i pixel rossi colavano dal braccio, simulando l'effetto del sangue. O che fosse sangue vero? Non vedevo il signor Baxter. Provai ad aprire la bocca, ma mi uscii soltanto un flebile lamento. Riccardo, entusiasta, disse: We frat, aizt! Stamm nguaiat!"

Vedendo che non capivo un accidente, si sforzò di parlare in un linguaggio più comprensibile, e disse: "Dobbiamo andare! Sta per succedere un gran casino!".

Potei soltanto pronunciare "Demetra?" e Riccardo mi rispose: "È stata ferita durante un assalto mentre eri svenuto". Il personaggio dalla forma di indiano si avvicinò a me, e mi fece trangugiare uno strano composto maleodorante di colore rossiccio. Come lo finii di bere, una potente scarica mi fece saltare in piedi, mentre lo stesso indiano ci diede dieci fialette con lo stesso intruglio, e disse: "Fate buon uso della pozione della fortitudine".

Non avevo mai avuto così tanta energia prima di allora. Diede una cucchiaiata di quella schifezza dai colori poco rassicuranti anche Demetra, ed essa si rialzò da terra come se fosse resuscitata, mentre la ferita alla spalla si rimarginò quasi all'istante. Chinai il capo al mio guaritore, per poi dare un cristallo come offerta, e uscire dalla tenda. Sembrava un vero e proprio teepee da indiano.

Alzai lo sguardo al cielo, e rimasi sconvolto: un gigantesco buco, con strani pezzi bianchi, digitali, che cadevano da lì. E a occhio sembrava che quel buco fosse come una narice di naso, nel senso che fosse viva, come se respirasse. "Ma come...?" chiesi, quando Gerald mi interruppe e disse: "È stata colpa tua. Nel senso, quando tu attaccasti il titano e perdesti il controllo, l'enorme afflusso di energia ha aperto quella... cosa. Prima che tu ritornassi cosciente, Acid ci ha contattati, dicendo che il virus ora agiva senza la restrizione del siero. Chiesi personalmente se potevamo ricevere un'altra dose, ma ce lo ha negato. Ci ha spiegato che il nostro corpo è sovraeccitato a causa della Ultra Realtà Virtuale, e quindi ogni danno, ferita e caduta si ripercuote sul corpo fisico. Hai visto Demetra e il suo braccio? Il suo corpo fisico stava perdendo una grossa quantità di sangue. Fortunatamente, con i nostri corpi ci sono due squadre mediche che ci stanno assistendo. Stanno valutando l'idea di ritirarci dalla URV per riportare i nostri corpi a uno stato di salute accettabile, anche se dovesse significare ricominciare da capo".

"Te lo puoi scordare!" gli urlai. "Abbiamo affrontato sfide e pericoli mortali, e per cosa? Per dire 'scusate non ho voglia e sono masochista'? E girandogli le spalle, gli dissi: "Se vuoi disconnetterti, sei libero di farlo, ma io devo trovare i miei genitori."

"Non è che per caso cominciano a piacerti i videogames?" disse Gerald, e stampando la sua fronte alla mia, in gesto di sfida. Gli diedi uno spintone e voltai la faccia verso un altra direzione. "Piuttosto", chiesi "che fine ha fatto il prigioniero?"

Demetra mi toccò la spalla, e mi girai. Almeno, credevo che fosse lei. Guardai la mano, e vidi la A tatuata sul dorso della mano, mentre con l'occhio vidi che la J era sul fianco, esattamente come ci disse Grimm. Spostai lo sguardo verso il volto, e rimasi scioccato.

"Sono felice che tu sia venuto a cercarmi... Albert".

C-C-Cosa sta s-succedendo? Ci vedevo doppio o ero entrato di nuovo in coma? Non potevo crederci. Era proprio lei.

"Albert, non mi riconosci?"

"Come potrei non riconoscerti... Jeena..."

D.S.P. (Progetto sospeso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora