42 - Antichi rancori

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Albert's POV

Una volta visto che gli astanti erano usciti di scena, rimasto da solo, decisi quindi di poter affrontare Zero in tutta tranquillità e senza ostacoli.

Zero giaceva lì, immobile come se fosse una statua senza vita. Sentivo che nell'aria c'era qualcosa di pungente, di elettrico e spaventoso. Non mi sarei potuto appellare all'aiuto o al benestare di nessuno. Nessuno che potesse darmi supporto, nessuno che potesse sostenermi. Solo dopo, mi accorsi di aver commesso la sciocchezza di aver mandato via tutti. Nel gioco, l'unico essere umano connesso ero io. Vidi che sulla sua testa compariva il numero 005478, seguito dal nickname AlStEPS. Mi resi conto che il mio isolamento faceva parte di un piano machiavellico e studiato ad arte. Mi ricordai di quando ero nell'Infernadeadalus, quando vidi Alibi e colui che sembrava fosse proprio Zero, parlare alle spalle della vittima che impersonava Kabantes e del fatto che il soggetto 005478 dovesse rimanere vivo. Ora tutto aveva senso.

Come se fosse stato offline, Zero emise un suono di riassetto, quindi cominciò a incamminarsi verso di me. Dal mio punto di vista, scelsi di restare in allerta; non sapevo che cosa sarebbe potuto accadere, o che sporchi giochetti avrebbe adottato Rudolph. Era chiaro che, anche se ero all'oscuro delle motivazioni, Rudolph c'è l'aveva con Lionel e in alternativa si sarebbe vendicato su di me. Non aveva senso, ma in tutto questo la trama stava iniziando a dare la sua chiave di lettura. Zero continuava a camminare, non distogliendo lo sguardo sull'unico giocatore rimasto in linea, e la stessa cosa feci io. Il mostro meccanico si fermò di scatto, e qualcosa suggerì mi che stava per verificarsi qualcosa di inatteso.

Si materializzò davanti a lui lo spettro di Angelica, la stessa che aveva incontrato poco tempo prima. Con lo sguardo abbassato e il volto triste, gli disse:

"Sai, avrei davvero voluto conoscerti... Albert..."

"E non è troppo tardi, Angelica" rispose prontamente Albert, tendendole la mano.

"Non ricordi? Sono legata a doppia matrice in questo gio..."

"FINISCILA!" urlò Albert. "È solo una stupidata! Credi che non lo abbia capito?"

"Ma cosa stai dicendo? Albert, io sono..."

"Arrabbiata? Sì, lo so... Provi vergogna per quanto successo? Non lo metto in dubbio! Credi che non abbia capito i sentimenti contrastanti che albergano in te? Eppure sei qui, mi hai sostenuto in tutto questo viaggio... e credi che io mi beva questa storia che tu sparirai per sempre se vinco il gioco? Non farmi ridere!"

"Se hai forza di volontà..."

"...Allora sei in grado di vincere l'impossibile..." completò Angelica. Il suo sguardo e il suo sorriso resero chiaro ad Albert il motivo per cui Lionel ed Emely le diedero questo nome.

"Ma che bello spettacolo di famiglia che abbiamo qui!" tuonò una voce all'improvviso.

Comparve l'ologramma di Rudolph, con un sorriso beffardo e lo sguardo carico dell'odio più profondo.

"Io sono Rudolph, il DIO di questo gioco, e in quanto tale dovete sottostare al mio dettare...".

"Io non voglio sottostare a un dio, come tu pretendi di esser visto, che causa danni, uccide e maltratta le persone. Non mi abbasserò a un essere così spregevole, che si vendica su chi non lo segue dettando il male e ingannando le persone!" urlò Albert. E nel guardare Angelica, il ragazzo, pieno di un coraggio mai provato prima disse: "Oggi riporterò a casa Angelica, e tu sarai fermato! Nessuno può obbligare le persone a fare ciò che un essere capriccioso del tuo tipo detta!"

"Maledetto bimbo frignone! Sei degno di essere nipote di Lionel, testardo e con la lingua lunga! Tutti voi sapete con certezza il significato di Giustizia" disse Rudolph, sputando rabbia e veemenza, per poi aggiungere: "Nessuno ha capito il potere del progetto Zero!"

"Esso era nato per permettere all'uomo di vivere in un mondo digitale, perfetto, dove nessuno sarebbe morto, o avrebbe provato l'amara sorte delle malattie debilitanti! Immagina, Albert, un mondo dove ogni cosa può verificarsi! Un uomo che non avrebbe più provato dolore, che potrebbe lavorare ovunque in questo mondo di pixel e dati! Immagina Albert! Niente smog, niente malattie! Lavoro per tutti, cibo per tutti, parità assoluta e..."

"E tu pensi che intrappolando le persone contro la loro volontà si sarebbero assoggettate a te? Fuori di qui c'è una vita vera, dove sì, è difficile, sì ci sono le malattie. Eppure noi siamo nati sulla terra, e non in un computer, o in una stazione di giochi!"

"Io credevo in questo progetto... vi ho speso tutto quello che avevo...tempo, soldi, salute... l'amore... che Lionel mi ha portato via..." gridò nella sua ceca rabbia Rudolph. "E ora, toglierò a lui tutto ciò che ha protetto! Diverrai mio servo, che ti piaccia o no!!!"

Quindi il terreno iniziò a tremare, proprio come un terremoto, e cominciò a scuotere tutto ciò che era intorno a lui. Angelica prontamente circondò di energia Albert, tenendolo coperto in una bolla protettiva. La figura di Zero divenne nera come la notte, perdendo infine la sua forma, e tramutandosi in una oscura macchia nera.

Un'altra luce prese a muoversi come un braccio, e catturò Albert. Fortunatamente la barriera di Angelica non permise di danneggiare il ragazzo. Si sentirono entrambi trascinati da una forza inarrestabile. Tutto era bianco in modo assoluto, talmente bianco da poter accecare. Nel trascinamento, Albert, seppur con difficoltà, vide progetti di vario genere levitare nello spazio di gioco. Li poteva vedere tutti: sistemi planetari reali e immaginari; persino città ricreate alla perfezione, come Roma, Parigi, Vienna, Oslo... San Antonio. Tutte le città e i posti che caratterizzavano la terra come giusto che fosse, tutto creato in un videogioco. Una mera copia. E sentì la voce di Rudolph, più sommessa, come se fosse una sorta di audio-diario:

"... oggi, 25 Agosto 2019, sono Rudolph... ho ricreato con successo le città della Germania orientale, tutta la Russia in appena sei ore e tutte le isole del pianeta nelle restanti quattro ore; da quando lo script di auto-generazione è stato attivato, ho risparmiato molto tempo; ... il nuovo allievo si rifiuta di dirmi il suo nome, perciò gli ho dato nome Alibi, e anche se ha più muscoli che cervello, mi sarà di aiuto e di protezione alla mia incolumità... Lui non lo sa, ma io ho scoperto che è imparentato con Mitnick il magno informatico; povero sciocco..."

Poi un altra registrazione iniziò, mentre davanti ad Albert comparivano tutti i progetti di tutte le creature viste, alcune di esse mai incontrate prima.

"... oggi, 30 Settembre 2021, sto per lanciare la Beta di DSP. Ho reclutato tramite messaggi di posta diversi soggetti amanti dei videogiochi. Hah, se penso che 'In cambio del loro supporto avrebbero ricevuto tanti soldi' mi viene da ridere. Le mie prime creature, le prime che hanno abbracciato la causa del mondo digitale perfetto..."

Stavo andando in escandescenze; Rudolph era incallito nella sua malvagità, il tutto per perseguire il suo scopo. Uno scatto improvviso mi destò dai pensieri e da ciò che stavo vedendo.

Cominciando a mettere a fuoco, mi trovai davanti a una costruzione strana. Guardando giù, mi resi conto di essere nei guai. L'Argentomorte era sotto di me, furente come il mare in tempesta, come una massa di uomini agitata dalla rabbia di una protesta. Temevo che sarei finito nel mare della distruzione. Invece, guardando con attenzione alla struttura, notai che ero tornato alle radici di Yggdrasil. Come se fosse un albero letterale, venne squarciato in quattro parti nette, esattamente come quando un fulmine cade su un albero. Comparve un banner, con su scritto: "MiSsiOnE CoMpLeTaTa".

Era spaventosa da vedere quella scritta. Cosa significava che la missione fosse stata completata? Quale Missione? 

Le quattro parti dell'albero caddero sulle acque dell'Argentomorte divenendo ponti, quindi l'energia di Angelica mi posò su una di queste strutture. Davanti a me giaceva la creatura più grottesca e spaventosa che potesse esistere. Comparve un nuovo banner di fronte a me.

C'era solo scritto:

"Missione Finale Extra attivata: Rebirth".

"Obiettivo: Se sei giunto qui, allora puoi abbandonare ogni speranza. Morire è la migliore soluzione...".

D.S.P. (Progetto sospeso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora